Il cardinale Gerhard
Ludwig Müller unisce alla "competenza teologica" quella
"saggezza" necessaria nelle persone che devono prendere decisioni
nella Chiesa. Lo scrive il papa emerito Benedetto XVI nella prefazione al
volume che esce oggi in Germania per celebrare i 70 anni dell'ex prefetto della
Congregazione per la Dottrina della Fede. "Il Dio Trino - La fede
cristiana nell'era secolare", questo è il titolo del volume che raccoglie
i contributi di altri vescovi e teologi. Nella prefazione (che qui
riportiamo integralmente) Benedetto XVI tesse gli elogi del
cardinale Müller e sottolinea la consonanza teologica che lo unisce a
lui, facendo chiaramente intendere - con lo stile delicato che lo
contraddistingue - quanto sia stato avventato averlo messo alla porta (clicca
qui). Tanto più, fa notare il papa emerito, che il cardinale Müller non
si muoveva affatto in opposizione a papa Francesco, tutt'altro. Benedetto XVI ripete
così con il cardinale Müller quella difesa pubblica che aveva già espresso
per il cardinale Robert Sarah (clicca
qui), anche lui mortificato e messo in un angolo da papa Francesco. Da
notare anche la coincidenza temporale: lo scritto di Benedetto XVI porta la
data del 31 luglio, un mese esatto dopo la mancata riconferma del
cardinale Müller (R. Cas.).
Eminenza, caro confratello,
il tuo settantesimo compleanno si sta avvicinando e anche se
non sono più in grado di scrivere un vero contributo scientifico per la
miscellanea che ti sarà dedicata per questa occasione, vorrei comunque
partecipare con una parola di saluto e di ringraziamento.
Sono trascorsi ormai ventidue anni da quando, nel marzo
1995, mi regalasti la tua Katholische Dogmatik für Studium und
Praxis der Theologie. Questo fu per me allora un segno incoraggiante del
fatto che anche nella generazione teologica postconciliare vi fossero pensatori
con il coraggio di occuparsi dell'intero, di presentare cioè la fede della
Chiesa nella sua unità e integralità. Infatti, così com'è importante
l'esplorazione del dettaglio, non è meno importante che la fede della Chiesa
appaia nella sua unità interna e integralità e che in ultimo la semplicità
della fede emerga da tutte le riflessioni teologiche complesse. Perché la
sensazione che la Chiesa ci carichi di un fardello di cose incomprensibili, che
alla fine possono interessare solo gli specialisti, è l'ostacolo principale per
pronunciare il sì al Dio che in Gesù Cristo ci parla. Non si diventa, secondo
la mia opinione, un grande teologo per il fatto di riuscire ad affrontare
dettagli minuziosi e difficili, ma per il fatto che si è in grado di presentare
l'ultima unità e semplicità della fede.
La tua Dogmatik in un volume però mi ha
riguardato anche per un motivo autobiografico. Karl Rahner aveva presentato
nel primo volume dei suoi scritti un progetto per una rinnovata costruzione
della dogmatica, che aveva elaborato insieme ad Hans Urs Von Balthasar. Questo
fatto ovviamente ha risvegliato in tutti noi un'incredibile sete di vedere
questo schema riempito di contenuti e portato a compimento. Il desiderio di una
dogmatica firmata Rahner-Balthasar, che nacque in questa occasione, si scontrò
con un problema editoriale. Erich Wewel aveva convinto, negli anni '50, padre
Bernard Häring di scrivere un manuale di teologia morale, che dopo la sua
pubblicazione divenne un grande successo. Allora all'editore venne un pensiero:
che anche nella dogmatica dovesse essere realizzato qualcosa di simile e che
fosse necessario che tale opera venisse scritta in un volume unico da una sola
mano. Ovviamente si rivolse a Karl Rahner, chiedendogli di scrivere questo
libro. Però Rahner era nel frattempo invischiato in così tanti impegni che non
si ritenne in grado di corrispondere ad una così grande impresa. Stranamente
consigliò all'editore di rivolgersi a me, che a quel tempo, all'inizio del mio
cammino, stavo insegnando dogmatica e teologia fondamentale a Frisinga. Però
anch'io, nonostante fossi agli esordi, ero coinvolto in molti impegni e non mi
sentivo in grado di scrivere un'opera così imponente in un tempo accettabile.
Allora chiesi di poter coinvolgere un collaboratore – il mio amico padre Alois
Grillmeier. Nel limite del possibile ho lavorato al progetto e diverse volte mi
sono incontrato con padre Grillmeier per ampie consultazioni. Però il Concilio
Vaticano II richiese tutti i miei sforzi nonché di pensare in modo nuovo tutta
l'esposizione tradizionale della dottrina della fede della Chiesa. Quando nel
1977 fui nominato arcivescovo di Monaco-Frisinga era chiaro che non potevo più
pensare ad una tale impresa. Allorché nel 1995 il tuo libro giunse nelle mie
mani, vidi inaspettatamente che era stato realizzato da un teologo della
generazione successiva alla mia quanto desiderato in precedenza, ma non era
stato possibile realizzare.
Poi ti ho potuto conoscere personalmente, quando
la Conferenza Episcopale Tedesca ti propose come membro della Commissione
Teologica Internazionale. In essa ti sei contraddistinto soprattutto per la
ricchezza del tuo sapere e per la tua fedeltà alla fede della Chiesa che ti
sgorgava da dentro. Quando nel 2012 il Cardinal Levada ha lasciato il suo incarico
di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede per motivi di età,
apparivi, dopo varie riflessioni, come il vescovo più adatto per ricevere
questo incarico.
Quando nel 1981 accettai questo incarico, l'arcivescovo
Hamer – allora Segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede – mi
spiegò che il prefetto non doveva essere necessariamente un teologo, ma un
saggio, che affrontando le questioni teologiche non facesse valutazioni
specifiche, ma riconoscesse cosa fare in quel momento per la Chiesa. La
competenza teologica si doveva trovare piuttosto nel segretario che guida le Consulta,
cioè la riunione dei periti, che insieme danno un giudizio scientifico
accurato. Ma similmente alla politica, l'ultima decisione non spetta ai
teologi, bensì ai saggi, che conoscono gli aspetti scientifici e, oltre a
questi, sanno considerare l'insieme della vita di una grande comunità. Negli
anni del mio ufficio, ho cercato di corrispondere a questo criterio. Quanto vi
sia riuscito, lo possono valutare altri.
Nei tempi confusi, nei quali stiamo vivendo, l'insieme di
competenza teologica scientifica e saggezza di colui che deve prendere la
decisione finale mi sembra molto importante. Penso per esempio che nella
Riforma liturgica le cose sarebbero andate a finire diversamente se la parola
dei periti non fosse stata l'ultima istanza, ma se, oltre a questo, avesse
giudicato una saggezza in grado di riconoscere i limiti dell'approccio di un
“semplice” studioso.
Nei tuoi anni romani ti sei sempre nuovamente impegnato a
non agire soltanto come studioso, ma come saggio, come padre nella Chiesa. Tu
hai difeso le chiare tradizioni della fede, ma secondo la linea di papa
Francesco, hai cercato di comprendere come possano essere vissute oggi.
Papa Paolo VI voleva che i grandi compiti nella Curia -
quello del Prefetto e del Segretario - venissero assegnati sempre solo per
cinque anni, per tutelare in questo modo la libertà del Papa e la flessibilità
del lavoro della Curia. Nel frattempo il tuo contratto quinquennale nella
Congregazione per la Dottrina della Fede è terminato. In questo modo non hai
più un incarico specifico, ma un sacerdote e soprattutto un vescovo e cardinale
non va mai in pensione. Per questo puoi e potrai anche in futuro servire la
fede pubblicamente, a partire dall'essenza intima della tua missione
sacerdotale e del tuo carisma teologico. Noi tutti siamo felici che con la tua
grande e profonda responsabilità e il dono della parola che ti è dato, sarai
presente anche in futuro nella lotta del nostro tempo per la retta comprensione
dell'essere uomo e dell'essere cristiano. Il Signore ti possa sostenere.
Infine devo ancora esprimere un ringraziamento tutto
personale. Come vescovo di Regensburg hai fondato l'Institut Papst Benedikt
XVI, che – guidato da un tuo alunno – sta compiendo un lavoro veramente
encomiabile per mantenere pubblicamente presente la mia opera teologica in
tutta la sua portata. Il Signore ti ricompenserà della tua fatica.
Città del Vaticano, Monastero Mater Ecclesiae
Festa di Sant'Ignazio di Loyola 2017
tuo Benedetto XVI
Fonte: la Bussola Quotidiana del 31 dicembre 2017
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