I monaci tibetani sono conosciuti per vivere incredibilmente a lungo e questo non ci sorprende più di tanto se consideriamo lo stato di pace in cui vivono e il paradiso incontaminato in cui vivono. E’ importante quindi anche analizzare qual è la loro dieta per comprendere come un corpo così in pace si nutra per avere alti livelli di coscienza ed energia per svolgere le attività quotidiane anche in avanzatissima età.
Bisogna subito dire che esistono tante diverse scuole di
buddismo e quindi dire che i buddisti sono vegetariani o vegani non è esatto.
Nella scuola Theravada infatti si afferma che il Buddha permetteva ai suoi
discepoli di mangiare pollo, pesce, uova evitando però il bovino che era
ritenuto sacro in India.
Quindi smontato subito questo preconcetto passiamo ad
osservare la loro alimentazione.
Se in occidente la teoria sulle combinazioni alimentari è
recente e sempre più medici e terapisti la usano per guarire i loro pazienti
come ne ho parlato nell’articolo sulla dieta per l’artrite, essa è parte
integrante della saggezza dei monaci tibetani da migliaia di anni, che senza
avere laboratori, scienziati o nutrizionisti hanno semplicemente ascoltato il
loro corpo e i consigli dei loro maestri, hanno imparato come condurre una vita
indirizzata al pieno potenziale di benessere spirituale, mentale e fisico.
Non sorprende quindi che l’alimentazione dei monaci tibetani
è davvero semplice, troppo semplice per noi abituati a mischiare tutto e
consumare cibi ultra-elaborati. Non fanno uso di zucchero bianco, farine
bianche, sale raffinato né di additivi, edulcoranti ed esaltatori di sapidità
che sono in tutti i cibi del supermercato.
L’alimentazione dei monaci tibetani ruota attorno ai
concetti di equilibrio e di armonia con la natura. Ecco perché si interessano
anche delle varie fasi di preparazione degli alimenti, a partire dalla
coltivazione. Ciò aumenta la consapevolezza del cibo come strumento per il
sostentamento ed il benessere; percezione che invece si perde con l’abitudine
di trovare gli alimenti pronti sugli scaffali del supermercato.
Per noi un pane è un pane, mentre per loro il pane deve
essere fatto rispettando il flusso energetico della vita, facendo una lievitazione
naturale lenta usando ingredienti ricchi e maturati al sole e non immagazzinati
per anni e raffinati fino a perdere tutte le proprietà come accade da noi.
- A
tavola i monaci mangiano lentamente, dando importanza ad ogni momento del
pasto, compresa la masticazione. La masticazione è davvero importante e secondo
alcuni medici risolverebbe il 50% dei problemi di salute. La dieta che hanno
sviluppato nel corso del tempo li porta a consumare cibi integrali, in una
alimentazione con poche proteine animali e in ogni caso, essi raccomandano di
evitare la carne di maiale.
- I
grassi come il burro e olio fanno parte della loro dieta, ma mai in grandi
quantità.
- Mangiano
le uova in abbondanza. I saggi tibetani ne consumano in abbondanza, perché
molto nutrienti, ma spesso si limitano solo al tuorlo. L’albume viene
utilizzato da coloro che fanno sforzi fisici dato che serve soprattutto per i
muscoli. E non sorprende infatti dato che si trovano integratori di proteine a
base di albumina anche nei supermercati.
- Le
principali fonti di energia sono i carboidrati e le proteine, che però i monaci
non assumono durante lo stesso pasto, perché preferiscono assumere una sola
qualità di cibo alla volta. Ovvero seguono una dieta dissociata: proteine e
carboidrati consumati in pasti diversi. I monaci tibetani, infatti, spiegano
che la digestione degli amidi interferisce con quella delle proteine, e ciò può
portare ad uno spreco di energia e a una diminuzione della qualità della vita.
Queste considerazioni sono condivise in occidente da molti medici e
nutrizionisti.
- Sconsigliano
il dolce a fine pasto. In ogni modo non usano lo zucchero ma il miele che viene
visto per lo più come una medicina molto energetica.
- Concentrano
i pasti nelle prime otto ore della giornata rispettando il ciclo circadiano di
assimilazione-digestione-eliminazione. I più avanzati ricercatori stanno
infatti ritornando a questa antica concezione.
- Non
mangiano sempre lo stesso cibo ma hanno una dieta varia che segue il ciclo
delle stagioni e del corpo.
- I
monaci tibetani assumono più cibo al mattino e meno alla sera ovvero
consigliano di scalare gradualmente lungo la giornata la quantità di cibo
ingerito, di modo che l’ultimo pasto sia il più ridotto. Infatti a partire dal
pomeriggio non ingeriscono più cibo solido.
- Evitano
i cibi troppo freddi e troppo piccanti perché causano stati infiammatori nel
corpo.
- Digiunano
ad ogni luna piena e luna nuova del mese.
- Consumano
molti cibi e bevande fermentate a base di riso, soia, thé, latte. Questo tipo
di alimenti sono scomparsi nella nostra dieta ed eppure sono i più salutari
dato che sono ricchi di probiotici, vitamine ed enzimi.
Infine bisogna notare i monaci tibetani meditano sempre prima
di ogni pasto e questa è una pratica tanto semplice quanto potente. Il
rilassarsi e focalizzarsi sul momento presente riduce drasticamente i livelli
di stress, ci aiuta a mangiare lentamente e a masticare e migliora notevolmente
il metabolismo.
E’ inutile dire che si spostano a piedi e quindi non sono
sedentari sebbene siedono in quiete in meditazione per lungo tempo, e guarda
caso il prof. Soresi nella sua intervista aveva detto che il segreto della
longevità è camminare per 40 minuti per 3 volte al giorno.
Per finire nella loro saggezza senza tempo si riconosce che:
- Stare
seduti a lungo danneggia i muscoli mentre stare molto tempo in piedi danneggia
le ossa.
- Dormire
troppo danneggia il Chi(flusso di energia), stare troppo svegli danneggia il
sistema nervoso.
Non possiamo che imparare da coloro che vivono in sintonia
con il proprio corpo e il flusso della vita. Tanti utilissimi consigli che la
nostra scienza moderna sta ritornando a diffondere e dimostrare.
Fonte: da la
verità di Ninco Nanco del 15 giugno 2016
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