Rotta del Timonchio
La testimonianza drammatica di un allevatore che ha l'abitazione nei pressi del Timonchio dove lunedì il torrente è tracimato. Le accuse: «Da anni chiedo al Genio di fare i lavori di manutenzione al corso d'acqua»
DUEVILLE. Timore dell'acqua, paura come nel '66, angoscia di perdere tutto il lavoro di una vita: questi sono i sentimenti che prova Antonio Stedile, 61 anni e residente in via Due Ponti 38,a poche centinaia di metri dall'argine spazzato via dal Timonchio.
La sua proprietà costituita da 16 ettari di campi si trova sulla sponda destra del torrente che in questi giorni ha scatenato la sua furia causando un'esondazione record per il territorio di Dueville.
Antonio Stedile
«Erano le 23 di domenica e come da abitudine sono andato a chiudere la stalla - racconta Stedile - quella sera le precipitazioni erano abbondanti e, per scrupolo, sono andato a controllare il livello del Timonchio. Le acque correvano impetuose nell'alveo e, a mio giudizio, il livello che avevano raggiunto richiedeva, da parte delle forze dell'ordine, di attivare uno stato di pre-emergenza. Nelle prime ore di lunedì, al torrente mancava solo un metro per tracimare e alle 6 e mezza gli spruzzi d'acqua lambivano la terra oltre le sponde. Subito ho telefonato alle forze dell'ordine e a tutte le famiglie della contrada, esortandole a diffondere la voce - prosegue Antonio - per le 7 la parte esterna dell'argine ha iniziato a franare; era come se si sciogliesse e poco dopo si è aperta la falla che in una mezzora ha raggiunto gli 80 m di lunghezza».
Successivamente l'acqua ha iniziato ad espandersi per Vivaro, puntando poi verso Cresole e Caldogno. L'azienda agricola subito si è trovata circondata dall'acqua, ma grazie all'argine che ha resistito tra le due fratture e all'altezza a cui è stata costruita, la casa del signor Stedile si è tramutata in una vera e propria isola di salvezza.
«La mattina di lunedì ho pianto: è la seconda volta, come molte persone della zona, che subisco la furia del Timonchio - continua l'allevatore - ma oltre al terrore ho provato rabbia e rammarico.
È da vent'anni che scrivo lettere al genio civile di Vicenza, segnalando che in questo tratto bisognerebbe alzare gli argini, pulire l'alveo e predisporre scogliere in pietra. Nessuno mi ha mai ascoltato, dicendo che il mio era mero interesse personale.
Un mese fa è venuto a fare un sopralluogo, in seguito alle mie insistenti richieste, un geometra del Genio Civile. La risposta che ho ricevuto alla fine di quella visita è stata che non c'erano fondi per intervenire sul torrente».
Sempre nella stessa zona dell'azienda Stedile, lunedì un trattore è rimasto intrappolato tra le acque. «Dovevo portare degli attrezzi al mio vicino Alvaro Zazzaron - spiega il conducente del mezzo Domenico Sinigaglia - ma mentre percorrevo la strada invasa dall'acqua, sono sprofondato in una voragine».
«Quando Domenico mi ha chiamato, era sul cofano del suo trattore, pericolosamente inclinato dalla corrente - conclude Alvaro Zazzaron- sono riuscito a caricarlo sul mio mezzo agricolo e a riportarlo a casa sano e salvo».
Fonte: srs di Marco Billo da Il giornale di Vicenza di Giovedì 04 Novembre 2010 SPECIALI, pagina 22
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