domenica 21 settembre 2014

RIVELAZIONE SHOCK DI VINOD SAHAI: STAVO PER LIBERARE I MARÒ, MA MONTI MI FERMÒ






I marò sarebbero potuti tonare a casa, ma qualcuno lo impedì. E, stando a quanto rivelato da Vinod Sahai, il rappresentante degli indiani in Italia, questo qualcuno fu il governo di Monti.

Sono dichiarazioni scottanti quelle che Sahai rilascia a ilGiornale, durante un’intervista sul caso dei due fucilieri italiani bloccati in India dopo aver ucciso due pescatori scambiati per pirati. Rispondendo alle domande del giornalista, Sahai rivela infatti che la vicenda poteva giungere ad una volta già “più di un anno fa”. 
“Sono andato dal presidente della Corte suprema, Altamas Kabir, che già era coinvolta nel caso marò”, ha infatti spiegato Sahai, ricordando quel periodo. “Era stato assistente di mio suocero e mi disse chiara­mente: ‘Non possiamo fare nul­la se non ci viene chiesto con un’istanza‘” ”Per questo motivo”, ha aggiunto, “ho preparato una petizione a nome degli indiani che vivono in Italia. Spiegavo che voleva­mo mantenere gli ottimi rap­porti fra i due paesi e garantire gli interessi della nostra comu­nità. Si chiedeva che la Corte su­prema autorizzasse il governo indiano a trovare una soluzio­ne extragiudiziale oppure che rinviasse il caso a un tribunale internazionale”.
“Nel settembre 2012 l’istan­za era pronta, ma sono stato convocato a Roma”, ha proseguito il rappresentante, ricordando che fu il ministro della Difesa Di Paola a farlo chiamare: questi chiese di “non presentare la petizio­ne. Gli indiani avevano arresta­to i marò e così non sarebbe sta­ta l’Italia ma un rappresentan­te della comunità indiana a sbloccare la situazione. Gli ho detto: ‘Ma a voi dovrebbe solo interessare che tornino casa’. Non mi ha risposto”.Clicca su MI PIACE per seguirci su Facebook

Jeda NewsE dire che l’istanza si sarebbe probabilmente rivelata la soluzione: “L’ho preparata so­lo dopo aver parlato con il presi­dente della Corte suprema e con i vertici dei ministeri inte­ressati in India”, ha infatti precisato Sahai “Sarebbe stata senz’altro accolta“. Successivamente, “Ho scritto una lettera al mini­stro Bonino, spiegando tutto e dicendomi disponibile a ripren­dere in mano il caso”, ma, anche in questo caso, “non ho ri­cevuto alcuna risposta“.



Fonte: visto su http://jedasupport.altervista.org de 13 febbraio 2014






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