lunedì 13 maggio 2013

SALVATORE GIULIANO A DISPOSIZIONE DEGLI STATI UNITI PER CONTRASTARE IL COMUNISMO: ECCO IL DOCUMENTO



Salvatore Giuliano

-Redazione 1 maggio 2013-

Salvatore Giuliano aveva dichiarato di essersi messo a disposizione degli Stati Uniti per contrastare i comunismo.

Il documento è allegato al Rapporto giudiziario con il quale i marescialli dell’Arma dei Carabinieri, Lo Bianco, Calandra e Santucci  denunciarono il 4 settembre 1947 Giuliano e la sua banda, quali esecutori materiali della strage di Portella della Ginestra.
Questo Rapporto, in realtà, ebbe la supervisione dell’ispettore di P.s. Ettore Messana, che pur avendo abbandonato il suo incarico dopo i fatti del 1°maggio 1947, grazie alla denuncia politica espressa dal dirigente comunista Girolamo Li Causi, tuttavia rimase nei fatti al suo posto gestendo la fase terminale della sua carriera con la cura scrupolosa di quell’atto di denuncia all’autorità giudiziaria. 
Si tratta del primo atto di depistaggio costruito a tavolino da un organo dello Stato, nel quale il fenomeno del banditismo è rigidamente chiuso dentro i suoi confini territoriali, ma nel quale, però, gli stessi Carabinieri non poterono fare a meno di riferire quanto era sotto gli occhi di tutti.  Che, cioè,  la manovra eversiva partita il 1°maggio era proseguita il successivo 22 giugno con gli assalti alle Camere del Lavoro e alle sedi del Pci e dei socialisti in ben sette comuni della provincia di Palermo, con altri morti e decine di feriti.
L’obiettivo, aveva detto il bandito Pasquale ‘Pino’ Sciortino era quello di provocare la reazione (e poi la repressione) in tutte le altre provincie siciliane.
Su Ettore Messana occorre, in ultimo dire, che era stato questore a Lubiana, aveva organizzato le retate contro i partigiani della Slovenia, deportandoli nei campi di internamento italiani, tra il 1941 e il 1942; che era ricercato dalle Nazioni unite per crimini di guerra e che era stato promosso a guidare la pubblica sicurezza in tutta la Sicilia, anziché essere mandato sotto processo, da parte del governo De Gasperi, nel 1945.
Il documento riportato in pdf è copia digitalizzata di un originale costituente la velina di un allegato pervenuto all' "Archivio Casarrubea" . Il bandito aveva indirizzato la sua lettera al Giornale di Sicilia.
(fonte e autore Giuseppe Casarrubea Blog)







Fonte: srs di Giuseppe Casarrubea Blog, visto su  Articolo Tre, del 1 maggio 2013




IL DOCUMENTO




Allegato  n° 4

Signor Direttore

Con i migliori riguardi, la prego di pubblicare  quanto quì segue.

Credo  che non ci sarà  meraviglia, se per la poco cultura letteraria mi  esprimo così poveramente. Credo però che il popolo ne resterà più soddisfatto nel leggere questo programma  scritto del mio proprio pugno.-

Fra le vicende avventurose della vita, molto si è scritto e parlato,  fino a farmi, sia la stampa giornalistica che la fantasia popolare un leggendario nome, capace di tutto, sena però mai una base fondamentale.-

E’ proprio  per tale ragione, credo opportuno manifestare  al popolo ciò che è stato  il mio sogno e il loro scopo da raggiungere, a cui fino ad oggi  malgrado la falsità, pur sapendo di me  di mentire dai così chiamati  tutori  dell’ordine e da chi è venuto facile farne istruzionismo ai  loro bisogni. La realtà che si è coinvolta sempre nel più fitto mistero.  Ma ciò non m’impressiona perché non vedo mai possibile che il popolo dimentichi quelle  indimenticabili giornate gloriose, il quale di vero leone al fianco  a quella immortale vissillo giallo-rosso ci siamo  battuti contro  le soverchianti forze di quasi tutto l’esercito italiano incurante della nostra vita.-

Con ciò non mi esalto, ma solo per rispondere a colore che mia hanno  definito  predone di strada, uomo di strada, uomo mercenario, servitore ai così detti compari ecc.
Voglio chiarire il vero senso della realtà.-

Nel 1943 quando si costituiscono i vari particolari politici, come doveroso principio di vero figlio siciliano,  mi  associai all’idea del separatismo e di mia  propria  iniziativa  incominciai a studiare come meglio potevo  risolvere la situazione,-

Senonché una confusione mi turbava la mente rendendomi alquanto incomprensibile.
Ma più  tardi  come di ragione capivo che la  Sicilia non si poteva governare da sola senza accordi internazionali, perché evidente che in tal caso si potrebbe essere preda da uno straniero che li piaceva  averla.   Ed   anche perché  da sola, dati i disastri della guerra  non poteva risolvere tale situazione.-

Ed allora  per le ambedue  ragioni  decisi di cercare una nazione che senza sfruttarci  si poteva proteggere, e inviandoci nella via del benessere  materiale e morale.  Tale simpatia cadde sull’America per le sue  naturali ricchezze,   ed anche perché  tra molte  indigenze  popolari una  simpatia  poteva  nascere  dandoci fiducia in ciò.-

Infatti, con tali  proponimenti  diedi il via,  e nella fine del 44 non ricordo con precisione la data feci appendere sui  muri  della città  di Palermo  una catena Legata all’America e un uomo che con la spada tagliava  la Sicilia  dall’Italia.  Era chiaro che comprendevo l’annessione della Sicilia  alla confederazione Americana.-

Ma i miei proponimenti andarono in vano perché più tardi  avendo preso  contatti con i capi del movimento separatista per la mia giovane esperienza  affidai  a loro il grosso della politica, credendo anche che non si  spostavano  da quel binario,  e anche perché  essi come uomini politici e  più colti di me dicevano  loro  potevano  affrontare meglio la situazione.-

La mala fede  che  si fa ricordare quel proverbio  che dice ( Fidarsi è bello  ma non fidarsi è ancora più bello). Mi resi più forte nell’affrontare   quei traditori che dopo  essersi incoronati  di quell’onore che non ne  sono degni, mi qualificarono per i primi,  per un volgare bandito,  attribuendomi per fino le loro responsabilità.
Ciò non mi impressiona perché nessun ostacolo potrà  stroncare la mia idea. Ed a qualsiasi tempo possiamo  fare  i conti con quei turlupinatori.
Solo  mi addolora  che si è stroncato  quel giusto tempo  di quella causa,  ma che però a costo della vita  non mancherà a risorgere.-

Da alcuni giornali ho appreso che la mia carriera politica è stata allo  scopo di  discolparmi di ogni responsabilità,  che essendo l’opinione pubblica e giuridica mi pesa.-

Ciò è chiaramente falso,  perché se il mio principio  sarebbe stato tale,  potevo pensare di associami a  un partito  legale a cui con più sicura facilità   mi avrei potuto aiutare,  senza affrontare pericoli e ne tant poco aggravarmi di  situazione.-

Quindi con la  più pura coscienza  posso vantarmi che il mio sogno è stato  di  principio sagro e inviolabile, e lo sarà sempre, perché poco mi  impressioneranno i carri armari,  gli apparecchi, l’esercito italiano e con tutto anche l’intero popolo,  e poco mi impressionerà la morte, perché  la mia lotta non è stata  allo scopo finanziari a l contrario mi  avrebbero bastati i milioni  noti a tutti. Ma ho lottato e lotto allo scopo  di dare  la prosperità a un popolo che mentre  trova vergogna di  rinunciare alla propria patria soffre  dal più imperiale schiavismo.-

Se ciò non mi sarà concesso  dal grande Dio, lotterò per lasciare  scritto sulla tomba, l’eroe della Sicilia,.


                                                                        Giuliano


                                    P.C.C;

            IL MARESCIALLO MAGGIORE COMANDANTE
                        (Giovanni Lo Bianco)







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