Tratto da Merdasser di Maurizio Bastianetto
E' lo strumento che ha dato origine al modo di dire :”Parlare a Vanvera” che nel suo vero
significato quindi non vuol dire altro che “Parlare col Culo”.
Sia nello Spettacolo che nel Libro, viene dato grande risalto
(durante la trattazione degli “Odori dell’Umanità"), ai vari oggetti,
sistemi e tentativi inventati dall’uomo per mitigare e
camuffare gli effetti dei Meteorismi, alias Flatus Ventris, alias
Ventosità Anali, alias Scorregge.
Ma prima di arrivare alla Vanvera altri
oggetti furono inventati dall’Umanità.
Piritera
La
PIRITERA è arrivata nel napoletano, secoli dopo, assieme ai Principi
Borboni (Tenete presente che il termine medico ‘borbogismo’ vuol dire rumore e
gorgoglio intestinale e sembra che i Borboni ne soffrissero alquanto). Si
trattava di una specie di piffero in ceramica. Famose sono le Piritere di
Capo di Monte. Da un lato aveva una imboccatura, dall’altro le sembianze della
testa di un uccellino. Veniva adoperato nelle sfilate del Principe attraverso
la città di Napoli: Il Principe, disteso nella sua portantina, appoggiava l’ imboccature all’ ano in
modo che con l’emissione di flati il piffero suonasse in faccia alla gente che
lo osannava dicendo ”Lunga vita al Principe“ o “Salute al Principe”.
La VANVERA è lo strumento inventato dai Veneziani. Nel Seicento
venne usata fino a tutto il Settecento. Molto più ‘democratico’, alla portata
di tutti ed è di due tipi :
Vanvera da passeggio
Vanvera da passeggio
La
VANVERA DA PASSEGGIO L’oggetto costruito in pelle di vari colori si
può dividere in quattro parti. La prima parte, per aderire completamente
alle chiappe era fatta a Coppa (1) e quindi doveva essere per
lo più costruita su misura. Questa comunicava attraverso un Collo (2) ad
una Vescica (3) atta a contenere i gas intestinali, per terminare con un
pertugio munito di chiusura con spaghetto, per consentirne lo sfiato (4). L’
utente nelle occasioni di sofferenza per Meteorismi, ma nella
necessità di uscire di casa per doveri di Società, la indossava sotto il
mantello, se uomo, e sotto la gonna, se donna. Poteva così
tranquillamente recarsi al Caffè Florian o al Teatro La Fenice senza preoccupazione
alcuna. Ogni rumore veniva attenuato ed ogni odore veniva evitato nel modo più
assoluto. Una volta distante dai luoghi frequentati poteva aprire lo spago!
Se
ne è perduta l’abitudine all’uso via via con la diffusione dei cappotti
nell’Ottocento.
La
VANVERA DA ALCOVA simile solo nella prima parte alla Vanvera da passeggio
al posto della Vescica v’è stato saldato un lungo tubo, sempre in pelle, che doveva
arrivare fino ad una finestra aperta durante l’Estate.
D’ Inverno lo si
lasciava nella stanza o si preferiva farlo arrivare ad una a stanza vicina,
pensando potesse mitigarne la temperatura.
Veniva usata specialmente dal marito
durante le prime notti di nozzeo quando si era mangiato molto, e non essendoci
ancora quella confidenza fra gli sposi atta a sopportare le
continue ventosità, assai probabili dopo tanto banchettare, ecco la
necessità di questo strumento.
Fonte: da Merdasser.it
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