I professori, i più autorevoli esponenti accademici, che conoscono tutte le regole dell’economia, sono stati chiamati a salvare l’Italia.
Ma che siano in grado di farlo, non scommetterei nemmeno una vecchia lira.
Non basta, la conoscenza mnemonica, l'intelligenza, occorre un qualche cosa che loro spesso non hanno: l'intuito, l’immaginazione economica, il così detto “naso economico”. Per essere più chiaro, tutti possono conoscere ed insegnare le regole degli scacchi, ma solo chi ha “immaginazione ” può vincere.
Se avessero questo “naso economico” sarebbero portati a fare gli imprenditore in “proprio”, nel libero mercato, invece sono lì ad insegnare.
Loro non smentiscono mai la cultura aziendale, pratica e di successo racchiusa nel motto (forse dovuto a Lao-tzu?!) che dice: "Chi sa fa, chi non sa insegna, e chi non sa insegnare, insegna ai formatori".
Tanto per dare un piccolo esempio di cosa è il “naso economico” vorrei ricordare che nel mio veronese le migliori aziende sono state fondate da personaggi al limite dell’ alfabetizzazione, che parlavano solamente dialetto veneto e che la migliore mente economica, ma soprattutto di etica morale calata nell’economia che mai abbia conosciuto, e che ha aiutato a fondare centinaia di aziende, alcune di esse oggi a livello mondiale, non era riuscito a finire le elementari.
Quei professori posti a salvare i POPOLI ITALIANI, perché quella è la vera Italia, proprio non li vedo. Al massimo possono salvare qualche ente o aiutare qualche “potentato economico”, nel perdere poi la loro “partita scacchi”, sperando che nel tempo avuto a loro disposizione, non siano riusciti a “cassare” anche la Nazione.
Ai posteri la sentenza!
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