Mio fratello diceva che Beppe, un ventiquattrenne che giocava al calcio con noi ragazzi di tredici anni all’oratorio di San Luca a Cremona, era un “salen”. Tradotto in lingua italiana un “salino”.
Il termine indicava, nel nostro dialetto, chi
segue i ragazzini nei gabinetti e gli va a menar il pisello.(1) E su Beppe non
si sbagliava. Lo verificai da una sua confessione fattami il giorno quando
venne da me, invece d'andar io da lui, per scusarmi d'averlo accusato
ingiustamente.
Le nozioni sul sesso le avevo apprese dagli animali in
campagna quando ero dai nonni. Per di più, tra i cinque e i sei
anni giocavo, come tutti i bambini della mia età, al dottore con le mie
amichette. Vivevo seguendo i semplici istinti naturali senza problemi né
inibizioni finché, arrivato in città, frequentai l’oratorio. E come tutti i
miei coetanei di quell’epoca, subii l’oppressione, la violenza, la ferocia
e la brutalità dei preti contro il sesso, e di conseguenza contro le
donne: uniche fonti di peccato, di perversione e dannazione. Come se al
mondo non ci fosse abbastanza cattiveria e malignità da combattere.
Nel dopoguerra, erano due i peccati mortali nel
mondo: la masturbazione e il voto non dato alla Democrazia Cristiana. Preti
maledetti! Ma non avevate altro?
Si era ritornati a una mentalità medioevale, peggio
ancora, a un fanatismo che ai nostri giorni chiamiamo fondamentalista. Non
c’era predica all’oratorio o in chiesa a cui non si alludesse ai comunisti che
mangiavano i bambini e alla lussuria. Come se il piacere della sessualità fosse
una condanna di nostro Signore, invece d’una grazia o d’una benedizione. Non mi
credete? Allora chiedetelo a Peppo, che a dodici anni aveva già come
morosa la Gigliola che abitava a fianco della chiesa, e vi racconterà come
veniva trattato da padre Mazzucchelli, il responsabile di noi ragazzi.
Per chi guarda la chiesa, si entra nell’oratorio dalla
porta di destra. Dopo il corridoio coperto si sbuca in un piccolo cortile,
dove la prima porticina di sinistra immette in chiesa. Fatti tre
scalini, a destra si trovava allora una stanzetta con un
paio di confessionali che servivano per i cento ragazzi dell’oratorio.
Dimenticavo di dirvi che la chiesa è gestita dai padri
Barnabiti e che, ai miei tempi, i padri confessori di noi ragazzi erano solo
tre. Padre Ponzoni, oltre a essere il più anziano, era anche il preferito;
Mazzucchelli aveva le sue simpatie e veniva evitato; mentre Padre Erba che
confessava di solito i fedeli in chiesa, a volte era un po'il nostro jolly. Ma
cosa credete che confessassi? Solo le disobbedienze ai genitori e gli atti
impuri. Mentre sto scrivendo, ricordo pure che mi dimenticavo d'essere goloso e
di rubare i cioccolatini nel negozio dei miei. E secondo voi, che peccati
può compiere un ragazzo di tredici anni? Quando lo racconto a mia moglie, lei
mi confida che il suo prete le chiedeva: - Ti tocchi? Dopo aver
confessato atti impuri, dovevo pur dirne quanti, come se fossero interessati a
quante seghe(2) potevo farmi al giorno. Subito dopo arrivava la terza domanda
di rito, la più tremenda: - Solo o con altri?
È qui che vi voglio! Ogni volta ero tentato di rispondere con altri, e la tentazione era così allettante e pervicace che un giorno mi sfuggì: - Con altri.
È qui che vi voglio! Ogni volta ero tentato di rispondere con altri, e la tentazione era così allettante e pervicace che un giorno mi sfuggì: - Con altri.
Per tutta quell’ala della chiesa corse il gelo, con
una voce preoccupata mi sentii chiedere: - E con chi?
A forza di sentire mio fratello risposi: - Con Beppe.
Fui agguantato per un orecchio e portato fuori dalla chiesa
nel piccolo cortile. Con ancora in mano il mio orecchio: - Dimmi che non è
vero!
Risposi che avevo mentito, e allora il prete
con voce piena di disprezzo: - Per penitenza, andrai a chiedergli scusa -.
E finalmente, per il sollievo del mio orecchio, lasciò la presa.
Povero padre Ponzoni, era tanto buono che aveva le
fette di salame sugli occhi e, oltre alla veste che sentiva da refettorio, non
capiva che un uomo con la barba spessa, dura e sempre perfettamente
sbarbato e profumato, che veniva a giocare con noi ragazzini poteva aver
qualche peccatuccio da nascondere. Cosa ci volete fare? Alcuni preti peccano
d’ingenuità oppure vivono tra le nuvole.
E mentre mi chiedevo se dovessi obbedire per ottenere
il perdono, Beppe mi faceva certi sorrisi invitanti e subdoli come se
sapesse quel che avevo confessato. Per fortuna che c’è il segreto del
confessionale! Ma forse nel mio caso non c’era stato peccato per aver detto
solo una bugia; però la bugia, pensandoci bene, è di per sé un peccato. Ma
allora, come la mettiamo per risolvere questo guazzabuglio?
Mi confidai con mio fratello che non faceva altro che
spanciarsi dalle risate, mentre io ero ancor più in pena per il semplice motivo
che erano già passate un paio di settimane che non servivo alla messa, che
non facevo la comunione, e che non volevo lo si notasse che me la facevo
addosso. Non potevo assentarmi dall'oratorio per timore di passar per vile e,
d'altro canto, mi sentivo soffocare dall'ansia di uscire da quella situazione.
Ogni volta che lo incrociavo, mi ripromettevo d'andar da lui.
Gli avrei proposto di far la pace, offrendogli dei
pacchetti di sigarette oppure gli avrei regalato una delle mie sette indulgenze
plenarie. E non c'è niente da ridere! Le avevo meritate andando a
servire messa tutte le mattine alle sette dalle suore. Potevo quindi
permettermi di regalargliene più d'una. Ma ogni volta venivo preso dal
panico.
Per fortuna, è sempre il diavolo che s'avvicina
all'acqua santa. L’iniziativa partì da Beppe; e finalmente venni
liberato da quel peso! Mi trovò nel cortile più grande dell’oratorio mentre mi
allacciavo le scarpe prima della partita. Come si avvicinò, mi presero i
sudorini (3), mentre lui, senza alcun turbamento:
- Sbaglio, o devi dirmi qualcosa?
Per l’emozione non risposi, fu lui a venirmi in aiuto.
Accidenti, che aiuto! Sibilando come il serpente del paradiso terrestre:
- Anche se non sei il mio tipo, se vuoi, ti posso
sempre accontentare. Tanto il prete non ti crederà mai, se lo confessi un’altra
volta.
(1) Pene.
(2) Seghe e atti impuri sono le masturbazioni.
(3) Piccole gocce di sudore.
Fonte: srs di Enzo Monti del 11 agosto 2018
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