sabato 12 marzo 2016

TIZIANO ZANELLA: “LA XE BONA, CALDA E BEA: LA FRITOA DE ZANEA”… IERI – “CHI PARLA DI CRISI PASSI PER IL KENYA”...OGGI

Tiziano Zanella,


La xe bona, calda e bea: la fritoa de Zanea”.

Un nome, una garanzia per l'attività di Tiziano Zanella, titolare di due pasticcerie: una in viale Dal Verme e l'altra in viale Trieste. Ieri mattina ( 1 aprile 2012) in Fiera ha ricevuto il titolo di maestro artigiano “ad honorem”.

La sua è una storia fatta di farine, zucchero che alla fine si sono incrociate con la fede.
Sì, prima con un pellegrinaggio a Medjugorje e poi con le apparizioni mariane a Poleo. E, nell'arco di pochi anni, sono diventato terziario francescano.

Decisione importante.
Vent'anni fa ho venduto bottega e sono salito sul primo aereo per il Kenya, e poi per Kiongwani dove operava la missione Bontà diretta dal padre comboniano Adriano Bonfante. Nel 1992 a Saltum Hamud ho fondato “L'Opera dell'Amore Center” con la quale ho realizzato un pozzo per l'acqua potabile e laboratori di falegnameria, sartoria, maglieria e informatica.

Torna spesso a Vicenza?
Solo per raccogliere fondi.

Cosa pensa della crisi economica?
Non mi sembra di vederne così tanta. Ho sentito tanti discorsi, ma appena entro nella casa di qualcuno vedo frigoriferi pieni, noi non abbiamo nemmeno quelli. Sono entrato in supermercato per acquistare alcune lamette e ho fatto la fila e tutti avevano i carrelli stracolmi. In altre zone del mondo non sanno nemmeno che cosa sia un negozio.

Il premio?
Riceverlo mi ha emozionato. Ho ancora amici che si ricordano di me. Anche se ormai la mia casa è in Africa. Certo, a settant'anni avrei bisogno di riposarmi, ma tornerò comunque laggiù. C'è ancora molto da fare. E chi parla di crisi li farei venire in Kenya per 8 -10 giorni, così si renderebbero conto di tutto quello che posseggono e di come possono continuare a vivere. Forse i miei discorsi possono sembrare sciocchi e scontati, ma quanto vedi decine e decine di bambini che muoiono perché non hanno da mangiare, la vita assume un valore diverso. Si vive di fagioli, grano e le candele servono anche per vedere.

Rimpianti?
Nessuno. Anzi. Dovevo partire prima. Dedicare la vita agli altri credo sia la missione più importante per un uomo».  

Progetti?
La costruzione di orfanotrofio per dare una casa a molti piccoli malati di Aids . Oggi torno nella mia povertà, non in quella che riguarda Vicenza. I miei occhi sono altrove e anche i pensieri.

Fonte: da il Giornale  di Vicenza del 2 aprile 2012


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