Le crociate rappresentano uno degli eventi più
fraintesi della storia occidentale. La stessa parola “crociata” ancora oggi
viene utilizzata con una connotazione negativa, quando ad esempio si intende
sottolineare un conflitto i cui moventi siano più ideologici che ideali; lo
stereotipo più collaudato, invece, è quello che descrive avidi nobili
europei dediti alla efferata conquista dei musulmani pacifici, con ricadute
negative che perdurano ancora oggi grazie anche alla diffusione di tale tesi “a
senso unico” nei maggiori testi scolastici occidentali.
La storia delle crociate in realtà richiede una sorta di
purificazione che è oltretutto doverosa anche alla luce degli ultimi studi
che provengono da ambiti accademici molto accreditati.
Consapevoli della complessità della tematica, cercheremo di sintetizzare
i fatti storici, riprendendo un articolo molto più approfondito, comparso su “Crisis
magazine”, circa i luoghi comuni consolidati,
penetrati nell’immaginario collettivo.
Un articolo simile è stato pubblicato in Ultimissima
17/05/11.
Mito - 1: “LE CROCIATE FURONO
GUERRE DI AGGRESSIONE NON PROVOCATA”:
E’ una falsità, poiché fin dai suoi inizi, l’Islam è stato
un movimento violento e imperialista. A 100 anni dalla morte di Maometto, gli
eserciti islamici avevano conquistato terre cristiane in Medio Oriente,
Nord Africa e Spagna. La stessa Città Santa di Gerusalemme è stata presa nel 638, gli
eserciti musulmani avevano conquistato i due terzi del mondo cristiano
e i turchi stavano spingendo verso Costantinopoli, il centro della
cristianità bizantina. Nell’XI secolo i cristiani in Terra Santa e i pellegrini
che vi si dirigevano vennero a trovarsi in una situazione di costante
persecuzione. Dopo la battaglia di Manzikert
del 1071, lo stesso imperatore bizantino chiese aiuto ai cristiani in
occidente, ma solo con Papa Urbano II venne indetta la prima crociata nel
1095. Dunque le crociate furono missioni di difesa armata, con
l’obiettivo di liberare i cristiani d’Oriente e Gerusalemme dal giogo
dei musulmani.
Mito - 2: “LE CROCIATE MIRAVANO AL SACCHEGGIO E ALLA
SOPRAFFAZIONE”:
Secondo una corrente di studi più antichi, il boom della
popolazione europea registratosi nella metà del secolo XI ha reso necessario le
crociate per offrire terre e titoli ai figli di nobili che erano tagliati fuori
dalle eredità riservate ai primogeniti. Gli studi degli ultimi quarant’anni,
invece, hanno evidenziato, sulla base dei documenti esaminati, come la
maggior parte dei crociati erano primogeniti. Come ha affermato il prof.
Madden, direttore del Saint Louis University’s Center for Medieval and
Renaissance Studies, «non è
stato colui che non aveva nulla da perdere a partecipare alle crociate, quanto
piuttosto colui che ne aveva di più!»
(T. Madden, “New Concise History of the Crusades”, Rowan &
Littlefield Publishers, Inc., 2005, pag. 12). Ovviamente, come ha
ricordato Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000, non sono
comunque mancati episodi inutilmente violenti.
Mito - 3: “I CROCIATI MASSACRARONO GLI ABITANTI
DI GERUSALEMME”:
Questo mito non tiene conto delle regole di guerra
vigenti nell’XI secolo. Lo sterminio degli abitanti che avevano rifiutato
di arrendersi prima di un assedio era una pratica comune per qualsiasi
esercito, cristiano o musulmano. Gli abitanti erano consapevoli di tutto
questo quando hanno scelto di non arrendersi, al contrario sarebbero stati
autorizzati a rimanere in città e mantenere i loro possedimenti. Nelle
città che si sono arrese, infatti, Crociati hanno permesso ai musulmani
di mantenere la loro fede e praticarla apertamente. Nel caso di
Gerusalemme, la maggior parte degli abitanti era comunque fuggita alla
notizia dell’esercito cristiano in arrivo, chi è rimasto è morto, è stato
riscattato o espulso dalla città.
Mito - 4: “le crociate ebbero per obiettivo anche lo
sterminio degli ebrei”:
Ci si riferisce, all’operato del Conte Emich di Leiningen, ma non solo a lui, il quale da
convinto antisemita, imperversò nel 1095 lungo la valle del Reno per dirigersi contro
le comunità ebraiche, convincendosi dell’inutilità a marciare per 2500
miglia per liberare i cristiani d’Oriente, quando i “nemici di Cristo”, secondo
lui, erano in mezzo ai cristiani. In realtà la sua iniziativa, con l’ausilio di
pochi fanatici disposti a tutto, non ebbe mai l’approvazione della Chiesa
e anzi molti vescovi cercarono di proteggere gli ebrei locali che si
trovavano nelle loro diocesi, come il vescovo di Magonza. Imponenti i discorsi
di San Bernardo di Chiaravalle durante la seconda crociata
(1147 – 1149) contro l’antisemitismo: «Gli ebrei non devono essere
perseguitati, né uccisi, né costretti a fuggire! » (in “Epistolae”). Questi
sporadici attacchi non sono dunque da attribuire ai Crociati ma a
piccoli gruppi di uomini armati che ha seguito la loro scia.
Mito - 5: “LE
CROCIATE SONO LA FONTE DELLA TENSIONE MODERNA TRA ISLAM E OCCIDENTE”:
Coloro che cercano risposte per spiegare l’11 settembre
2001 citano le crociate come causa scatenante per l’odio islamico e credono
che i musulmani stiano cercando di “correggere gli errori” che derivano da
esse. In realtà ci si dimentica che le crociate sono state dimenticate
dal mondo islamico fino al XX secolo. A tal proposito è interessante
notare come la prima storia araba delle crociate sia stata scritta solo nel
1899 e che il risentimento musulmano nei confronti delle crociate, non
ultimo i deliranti appelli di Osama Bin Laden alla “jihad contro ebrei e
crociati”, affondi piuttosto le sue radici nel nazionalismo, oltre
che nella più recente chiusura del mondo islamico ai costumi occidentali. Dal
punto di vista islamico, le Crociate furono un insignificante periodo
storico, della sola durata di 195 anni (1096-1291), per la
semplice ragione che non ebbero mai successo, a parte la Prima
Crociata in cui è stata conquistata Gerusalemme ripresa però da Saladino
nel 1187. Le perdite di uomini furono in massima parte cristiane, non
certo musulmane!
Curioso poi l’aneddoto ricordato nel 1899 da Kaiser
Wilhelm durante il suo viaggio a Damasco, volendo visitare la tomba
del grande Saladino, il vincitore dei Crociati, l’ha trovata in un
grande strato di degrado, dimenticata e lasciata decadere. Lo storico Thomas F. Madden ha
commentato: «la memoria artificiale
delle crociate è stata costruita
dalle moderne potenze coloniali e tramandata dai nazionalisti arabi e islamisti» (T.
Madden, “New Concise History of the Crusades”, Rowan & Littlefield
Publishers, Inc., 2005, pag. 222).
Conclusione:
Le crociate non soltanto erano mosse da alti sentimenti
di difesa della libertà dei cristiani d’Oriente, oppressi dagli imperatori
islamici, ma ritardarono anche di tre secoli l’invasione dell’Europa,
tanto che lo storico René Grousset parla di responsabilità “mondiale”
che la Chiesa si è assunta nella loro promozione (R. Grousset, “La storia
delle crociate”, Piemme 2003).
Verrà il giorno in cui si smetterà di considerare le
crociate un peccato capitale della Chiesa Cattolica eseguito criminalmente
dall’intero mondo occidentale?
Fonte: da STORIA E
ARTE VENETA del 15 marzo 2015
Link: http://venetostoria.com/2016/03/15/la-leggenda-nera-sulle-crociate-come-abbattere-5-falsi-miti/
LO STORICO PAUL
CRAWFORD SMONTA I MITI POPOLARI SULLE CROCIATE
Nell’ultima edizione di Review Intercollegiate, la
rivista dell’Intercollegiate Studies Institute (ISI), organizzazione
no-profit che raccoglie oltre 50.000 studenti e docenti universitari di tutti
gli Stati Uniti, è
apparso un articolo intitolato: “Quattro
miti sulle crociate”, a cura dello storico medievalista Dr. Paul
Crawford, docente alla California University of
Pennsylvania. Lo specialista fa notare che spesso le crociate sono
raffigurate come un episodio deplorevolmente violento, tuttavia è una visione
molto popolare e poco veritiera. Vengono affrontati nel dettaglio 4 famosi
miti, che noi riproponiamo sotto forma di sintesi (senza note di riferimento).
1) LE CROCIATE SONO UN ATTACCO IMMOTIVATO AL MONDO
MUSULMANO
Niente potrebbe essere più lontano dalla verità, afferma
Crawford. Nel 632 d.C., Egitto, Palestina, Siria, Asia minore, Africa
settentrionale, Spagna, Francia, Italia, Sicilia, Sardegna e Corsica erano
tutti territori cristiani. Certamente vi furono tante comunità cristiane anche
in Arabia. Ma nel 732 d.C. i cristiani erano stati attaccati in Egitto,
Palestina, Siria, Nord Africa, Spagna, gran parte dell’Asia Minore, e in
Francia meridionale. Le comunità cristiane d’Arabia vennero interamente
distrutte poco dopo il 633, quando ebrei e cristiani furono espulsi dalla
penisola. Le forze islamiche conquistarono tutto il Nord Africa e puntarono
verso l’Italia e la costa francese, attaccando la penisola italiana nell’837.
In Terra Santa i pellegrinaggi divennero sempre più difficili e
pericolosi. Lo storico approfondisce nel dettaglio la grave situazione venutasi
a creare. E’ quindi da questi fatti che i papi del X e XI secolo si
attivarono nel disperato tentativo di proteggere i cristiani perseguitati.
Conclude quindi affermando che «lungi dal non essere
motivate, le crociate rappresentano di fatto il primo grande contrattacco
occidentale agli attacchi musulmani, che avevano avuto luogo ininterrottamente
dalla nascita dell’Islam fino all’undicesimo secolo, e che continuarono anche
in seguito, senza sosta. Se la cristianità voleva sopravvivere occorreva una
forte difesa».
Per capire che si trattava solo di difesa, domanda: «quante
volte le forze cristiane hanno attaccato La Mecca o Medina? Naturalmente mai».
2) I CRISTIANI HANNO AVVIATO LE CROCIATE PER
SACCHEGGIARE I MUSULMANI E ARRICCHIRSI.
Anche questo non è vero. Urbano II invitò nel 1095 i
guerrieri francesi nella Prima Crociata, legittimandoli a “fare bottino del
tesoro del nemico“. Ma questo, dice Crawford, non era altro che il modo
usuale per finanziare la guerra nella società antica e medievale. I
crociati, infatti, vendettero tanti dei loro beni per finanziare le loro
spedizioni. Lo storico ricorda anche che uno dei motivi principali del
naufragio della quarta crociata fu proprio la mancanza di soldi. I papi stessi
ricorsero a stratagemmi sempre più disperati per raccogliere fondi da
utilizzare nel finanziamento delle crociate.
Anche in questo caso, dopo aver analizzato molto più in
profondità la situazione, Crawford conclude: «furono solo poche persone a
diventare ricche a causa delle crociate, e il loro numero era sminuito da
coloro entrarono in bancarotta. La maggior parte dei medioevali era ben
consapevole di questo e non ha ritenuto la crociata un modo per migliorare la
situazione finanziaria».
3) I CROCIATI ERANO ANIMATI DA MOTIVAZIONI
MATERIALISTICHE E NON RELIGIOSE.
Dopo Voltaire questo
è un mito molto popolare, dice Crawford. Certamente ci furono uomini cinici e
ipocriti anche nel Medioevo, tuttavia anche questa affermazione è falsa.
Innanzitutto il numero di vittime delle crociate erano molto alto e la maggior
parte dei crociati non si aspettava certo di ritornare in patria. Uno
storico militare ha stimato il tasso di perdite della Prima Crociata con un
75%.
La partecipazione alla missione è stata volontaria e i
partecipanti venivano motivati attraverso dei sermoni, che però erano pieni di
avvertimenti sul fatto che le crociate avrebbero portato privazione, malattia,
sofferenza e spesso morte. L’accettazione di andare incontro a difficoltà e
sofferenza può essere visto dentro la dottrina cristiana di assimilazione alle
sofferenze di Cristo e dei martiri.
Lo storico spiega che per un crociato, la missione armata
era essenzialmente un atto di amore disinteressato, come chiede il passo
evangelico “dare la vita per i propri amici” (Gv. 15,13). Fin
dall’inizio, dunque, la carità cristiana era la ragione per la crociata, e
questo non cambiò per tutto il periodo.
4) LE CROCIATE HANNO SPINTO I MUSULMANI AD ODIARE E AD
ATTACCARE I CRISTIANI.
Come scritto nella risposta 1), i musulmani hanno
attaccato i cristiani per più di 450 anni prima che Papa Urbano dichiarò la
Prima Crociata. Non avevano certo bisogno di alcun incentivo per continuare a
farlo.
Crawford ricorda che prima del 19° secolo non esisteva
nemmeno la parola araba “crociata” perché non era importante per i musulmani
distinguere le crociate dagli altri conflitti tra cristianesimo e
Islam. Saladino non era certo venerato dai musulmani come il leader
anti-cristiano grande leader.
Solo nel 1899 il mondo musulmano ha riscoperto le
crociate, ma è stato grazie agli occidentali come Voltaire, Gibbon, e Sir
Walter Scott e Sir Steven Runciman,
che dipinsero i crociati come rozzi, avidi, barbari aggressivi che attaccarono
civili e musulmani amanti della pace. Allo stesso tempo, dice lo storico, il
nazionalismo cominciava a mettere radici nel mondo musulmano e i nazionalisti
arabi presero in prestito questa grave e cattiva interpretazione delle
crociate, e utilizzarono questa come supporto filosofico per i propri
programmi.
Questo ha portato senza soluzione di continuità alla nascita
di Al-Qaeda.
Concludendo: «non sono le Crociate che hanno insegnato ad attaccare l’Islam e l’odio verso i cristiani. La guerra al cristianesimo ha preceduto di molto le crociate e risale alla nascita stessa dell’Islam. Piuttosto, è l’Occidente che ha insegnato all’Islam ad odiare le crociate».
Concludendo: «non sono le Crociate che hanno insegnato ad attaccare l’Islam e l’odio verso i cristiani. La guerra al cristianesimo ha preceduto di molto le crociate e risale alla nascita stessa dell’Islam. Piuttosto, è l’Occidente che ha insegnato all’Islam ad odiare le crociate».
Fonte: da UCCR
del 17 maggio 2011
Link: http://www.uccronline.it/2011/05/17/lo-storico-paul-crawford-smonta-i-miti-popolari-sulle-crociate/
Nessun commento:
Posta un commento