Ricordo di aver scritto più di volte, proprio su questo
giornale, delle continue affermazioni rilasciate dal Premier italiano e da
altri leader europei, sulla necessità di accelerare i tempi per la
costituzione dell’Europa politica. Nel mese di agosto il premier Monti
aveva paventato più volte il rischio che la moneta unica potesse divenire, in
un futuro piuttosto vicino, un fattore disgregante per la costituzione
dell’unificazione europea. Per questa ragione il presidente del Consiglio
e vari altri leader continentali avrebbero manifestato la necessità
di velocizzare l’iter procedurale per Costituzione dell’Europa politica
prima ancora che gli euroscettici, complice il fattore disgregante della moneta
europea, potessero in breve tempo divenire maggioranza. Tutti i Leader politici
italiani, ora impegnati per la campagna elettorale, sono apertamente schierati
a favore dell’Europa politica ma con i dovuti distinguo: nel centro destra il
dibattito prevalente è orientato alla costituzione degli Stati uniti d’Europa
palesando l’idea di una futura Europa federale, nel centro sinistra invece
l’orientamento politico è rivolto verso la costituzione di un unico Stato
federale. Fuori dal coro ci sono poi i partiti euroscettici come il M5S e
l’IDV, mentre per la Lega l’orientamento è qiello di una Europa federale dei
popoli e macro regioni.
E’ un bel dibattito quello sulla natura giuridica
dell’Unione Europea, ma nessuno ancora si è accorto che rimarrà tale in
quanto le continue cessioni di pezzi di sovranità da parte degli Stati verso
l’Unione Europea non sono state fin qui espressamente dovute alla crisi
economica finanziaria, ma sono invece prevalentemente servite al potere politico
Europeo come grimaldello, volto da un lato a disinnescare il rischio che gli
euroscettici potessero divenire la maggioranza, facendo valere poi le loro
ragioni, e dall’altro a giustificare future cessioni di sovranità necessarie a
costituire l’Europa politica. Infatti, anteponendo il ricatto e la paura di un
possibile rischio di default degli Stati indebitati, le cui conseguenze
ricadrebbero gioco forza verso tutti gli stati membri dell’Unione, si
costringe artatamente alla cessione di sovranità popolari anche coloro che in
Europa ci devono ancora entrare. Ecco che la Ue li costringe così, grazie anche
al vincolo previsto con la sottoscrizione dei trattati, a cedere le loro
sovranità popolari come condizione necessaria e vincolante per
partecipare a pieno titolo alla costituenda Europa politica.
Tutti i partiti e governi d’Europa sono convinti di poter
ancora incidere sul modello politico -giuridico dell’Unione,
quando invece a deciderlo saranno il Consiglio e la Commissione europei
grazie al potere conseguito e acquisito tramite le cessioni di sovranità.
Ecco la ragione per cui la moneta unica potrebbe divenire a breve il vero
fattore disgregante e il Premier italiano, come gli altri leader europei, ne è
consapevole da un bel pezzo, proprio perché il regime unico della moneta è il
maggior responsabile, se non il vero responsabile, del depotenziamento
economico degli stati unitari che hanno aderito all’Euro. Gli Stati
unitari, oggi chiamati i Piigs, hanno economie e costi molto diversi tra
loro e ulteriormente diversi lo sono da quelli federali che sono
meno dispendiosi. Nel corso di questi 11 anni i Piigs sono stati
costretti al pagamento di enormi interessi anche a causa dell’adozione della
moneta unica, divenendo così economicamente più deboli e bisognosi di prima.
Costretti ora a salvarsi da una crisi finanziaria per loro insostenibile e
utilizzata dall’Europa amministrativa con il fine di costringerli al
salvataggio, per partecipare alla unificazione politica Europea detti
stati sanno bene che per salvarsi dovranno inevitabilmente
accettare l’Europa politica. Ecco allora che potrebbe essere
spiegata anche la ragione per cui il presidente della Repubblica
Italiano da qualche tempo non invoca più l’unità dello Stato. Di recente
ho seguito in Tv su La 7 il programma “otto e mezzo” condotto dalla
giornalista Lilli Gruber a cui ha partecipato come ospite l’ex sindaco di
Venezia Massimo Cacciari con la giornalista Myrta Merlino. Quest’ultima, nel
suo intervento, ha evidenziato la divisone dell’Italia tra evasori e super
tartassati, tracciando l’ipotesi di una spaccatura del paese in due realtà
“parallele”. Alla domanda rivolta dalla Gruber al professor Cacciari se
condivideva o meno tale divisone “parallela”, l’ex sindaco ha ribadito
l’esistenza di tale realtà “parallela” confermandola con il ragionamento che i
super tartassati sono quelli che alla fine pagano per gli evasori. Ma Cacciari
non si è fermato a questa constatazione e ha voluto evidenziare il rischio di
disgregazione dell’unità dello Stato Italiano, oggi appeso solo al filo Europa.
E ha concluso affermando che, senza Europa, la secessione in tutti i sensi è da
considerarsi scontata in Italia.
Fonte: srs di di FABRIZIO DAL COL, da L’Indipendenza del 23 settembre 2012
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