Chiamatela l’infelicità dell’immigrazione.
Uno studio ha
scoperto che un aumento della “diversità” rende i residenti di una
zona più infelici e più socialmente isolati, mentre quelli che si trasferiscono
in zone più omogenee popolate dal proprio gruppo etnico sono più felici.
Il che apre scenari inquietanti e descrive l’immigrazione
come ennesimo fattore di diseguaglianza sociale: gli immigrati tendono a
trasferirsi nei quartieri poveri o comunque non ricchi, il che significa che
l’impatto dell’infelicità da loro portata colpisce solo i cittadini che già
vivono nel disagio, così ampliando la forbice della diseguaglianza sociale.
Non è il primo e non sarà l’ultimo studio a scoprire
l’acqua calda:
più un quartiere si ‘diversifica’ etnicamente, più il tessuto sociale si
disgrega.
Fino ad ora, questo genere di studi era ‘americano’, la società multietnica per
eccellenza, ma con la ‘diversificazione’ all’opera anche in Europa, gli
scienziati hanno l’occasione di replicare i loro studi qui. Con una differenza:
negli Usa ci sono spazi sconfinati, è semplice abbandonare un quartiere e
‘riaggregarsi’ più in là, ritrovando la felicità perduta, in Europa, a casa
nostra, questo non è possibile. Ci sono soltanto due alternative: vivere
infelici o una guerra di liberazione.
Lo studio
sociologico su larga scala , intrapreso dalla Cathie Marsh Institute for Social Research at the University di
Manchester, ha analizzato in un arco di tempo di 18 anni più di 10.000
persone.
“Con l’immigrazione a livelli storicamente elevati in molti
paesi europei, la ricerca che suggerisce che diversità etnica influisce
negativamente sulla coesione sociale genera allarme”. Inizia in modo schietto
lo studio.
Il sociologo James
Laurence, co-autore dello studio, ha dichiarato:
“Ci sono state diverse ‘ipotesi’sul fatto che la
crescente diversità etnica in una zona mina la coesione sociale dei residenti.
Il nostro studio lo conferma, le persone riferiscono di sentirsi più felici
quando si spostano dalle zone ‘etnicamente diverse’ in quartieri dove
vivono persone come loro”.
Il che non è strano, il
simile ama il simile, come disse Platone. E non si capisce perché negare
un’evidenza tale o considerarla negativa e da ‘correggere’: che male c’è a
volere vivere con i propri simili? Nessuno.
Anzi, il problema nasce per il fanatismo di chi vuole
imporre la diversità, perché questo genera disordine e scontro. E alla fine
ottieni la Jugoslavia.
Fonte: da Identità.com del 22 febbraio 2016
Link: http://identità.com/blog/2016/02/22/studio-piu-una-zona-e-multietnica-piu-i-residenti-sono-infelici/
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