giovedì 11 novembre 2010

RECOARO. Si è aperta una fessura sulle Piccole Dolomiti. Slitta di 5 cm in 24 ore

Le Piccole Dolomiti


PICCOLE DOLOMITI.  Tutto il comprensorio è diventato sorvegliato speciale con continui monitoraggi. Si è aperta una fessura sulle Piccole Dolomiti. Slitta di 5 cm in 24 ore. Una vistosa frattura orizzontale interessa Obante, Fumante e Gei Sopralluogo del sindaco Perlotto con il Servizio forestale regionale

Il Rotolon cammina ancora. Nelle ultime 24 ore, la fessura di recente creazione si è dilatata di 5 centimetri. Intanto, sulle vette circostanti è caduta una spruzzata di neve che ha abbassato notevolmente la temperatura con evidente disagio per i militari, i vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile, che tengono costantemente monitorata la situazione. L'acqua dell'Agno si è schiarita, segno di normalizzazione. Anche la quantità è calata vistosamente. Ma la paura si respira ancora chiaramente, tra i residenti.

FESSURA. Il contesto generale è deprimente. Il Rotolon incombe sull'abitato dei Parlati, con la nuova insidia rappresentata dalla fessurazione emersa nell'ultima settimana e che sarà studiata per almeno un mese dal satellite, che sarà attivato tra circa una settimana. Si tratta di una frattura vistosa, che interessa il tratto delle Piccole Dolomiti compreso tra l'Obante, il Fumante e le guglie Gei.

METRI CUBI. La frana nel suo complesso, che in una settimana ha scaricato a valle poco meno di 200 mila metri cubi, coinvolge un movimento montano di milioni di metri cubi legati alla improvvisa creazione della fessura nelle Piccole Dolomiti. Questa grave situazione era stata rilevata da una pattuglia del Corpo forestale dello Stato, con gli agenti del nucleo di Valdagno dell'ispettore Francesco Pretto. L'intera area è sorvegliata da 4 punti di osservazione.

Nelle postazioni si danno il turno militari dell'Esercito e volontari della Protezione civile e vigili del fuoco appositamente dislocati. In particolare, sono 24 i soldati della task force militare impegnata nella zona del Rotolon. Sono arrivati da qualche giorno in paese, dopo essere stati distaccati dal battaglione che ha operato e che sta operando ancora nelle zone alluvionate del Vicentino, per la pulizia delle strade e lo smassamento di rifiuti da case, scantinati e garage. L'Esercito rimarrà, come annunciato, fino a mercoledì. Però, non è escluso che la partenza possa slittare, a seconda delle esigenze e della gravità degli eventi.

BRIGLIE. Intanto, ieri mattina si è verificato un sopralluogo dei responsabili regionali del Servizio forestale, coordinato dalla responsabile Righele di Vicenza, assieme al sindaco Franco Perlotto. Obiettivo, valutare la situazione delle briglie del corso d'acqua e delle casse di espansione, cioè di quei bacini in prosssimità delle briglie in cui si accumulano materiali trasportati dal corso d'acqua. In questo caso, è indispensabile che tali “casse” siano libere e in grado di permettere l'accumulo dei detriti provenienti dalla sommità della frana.

LAVORI. L'ispezione ha portato all'attivazione di un cantiere, avviato ieri mattina, che a ridosso del ponte dei Sudiri procederà con la rimozione della ghiaia ora presente nell'alveo del torrente Rotolon. Inoltre, si procederà alla realizzazione di un argine, per contenere la forza dell'acqua nel caso di tracimazioni.

Un altro punto strategico, per assorbire la massa di detriti e melma, è a ridosso delle briglie dei Giorgetti. Anche in questo caso, è programmata la rimozione del materiale che è crollato in questi giorni.

Fonte: srs di Luigi Centomo da Il Giornale di Vicenza di  Martedì 09 Novembre 2010, SPECIALI, pagina 6



Recoaro:  il Rotolon adesso fa paura, sulla frana una frattura di un metro

 Impressionante la lunghezza della fessura nelle Piccole Dolomiti scivolata a valle per oltre un metro

Piccole Dolomiti. Una voragine di 1 metro. Massima allerta, continua il monitoraggio sul comprensorio sopra il “Rotolon”.  Slitta ancora la fessura.  Il cedimento è stato accertato dopo le verifiche compiute ieri Il sindaco Perlotto: «Speriamo che il movimento si stabilizzi»

Tutto il comprensorio è diventato sorvegliato speciale con continui monitoraggi. Una vistosa frattura orizzontale interessa Obante, Fumante e Gei: in 24 ore slittamento da 5 a 100 centimetri. Sopralluogo del sindaco Perlotto con il Servizio forestale regionale. Neve a 1200 metri

Recoaro. Il Rotolon cammina ancora. Nelle ultime 24 ore, la fessura di recente creazione che sembrava essersi dialtata di 5 centimetri (e già erano tanti), è diventata larga 1 metro. Intanto, sulle vette circostanti è caduta una spruzzata di neve che ha abbassato notevolmente la temperatura con evidente disagio per i militari, i vigili del fuoco, i volontari della Protezione civile, che tengono costantemente monitorata la situazione. L'acqua dell'Agno si è schiarita, segno di normalizzazione. Anche la quantità è calata vistosamente. Ma la paura si respira ancora chiaramente, tra i residenti.

L'insidia del Rotolon si nasconde sotto la neve e sotto un fitto strato di nebbia che avvolge tutta la montagna recoarese. Così per la giornata di ieri il movimento franoso è sembrato concedersi una pausa, ma a tradirne l'insidiosa presenza è il suono, il rumore delle scariche che ogni tanto provenivano dalla nebbia.
Per tutta la giornata, con intensità differente, il rumore del rotolamento dei sassi prevaleva, all'orecchio di chi ascoltava, sul regolare fruscio dell'acqua.
Lo scenario, nelle rare pause di nebbia, appariva completamente modificato grazie alla ventina di centimetri di neve caduta sulle Piccole Dolomiti durante la notte. Nel corso della giornata si è dimezzata, ma tanto è bastato a cambiar la temperatura.

SCIVOLAMENTO. La scorsa notte si è verificato un ulteriore scivolamento della fessura creatasi lungo le Piccole Dolomiti, nell'arco compreso tra Obante, Fumante e guglie Gei. Lo spostamento verso il basso, dopo accurato sopralluogo, si è scoperto essere arrivato a 110 centimetri. E la paura aumenta. «Speriamo che questo movimento di stabilizzi -ha auspicato il sindaco, Franco Perlotto-, anche se il problema esiste e come tale deve essere considerato. Oggi (ieri per chi legge) ho impiegato la giornata a rincorrere il premier Berlusconi e il ministro Bossi, in visita a Vicenza. Come ho fatto anche nei giorni precedenti con il capo della Protezione civile, Bertolaso. Sto coinvolgendo tutte le realtà possibili, per ottenere fondi per affrontare gli oltre 60 movimenti franosi».

CONTROLLI. Il primo cittadino ha ribadito che il monitoraggio è un elemento fondamentale. Per farlo al massimo livello tecnologico, «tra una decina di giorni sarà in azione il satellite che capterà ogni piccolo sussulto. Così i dati saranno disponibili con precisioni e immediatezza a tutela della popolazione».

ESERCITO. Intanto proseguono i turni di guardia coperti dai 24 militari, già in servizio a Vicenza e distaccati a Recoaro. Sono di aiuto prezioso e, con la loro presenza, alleggeriscono l'onere della Protezione civile e dei Vigili del fuoco volontari. La macchina organizzativa è attivata con centro nevralgico nell'Unità mobile in piazzale della Cabinovia. Oggi ci sarà il cambio di circa metà dei soldati che hanno svolto il servizio. La presenza dell'Esercito, ribadisce Perlotto, «sarà garantita almeno fino all'entrata in funzione del satellite».

POSTAZIONI. Intanto, si è cercato di creare un riparo migliore per chi è in servizio nei check-point sul Rotolon. Soprattutto a chi, da ieri, ha dovuto affrontare il gelo derivante dalla neve caduta a 1.200 metri. I posti di guardia in quota sono stati allestiti con una casetta prefabbricata in legno. Tra le postazioni, quella appena fuori dall'abitato dei Parlati è la più comoda e perciò anche più frequentata. Con il sopraggiungere del buio, vengono accese le fotocellule. Il loro potente fascio luminoso è puntato sul letto dell'Agno, illuminandolo a giorno. Più in alto, nella zona della frana, un altro potente riflettore squarcia la notte in una situazione che rimane costantemente ad alto rischio e che, pertanto, deve essere monitorata.


Fonte: srs di Luigi Centomo da Il giornale di Vicenza di Mercoledì 10 Novembre 2010, SPECIALI, pagina 14



Recoaro: «Qui si rischia la tragedia La situazione è grave»

La fessura della montagna

La frana del Rotolon fa davvero paura, tanto da far pronunciare all'assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti parole cariche di inquietudine, un grido di allarme quasi apocalittico.
«A Recoaro si rischia la tragedia, e lo dico senza enfasi o drammatizzazione alcuna», ha affermato l'assessore «con le frane del Rotolon e la frana Fantoni innanzitutto, ma a anche a Valli del Pasubio, Torrebelvicino, Marostica e a Malo, Malcesine nel Veronese o nel Bellunese la situazione richiede interventi straordinari».
Non sono stati i 200mila metri cubi di materiale scaricati a valle la scorsa settimana a preoccupare, quanto la gigantesca crepa trasversale che si è aperta alla base dei monti Obante, Fumante e delle guglie Gei.

Il movimento prodotto è di milioni di metri cubi di roccia.
«I 500 millimetri di pioggia riversatisi in 48 ore sulle Prealpi vicentine hanno aggravato una situazione già fragile», ricorda. Il terreno ha assorbito l'acqua come una spugna e il materiale instabile presente sotto la roccia superficiale ha iniziato a scivolare.
«Il movimento della frana è molto vasto ed io non sono l'unico a pensare che la situazione sia di estrema gravità», aggiunge Ciambetti, facendo riferimento alla decisione di Guido Bertolaso di mettere il Rotolon «sotto sorveglianza speciale».
Fra poco verrà attivato il sistema satellitare di controllo che rileverà in tempo reale l'eventuale avanzata della frana. Alcuni rilevatori posizionati nelle zone sensibili manderanno segnali al satellite che trasmetterà i dati alla sala operativa nazionale della Protezione civile. Da qui partiranno le informazioni per la Regione Veneto e per il centro operativo di Recoaro.
 «La decisione della Protezione civile di utilizzare il satellite per il monitoraggio delle montagne recoaresi è indice del grado di pericolosità dello smottamento», chiarisce l'assessore. Infatti, il sistema fu usato solo in un'altra occasione nel 2007, quando un'eruzione del vulcano Stromboli provocò un piccolo tsunami nel mar Tirreno.
«Noi e i nostri tecnici siamo in costante contatto con l'amministrazione di Recoaro per fornire tutto il sostegno che ci viene richiesto». Inoltre c'è la task force di militari a vegliare sul Rotolon.
Ma come si può fermare una frana di milioni di metri cubi? «Non si può far nulla», risponde Ciambetti. «Si possono applicare solo dei palliativi, come i drenaggi a valle e un cerotto di contenimento a monte».


Fonte: srs di Paola Bosaro da Il giornale di Vicenza di  Mercoledì 10 Novembre 2010 SPECIALI, pagina 14

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Recoaro Terme:  Rotolon  allarme rosso. Emergenza nazionale per la frana dei Parlati

La frana del Rotolon

Piccole Dolomiti.  È massima allerta per il versante montano che sovrasta la frazione danneggiata. La Protezione civile l'ha inserito nella lista di zone ad alto rischio col vulcano siciliano di Stromboli e il crollo campano di Montaguto.

La montagna recoarese diventa sorvegliata speciale, 24 ore su 24, per 365 giorni l'anno. La situazione è di massima allerta e, vista l'emergenza, non c'è da scherzare. Nel giro di tre giorni, il Rotolon sarà inserito nella lista nera delle zone geologicamente a rischio, sul territorio nazionale. Sul podio della zona rossa andrà a fare compagnia ad alcune criticità storiche come l'attività del vulcano Stromboli alle Eolie e della frana di Montaguto in Campania.

PERICOLO. Continua lo stato di massima allerta per la montagna che domina la città termale. Come si dice in questi casi, le condizioni del malato rimangono gravissime ma stabili e non è possibile sciogliere la prognosi. Scariche e spostamenti continuano ogni giorno e ogni notte. Il meteo di questi ultimi giorni non aiuta: pioggia e neve continuano a cadere e favoriscono i movimenti della colata in superficie e nel sottosuolo; inoltre, le nuvole basse e la foschia rendono proibitivi i compiti di osservazione per cui lavorano gli uomini dell'Esercito e della Protezione civile. Se ci fosse un colore più intenso del rosso per delimitare sulle cartine il pericolo che incombe sui centri abitati alle pendici del monte, si dovrebbe usare quello.

SORVEGLIANZA. La veglia senza sosta, che parte dai Parlati e arriva a 1.200 metri d'altitudine, prosegue da oltre una settimana ed è arrivato il momento di agire per tracciare nuove linee guida per la sorveglianza del Rotolon. Per questo, ieri si è tenuto in Municipio un vertice a porte chiuse.

SUMMIT. Oltre tre ore di discussione serrata tra la Protezione civile nazionale, il Cnr, i tecnici regionali, le autorità di bacino di Venezia e le forze comunali che, da oltre una settimana, stanno tenendo sotto controllo gli spostamenti della montagna.

ALLERTA. «La situazione rimarrà stabile per le prossime 48 ore -rivela Nicola Dell'Acqua, inviato speciale della Protezione civile nazionale all'uscita dal summit-. Quando diciamo “stabile”, non intendiamo assolutamente che il rischio sia rientrato, anzi. A maggior ragione in questo caso, l'attenzione deve rimanere ai massimi livelli e siamo pronti a coprire i costi che serviranno a sostenere gli interventi di prevenzione e di monitoraggio sul Rotolon. Proprio in questi giorni stanno iniziando gli interventi delle ditte specializzate e, in tre giorni, i primi strumenti saranno operativi: sarà una delle pochissime zone italiane sotto controllo costante. Siamo anche in attesa delle immagini satellitari, che sono già disponibili per gran parte della Provincia ma non qui a Recoaro a causa delle condizioni meteo instabili».

CNR. «Partiremo subito con gli interventi d'emergenza - spiega Alessandro Pasuto dirigente dell'Istituto di ricerca idrogeologica di Padova, che fa parte del Cnr -. Utilizzeremo strumenti topografici di precisione e sensori ottici e di movimento che saranno in grado di dare l'allarme in caso di spostamenti consistenti. Su indicazione di Alberto Baglioni, dirigente geologo della Regione Veneto, installeremo sensori sismici in grado di verificare in tempo reale la portata delle scariche e il danno per l'intera zona».


Fonte: srs di Karl Zilliken, da Il Giornale di Vicenza di  Giovedì 11 Novembre 2010, SPECIALI, pagina 6

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Recoaro Terme: Suona la Cuca, via tutti. Se viene giù  il Rotolon evacuazione in 5 minuti

Frana del Rotolon piano di evacuazione 

RECOARO. Centro operativo, Protezione civile, vigili del fuoco ed Esercito presidiano Parlati. È pronto il Piano di emergenza. Zaini salvavita a portata di mano con ritrovo nella contrada Piccoli. Previsti 250 posti letto in 8 hotel

Recoaro. La situazione è da allarme rosso. In ogni momento, potrebbe scattare l'emergenza con conseguente evacuazione dalle abitazioni. Per questo, nella frazione Parlati, la paura rimane nell'aria, in un'atmosfera mista a rassegnazione. Ma a ogni rumore di pietre, che si percepisce nell'aria, già ci si immagina di dover abbandonare casa in fretta e furia. All'esterno, i militari in servizio nei check point a monte sono con un orecchio teso verso il Rotolon. Quelli a valle, invece, con un dito sul campanello per avvisare la prima casa da evacuare poiché esposta al rischio maggiore essendo più vicina al letto del fiume.

EVACUAZIONE. Il Piano è pronto ed è gestito dal Centro operativo coordinato da Alberto Pianalto, in sintonia con la protezione civile presieduta da Moreno Spanevello e con i vigili del fuoco volontari, coordinati da Giordano Pregrasso. Il piano scatta al segnale, via radio, di una delle sentinelle dislocate lungo la montagna. E parte una sirena: la Cuca, come i recoaresi chiamano quella che segnava l'inizio e fine dei turni nello stabilimento di imbottigliamento.

SENTINELLE. Sono 4 i punti lungo il versante presidiati anche dall'Esercito.
Diana 1" è il check-point a monte, a 1.200 metri, per monitorare dall'alto il movimento franoso.
"Diana 2" è il punto di ascolto con 3 barriere di rete rossa: se la sentinella le vede improvvisamente sparire, significa che la frana sta arrivando.
Sia "Diana 2" che "Diana 3", contemplano anche la vigilanza del ponte per località Turcati e l'eventuale trasferimento degli abitanti nelle contrade Maltaure e Facci.
"Diana 4" è competente per la parte sottostante

ALLARME. I minuti sono preziosi. Dal momento della sirena alla conclusione dell'evacuazione dovrebbero passare non più di 5-6 minuti.
PREPARATIVI. Dopo l'allarme non resta che scappare. Si deve fuggire portando con sé i generi di prima necessità: medicine, qualche vestito e i documenti prima di tutto. Ma anche una torcia elettrica, un cellulare e denaro. Ci si deve allontanare immediatamente, senza intoppi lungo il percorso e soprattutto, senza perdere tempo. Ecco perché ai Parlati sanno bene che uno zainetto salvavita con tutte queste cose deve essere a portata di mano.

RITROVO. Una volta fuori, l'unico pensiero è raggiungere i punti di ritrovo. Quello di riferimento è in prossimità della contrada Piccoli, da cui ci sarà lo smistamento con mezzi dei soccorritori verso centri di prima accoglienza.

SISTEMAZIONE. Dalla contrada Piccoli giù diretti verso il Centro studi e poi negli alberghi del centro termale: sono pronte 8 strutture con 250 posti letto, ben oltre il numero degli sfollati. Pranzi e cene in alberghi, Alberghiero, mensa e centro smistamento.


Fonte: srs di  Luigi Centomo;  da Il Giornale di Vicenza di venerdì  Venerdì 12 Novembre 2010, SPECIALI, pagina 6


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