È molto probabilmente una porzione dell´insediamento
dell´età del Ferro che si estende alle aree Fornaci e Montanara. Tutto
documentato e richiuso dalla Soprintendenza, in collaborazione con il Comune,
nella zona sportiva
Nuovi reperti archeologici sono emersi, in occasione
dell´avvio dei lavori per la realizzazione del nuovo campo da calcio in
località Le Fratte, nel capoluogo. Durante i primi scavi è stato ritrovato un
insediamento preistorico che risale all´età del Ferro. Non è la prima volta che
ad Oppeano vengono fatti ritrovamenti archeologici.
La zona è contigua a quella delle Fornaci e della Montara,
dove sono state trovate tracce importanti della vita dei Veneti antichi.
«Opere
pubbliche e cultura sono facce della stessa medaglia», sostiene l´assessore a
lavori pubblici e cultura Luca Faustini,
«spesso nella pratica, le Soprintendenze sono considerate scomode ed ostiche.
In questo caso invece, la collaborazione tra l´amministrazione comunale, la
Soprintendenza ai beni archeologici del Veneto, il progettista e gli archeologi
ha permesso di arrivare in tempi celeri alla soluzione del caso. Esprimo perciò
un vivo ringraziamento alla struttura del nucleo archeologico di Verona ed in
particolare alla dottoressa Federica
Gonzato, per la disponibilità e la solerzia dimostrate nell´interesse della
comunità oppeanese».
Gli scavi, effettuati in fase preliminare, dai ricercatori Federica Candelato e Massimo Saracino e in approfondimento dall´équipe del dottor Simon Thompson, hanno documentato
un´ulteriore porzione dell´abitato oppeanese nell´età del Ferro, di rilevanti
dimensioni.
«Da una prima analisi risulta che i ritrovamenti siano
riconducibili alla prima età del Ferro, compresa fra l´VIII e VII secolo avanti
Cristo», conferma l´archeologa Federica
Gonzato della Soprintendenza archeologica veronese, «si tratta di frammenti
di ciotole e contenitori di forma aperta rinvenuti in fosse unitamente a resti
faunistici, cioè materiali di scarto di una popolazione che dimorava
abitualmente in questi luoghi secoli e secoli fa, ben prima dei
Romani».
Prosegue la studiosa: «Lo scavo conferma sostanzialmente l´orizzonte
insediativo appurato negli anni Novanta dal soprintendente Luciano Salzani e dagli studenti dell´Università di Verona, in
collaborazione con il professor Alessandro
Guidi.
La frequentazione nel territorio si sviluppa a macchia di
leopardo, come già confermano gli scavi effettuati in località Montara»,
sottolinea Gonzato.
Nel dettaglio, dagli studi di Guidi e Salzani risultò
chiaro che la prima comunità oppeanese fosse formata da gruppi di famiglie con
i loro capi in un tipo di società ancora poco differenziata. Solo in seguito,
grazie all´arricchimento conseguente al miglioramento delle pratiche agricole e
dei commerci, si costituì un ordine urbano con differenziazioni sociali, una
sorta di organizzazione collettiva.
L´insieme dei dati raccolti negli anni Novanta aveva
permesso di stimare la massima estensione dell´abitato in 80 ettari. Il centro
protourbano, sebbene occupato da gruppi di abitazioni alternate a spazi vuoti
per la coltivazione, risultava tuttavia unitario. Da una campagna di scavo del
1878 tra le località Montara e Isolo, venne alla luce il famoso elmo in bronzo
a calotta conica sormontata da un bottone, reperto oggi conservato al Museo
Archeologico Nazionale di Firenze.
Una ricerca programmata negli anni e una metodologia moderna
hanno restituito molti materiali e costruzioni, tra cui tracce di antiche
capanne, fosse di scarico, installazioni difensive, fornaci per la cottura
delle ceramiche, ripostigli da fonditore e numerose sepolture. Questi importanti
ritrovamenti confermano il ruolo di primaria importanza che Oppeano ha svolto
fin dall´età del Ferro. Un fatto che fa riflette sull´enorme interesse delle
testimonianze archeologiche raccolte in tanti anni di studi e ricerche e che
costituisce l´eredità storica più importante per gli oppeanesi.
Fonte: srs di Zeno Martini, da L’Arena di Verona di venerdì
28 settembre 2012 PROVINCIA, pagina 37
Nessun commento:
Posta un commento