venerdì 26 marzo 2010

Un nuovo rivoluzionario metodo di datazione con cui analizzare il C-14

Una lampada al plasma (lucnix.be)

In occasione del 239′ National Meeting dell’American Chemical Society (ACS), un team di scienziati coordinato da Marvin Rowe, della Texas A&M University College Station nella sede del Qatar, ha annunciato di aver sviluppato un nuovo metodo per determinare l’età di antichi manufatti, mummie e altre reliquie senza danneggiarli.

La rivoluzione sta nel poter effettuare analisi su tutti quei reperti finora inaccessibili per la preoccupazione dei proprietari (musei o collezionisti privati) di rovinare gli oggetti.
Rowe spiega in cosa consista la rivoluzione: “Espande la possibilità di analizzare in modo approfondito le collezioni dei musei finora inaccessibili per via della loro rarità o del valore intrinseco e della natura distruttiva dell’attuale metodo di datazione al radiocarbonio. In teoria, potrebbe persino essere usato per datare la Sindone di Torino”.
La tradizionale datazione al radiocarbonio è lo strumento, solitamente usato dagli archeologi, con cui si rimuove una minuscola parte del reperto e, dopo averlo trattato con un forte acido e una forte base, lo si brucia per analizzare il carbonio-14 (o C-14, o radiocarbonio) contenuto nel diossido di carbonio (il gas noto come anidride carbonica).
Il paragone tra i livelli di C-14 contenuti nell’oggetto e quelli stimati nell’atmosfera per un particolare periodo storico permette di valutare l’età di un manufatto fino ai 45000-50000 anni fa.
Col nuovo metodo di Rowe, chiamato “datazione al carbonio non distruttivo”, l’intero manufatto è posto in una speciale camera con del plasma – un gas caricato elettricamente simile a quelli usati nelle televisioni al plasma -. Il gas ossida lentamente e delicatamente la superficie dell’oggetto, producendo così del diossido di carbonio con cui analizzare il C-14.

Rowe e colleghi hanno utilizzato questa tecnica per determinare l’età di circa 20 diverse sostanze organiche, tra cui legno, carbone, cuoio, pelo di coniglio, un osso con attaccata carne mummificata e un tessuto egizio di 1350 anni. I risultati combaciano con quelli ottenuti dalla tradizionale datazione al radiocarbonio.

La venere di Brassempouy (Elapied/wiki)

Attualmente gli scienziati stanno perfezionando la tecnica. E comunque ci vorrà una significativa quantità di dati per dimostrare di non danneggiare oggetti inestimabili. Rowe pensa, per esempio, alla Venere di Brassempouy – datata a 25000 anni fa e considerata la prima rappresentazione realistica di un volto umano mai trovata.


Fonte: Il fatto storico

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