La Stevia Rebaudiana Bertonii dolcifica trecento volte più dello zucchero
zeneize
Ho passato ore leggendo i messaggi inviati da 3 anni a parte che riguardano la Stevia. Innanzi tutto devo dire che è commovente l'interesse dei partecipanti al forum per questa preziosa pianta e spero che questo sia come un lievito che lo faccia espandere a la grande massa dei consumatori affinchè prendano coscienza che non si può anteporre gli interessi delle grandi multinazionali e della industria chimica, alla nostra salute. Però ho notato che i partecipanti, in verità sanno poco o niente sulla Stevia.
Innanzi tutto la Stevia è originaria del Paraguay. È una pianta silvestre che cresce sulle colline
dell' Amambai. Gli indios Guaranì la chiamano Ka'a He'e (Ka'a = erba He'e = dolce)
Sapete che noi italiani nella storia della Stevia ci siamo dentro sin dall' inizio?
Il savio Mosè Bertoni, scienziato svizzero (però il cognome non lascia dubbi sulla origine) la scopre, la studia, la classifica e la riclassifica.
Ovidio Rebaudi, chimico Italiano, di Lucca mi pare, ne isola e studia i principi attivi. Da qui il nome Stevia Rebaudiana (Bert.) Bertoni. Inoltre si da il suo nome a uno dei 6 principali principi dolcificanti. Uno è lo Stevioside e l' altro è il Rebaudioside. Gli altri vi sono in quantità trascurabile
Enrico De Gasperi figlio di italiani emigrati in Paraguay, negli anni '60 è stato il primo a coltivare questa pianta. È arrivato a tenerne 30 ettari. Produzione che esportava interamente al Giappone. Però la storia è molto lunga.....
Framoro
L'uso di questa pianta può dare qualche controindicazione??
Opp!.. si può tranquillamente usare, senza pericolo? (Magari nel tempo potrebbe creare problemi o malattie?)
dede00
Su Wikipedia è scritto che la Stevia contiene lo Steviolo, e che è una sostanza cancerogena.
Qualcuno ha qualche info su questo?
eliafino
Sullo Steviolo leggo anche questo:
Zonzolana
Allora... Essendo del settore... farmacologico intendo... Mi sono interessata della faccenda ed ho fatto un pò di ricerche tra i data base delle università.
I dubbi sulla cancerogenicità dello stevioside erano (parlo al passato perchè ormai sembra che questo dubbio sia stato fugato) in relazione al fatto che la flora batterica presente nell'intestino umano avesse capacità di idrolizzare lo stevioside nel suo aglicone, ossia lo steviolo che è tossico.
I test per dare questo tipo di ipotesi sono stati condotti anche dall'università di Milano su colture batteriche fecali umane in condizioni anaerobiche spinte, cioè di assenza pressochè totale di ossigeno che sono le condizioni standard della flora intestinale.
Daltronde gli alimenti vengono assorbiti dall'intestino.
In vitro i batteri della coltura, dopo circa 24 ore hanno completamente idrolizzato lo stevioside.
La cosa che però rasserena gli studiosi è che in vivo le cose sono decisamente diverse e la flora intestinale non sembra essere in grado di eeffettuare un'idrolisi così spinta.
STEVIOLO
Steviolo
STEVIOSIDE
Stevioside
utente 89
Quindi in pratica la stevia non è così cancerosa come si vuol far credere...
Zonzolana
A quanto pare no, ma qui un dettagliato resoconto preso da:
“Test più elaborati furono eseguiti dai Giapponesi per fare una valutazione sul suo uso come agente dolcificante.
Poche sostanze hanno avuto una così costante negatività a tutti i test di tossicità. Quasi tutti i possibili test di tossicità sono stati eseguiti ed i risultati sono stati sempre negativi.
L’unico effetto affine che è stato osservato, fu la inibizione della respirazione cellulare (fosforilazione ossidativa) in alcuni componenti cellulari isolati, ma mai nelle cellule intere. L’unico risultato di questa azione, anche dopo osservazione prolungata, fu una riduzione della tossicità di sostanze come la atractilignina, un veleno che attacca le cellule del fegato.
Tale risultato suggerisce che la stevia potrebbe essere usata come antidoto per i rari casi di avvelenamento da quel particolare agente chimico.
Un esempio di buon test tossicologico fu quello eseguito nel 1985 da Yamada e collaboratori. Essi somministrarono stevioside e rebaudoside A a ratti per due anni con un dosaggio pari allo 0,3 - 1,0 % della loro dieta. Alla fine gli animali furono sacrificati e furono condotti test biochimici, anatomici, patologici e carcinogenetici su 41 organi.
Furono anche eseguiti esami di sangue e urine.
Ogni animale fu paragonato ad un altro suo simile che subì esattamente lo stesso trattamento, tranne che per la stevia.
Alla fine, sintomi ed alterazioni notate dallo staff di ricerca non differivano minimamente da un gruppo all’altro; non furono notati effetti dose-dipendenti, nemmeno nei soggetti che ricevettero la dose più alta (1,0 %), che è pari a 125 volte la normale dose media giornaliera.
Altri gruppi di test effettuati dal Ministero Nazionale della Salute e del Welfare in Giappone, non riuscirono a trovare alcuna forma di tossicità.
Ma c’è un problema di cui bisogna parlare.
Come menzionato precedentemente, c’è la possibilità che metaboliti di stevioside e rebaudoside A possano essere dannosi alla salute.
Come affermò un autore: "Nonostante che la assunzione orale di grandi dosi di stevioside e/o di estratti di stevia e studi a lungo termine su animali di laboratorio abbiano dimostrato la mancanza virtuale di effetti tossici, bisogna anche considerare la limitata disponibilità di dati sui metaboliti dei più importanti principi attivi di questa pianta."
Questo commento fu fatto sapendo che la stevioside e gli altri glicosidi presenti nella stevia hanno una notevole stabilità chimica. Essi sono infatti estremamente resistenti alla degradazione acida ed enzimatica. Semplicemente non possono essere degradati nei loro metaboliti quando si trovano sotto condizione gastriche normali.
Gli acidi e gli enzimi gastrici sono quindi incapaci di degradare queste molecole così straordinariamente stabili. Ciò è in sintonia con lo studio di Pomaret.
Apparentemente la situazione è diversa nel ratto. Nel 1980 R. E. Wingard ed associati, riportarono che stevioside e rebaudoside A erano entrambe degradate a steviolo dalla microflora intestinale del ratto. Lo steviolo è uno dei spiacevoli metaboliti che potrebbe, forse, provocare seri danni all’uomo.
Wingard incubò la stevioside per 2-4 giorni in una soluzione preparata appositamente e contenente materiale tratto dall’intestino cieco del ratto. Sotto tali condizioni, la conversione fu quasi del 100%.
Comunque, come hanno puntualizzato Kinghorn e Soejarto, ci sono almeno due motivi per cui non si possono estrapolare tali risultati all’uomo.
Primo, gli umani non hanno un cieco, a differenza dei ratti; un passo critico del processo di conversione non ha un luogo fisico dove avvenire.
Secondo, non c’è alcun buon motivo per ritenere che la microflora dell’intestino umano sia paragonabile a quella dell’intestino di ratto.
Si potrebbe pensare, alla luce della serietà del pericolo teorico proposto da Wingard, che gli scienziati dovrebbero effettuare approfondite ricerche per mettere la parola fine alla questione.
Non è così. Sembra che nessuno prenda sul serio questo pericolo.
Dopo tutto, se esistesse un reale problema, non sarebbe possible la totale assenza di notizie relative ad intossicazioni da steviolo, in decadi di utilizzo.
Visto che tale fatti non sono mai stati riportati, possiamo audacemente concludere (apparentemente con il benestare della comunità scientifica) che uomini e ratti sono diversi.
Conclusioni
Si potrebbe ragionevolmente chiedere, sulla base di questi dati tossicologici, il motivo per cui tutti gli sforzi di fare della stevia il sostituto di scelta allo zucchero siano falliti così miseramente, sia in Europa che negli Stati Uniti; e perché chiunque abbia tentato, negli Stati Uniti, di produrre estratti liquidi di stevia di buona qualità, siano stati minacciati di denuncia.
Abbiamo una pianta totalmente innocua, che non pone alcuna minaccia alla vita ed alla salute umana, che possiede una grande speranza come dolcificante non calorico ed in grado di apportare vari benefici alla salute, che viene sistematicamente repressa.
Forse, visti i numerosi effetti benefici discussi (e le dozzine di proprietà non discusse, come la capacità di ridurre il desiderio di dolci e di cibi grassi o la capacità di essere d’aiuto nel tabagismo ed alcolismo), è arrivato il momento che i consumatori inizino ad insistere per il loro diritto di utilizzare questa delicata e deliziosa pianta paraguaiana.”
zeneize
Complimenti, Zonzolana; la tua relazione sulla tossicità o no della Stevia, penso che abbia fugato molti dubbi al rispetto. D’altra parte sono più che sicuro, come altre centinaia di migliaia di consumatori, che tutti gli ostacoli che si pongono alla liberalizazione di questo dolcificante, sono per proteggere gli interessi economici delle grandi imprese che producono dolcificanti sintetici. Non ci vengano a dire che i ciclammati, la saccarina e l'aspartame, sono inocui per l'essere umano. Vergognosa è, per quanto ci riguarda, l'attitudine della CE su questo problema. Scambia la salute della popolazione per gli interessi di queste industrie.
nodalmolin
Ma liberaliziamole tutte le piante! e lasciate in pace 'sti poveri ratti!
Questa non la conoscevo ( io ignorante) devo farvi i complimenti per il forum ci sono un sacco di cose interessanti! grazie:)
paiepata
Recentemente pare che l'Australia abbia recepito le richieste di autorizzazione della Stevia come prodotto alimentare.
cianci68
Tutto questo mi ricorda la CANAPA (http://laveja.blogspot.com/2010/03/la-vera-storia-del-perche-la-cannabis-o.html )
..........chissà.........ho l'uomo è totalmente idiota oppure qui c'e qualcuno che gioca con la nostra e, con l'esistenza, in generale, su questo pianeta......e allora non sarebbe ora di ELIMINARE questo cancro che governa il mondo????
..........chissà.........ho l'uomo è totalmente idiota oppure qui c'e qualcuno che gioca con la nostra e, con l'esistenza, in generale, su questo pianeta......e allora non sarebbe ora di ELIMINARE questo cancro che governa il mondo????
Fonte: dal forum di nuovomondo di XmX
(VR 06 marzo 2010)
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