L´interno della cisterna di
Castel San Pietro con il pozzo che s´infila in mezzo (FOTOSERVIZIO GIORGIO
MARCHIORI)
Gioielli di Castel
San Pietro: Siamo entrati per la prima volta nel grandioso manufatto
L'architetto Stefano Gris
L´antica chiesa di
San Pietro in Castello, sulla sommità del colle che domina Verona, era una
chiesetta che doveva esistere fin dalla prima metà del sesto secolo. Vi furono
sepolti due vescovi: Valente e Verecondo, entrambi vissuti in quell´epoca.
Inoltre nel 924 qui venne ucciso Berengario primo, re d´Italia e imperatore, e
qui si rifugiò Raterio, vescovo di Verona, per sfuggire alla vendetta degli
avversari. La chiesetta fu abbattuta nel XIX secolo per far posto alla caserma
austriaca.
L´architetto Elisa Castiglioni
nell´impalcatura che permette di scendere all´interno della cisterna
FIORE ALL´OCCHIELLO
DI VERONA. Rimasta nascosta per secoli sotto terra e ora destinata a diventare
uno dei fiori all´occhiello nel progetto di recupero di Castel San Pietro. È la
grande cisterna, definita viscontea, sotto al castello, un´opera idraulica di
venti metri d´altezza e altrettanti di larghezza, realizzata probabilmente in
epoca medievale per creare un grande deposito d´acqua piovana destinata ad usi
igienici, potabili e irrigui.
Grazie alla
disponibilità della Fondazione Cariverona, proprietaria del monumento acquistato
a suo tempo dal Comune e destinato a diventare sede del Museo di storia
naturale, entriamo per la prima volta dentro il grandioso manufatto,
accompagnati dall´architetto Stefano Gris, autore del progetto
architettonico di recupero dei Castel San Pietro e dell´allestimento del futuro
museo, e della sua collega Elisa Castiglioni.
L´accesso dall´impalcatura
L´ACCESSO è nel
cantiere allestito dietro a Castel San Pietro. A prima vista si nota solo
un´area sterrata coperta da grandi teloni, sovrastata da una struttura
metallica. Arrivati sopra la piattaforma si nota una grande porzione di muro
circolare, il perimetro esterno della cisterna, costruito con grossi sassi di
fiume. Proseguendo in senso circolare si incontra invece il muro della
fortificazione austriaca con il tipico opus poligonale. Una grande impalcatura
sospesa, a vari piani, permette l´accesso alla cisterna sottostante. La
presenza di questo grande raccoglitore per l´acqua era noto dalle mappe ma da
decenni era quasi stato cancellato dal degrado. La cisterna era diventata una
sorta di discarica, probabilmente utilizzata negli anni Venti per gettarvi il
materiale di riporto dei lavori per la costruzione della funicolare, altra
porzione di memoria storica che dovrà essere recuperata e rimessa in funzione
nel progetto globale di recupero di Castel San Pietro.
Il cantiere dietro Castel San
Pietro: da questo piazzale si scende nell´antica cisterna viscontea.
IL LAVORO di pulizia
della cisterna, effettuato da un gruppo di archeologici e seguito dalla
Sovrintendenza ai Beni ambinetali e architettonici, è durato alcuni mesi.
«Dentro c´era di tutto», spiega l´architetto Elisa Castiglioni, «dalla terra ai
rifiuti. Per poter effettuare l´operazione di svuotamento è stato necessario
praticare un´apertura nella cisterna per far defluire all´esterno il materiale
accumulato nel corso dei decenni. Un lavoro enorme».
Il pozzo principale all´interno
CENDIAMO per una
scaletta metallica a pioli nella struttura sospesa e lo spettacolo che ci
troviamo davanti è stupefacente: un gigantesco vaso rovesciato, tutto
realizzato in mattoni, con una sorta di enorme ciminiera nel mezzo, la
struttura del pozzo principale. È un luogo unico che sembra proiettarci in
un´altra dimensione. Sotto ai nostri piedi si apre la base della cisterna,
realizzata in argilla, di colore rossastro. Un sottile strato d´acqua indica
l´antica funzione dell´immenso manufatto. Le pareti si alzano verso la sommità
formando una specie di ampio cono, con aperture circolari che richiamano
vagamente la struttura della non lontana Rondella delle Boccare, la splendida
casamatta circolare inserita nelle mura magistrali tra Santo Stefano e via
Nievo.
Il fondo della cisterna
QUESTO CONTENITORE
raccoglieva l´acqua piovana e anche quella che sgorgava da falde nelle colline,
spiega l´architetto Gris, «attraverso un sistema di canaline. Inoltre intorno
al pozzo principale ce n´erano altri tre più piccoli. È un manufatto di
straordinaria ingegnosità e bellezza, tutto realizzato in mattoni». L´idea è di
rendere fruibile al pubblico questo luogo particolare, o realizzando una sorta
di percorso didattico, con delle passerelle e con dei pannelli che spiegano la
funzione della cisterna, oppure con realizzazione di «tagli di luce» sulla
sommità per rendere visibile la cisterna dall´alto. In ogni caso questo
patrimonio non cadrà ancora una volta nell´oblìo della storia. «Verranno
studiati tutti gli accorgimenti tecnici necessari per mantenere integra
l´antica struttura», precisa l´architetto Gris, ricordando che la
Sovrintendenza intende effettuare uno studio sul microclima interno della
cisterna dove un funzionale ricambio d´aria, messo a punto già all´epoca della
costruzione, garantisce la salubrità dell´acqua.
Sopralluogo sul Castello
PER SECOLI questo fu
il colle sacro della città e ora c´è finalmente l´opportunità di riportarlo
alla luce con un recupero che non si limiterà a Castel San Pietro ma agli spazi
circostanti.
Studio per il recupero del Castello
L´ipotesi del progetto della nuova hall ipogea per l´accoglienza
del pubblico, da realizzarsi dentro alla cisterna, è tramontata mentre il nuovo
orientamento, come puntualizza l´architetto Gris, parla «della costruzione di
un piccolo padiglione d´ingresso nell´area sopra la cisterna per salvaguardare interamente
gli scavi archeologici e la bellissima cisterna».
DUBBI SULL´ANNO DI
COSTRUZIONE
I resti del tempio romano.
Gli archeologi fanno risalire la costruzione della cisterna,
nota anche con l´aggettivo di viscontea, al XIV secolo. Ma sulla datazione non
c´è unità di vedute. Ci sono studiosi che affermano che non ci sono documenti
che testimonino la costruzione della cisterna nel 1300, l´epoca degli Scaligeri
che dominarono Verona dal 1262 al 1387.
Se è «viscontea» la cisterna dovrebbe risalire alla fine del
XIV secolo, poichè fu Gian Galeazzo Visconti, nel 1393, a volere la
ricostruzione di un castello al posto del precedente castrum romano.
Altre fonti ipotizzano nel XVI secolo la progettazione del
grande raccoglitore per l´acqua da parte dell´architetto veronese Michele
Sanmicheli, il quale avrebbe disegnato il progetto della cisterna di Castel San
Felice, sul colle dietro a quello di San Pietro. Fra le due strutture ci
sarebbero diverse analogie ma sono ancora tutte da studiare. Di certo la
cisterna è registrata nelle cartografie austriache, ma siamo ormai già al XIX
secolo. A dire l´ultima parola potrebbero essere le analisi fisico-chimiche sui
mattoni della cisterna.
Questo luogo è un concentrato di storia. Già all´inizio del
primo secolo avanti Cristo, vi sorgeva l´Arx, luogo sacro e fortificato posto a
guardia del passaggio sull´Adige della via Postumia e dell´Oppidum posto ai
piedi del colle, e poi della città sorta sull´opposta riva. Si ritiene che la
chiesa dedicata a San Pietro, esistente e restaurata nell´VIII secolo, sia
stata costruita su un preesistente tempio romano di cui si conservano resti
dentro all´attuale castello-fortezza.
Nel 1627 sono documentati lavori di restauro negli alloggi
dei soldati, nelle abitazioni del Governatore di Castelli e del capo dei
bombardieri.
Nel 1703 la caserma di fanteria esistente venne ampliata.
Nel 1801 i francesi di Napoleone distrussero gran parte del
castello e degli edifici interni, compresa la chiesa e il mastio.
Tra il 1852 ed il 1858 ci fu la costruzione della caserma
austriaca, ordinata dal feldmaresciallo Radetzky.
(E.CARD.)
Fonte: srs di Elena Cardinali, da L’arena di Verona di martedì 02 ottobre 2012 CRONACA, pagina 14
Link: http://www.larena.it
Fotografia: Giorgio Marchiori
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