Lo rivela uno studio condotto dall’University of California
di San Diego.
Lo studio, durato cinque anni, ha analizzato il sonno di 164
soggetti umani con un polisonnografo, una macchina per polisonnografia che
dispone di uno scanner per il cervello, sensori della respirazione e molto
altro.
La polisonnografia è il termine usato per indicare una
registrazione simultanea di più parametri fisiologici durante la notte,
mediante un polisonnigrafo. Normalmente nel corso del test vengono registrati
due o più canali EEG, vari canali elettromiografici, i movimenti di torace e
addome, il flusso oronasale, la saturazione di ossigeno nel sangue.
Gli scienziati hanno scoperta un’ampia differenza a livello
razziale tra partecipanti negri (negri è il termine corretto per i neri
subsahariani) e bianchi partecipanti.
Gli individui delle due razze sperimentano il sonno in modo
diverso. In poche parole, i soggetti dello studio bianchi raggiungono il sonno a onde lente (SWS
nell’acronimo inglese) – che è di qualità superiore – circa il 20 per cento
del tempo. I soggetti neri, invece, raggiungono questa qualità di sonno, solo
il 15 per cento del tempo. Una differenza molto elevata che supera il 25 per
cento. E che dipende esclusivamente dalla differente capacità cerebrale.
Il sonno SWS, detto anche ‘sonno profondo’, è fondamentale
nello sviluppo della capacità cognitiva. E ne è anche espressione.
Ricerche hanno dimostrato che una persona si sentirà
tipicamente più instupidita quando privata dal sonno profondo, test cognitivi
somministrati dopo un risveglio anticipato, indicano che la performance mentale
è in qualche modo menomata per periodi fino a 30 minuti circa, se confrontati
con risvegli da altri stadi.
Immaginate individui che NORMALMENTE hanno un minore tasso
di sonno profondo. Menomazione ‘normale’.
Le motivazioni sono, ovviamente, evolutive. Il cervello è la
componente fisica umana più importante, e quella che più ha subito mutazioni
dalla ‘pressione evolutiva’.
Un altro studio pubblicato nel mese di giugno in una rivista
accademica chiamata SLEEP ha anche concluso che bianchi, neri e asiatici
dormono in modo diverso. Perché hanno cervelli diversi.
Fonte: da
idendita.com del 3 novembre 2015
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