La mappa del The Econimist
Alcuni mese fa uno di più celebri e autorevoli settimanale economici del mondo The Econimist in una panoramica sulla situazione dei conti pubblici e sullo stato di salute finanziario dei vari Stati membri dell'Ue indicò in verde i Paesi con un'economia che marciava e in rosso quelli impantanati, in pratica le palle al piede. I rossi erano le solite Grecia, Spagna, Portogallo e Irlanda, con un'aggiunta, la parte centromeridionale dell'Italia, da Roma in giù, graficamente spezzata in due: il Nord, ovviamente, era in verde con la Germania e gli altri che galoppavano.
Addirittura l'editoriale dell'Economist affondava impietosamente il coltello nella piaga ribattezzando il Mezzogiorno come “BORDELLO”.
Al di là delle considerazione degli esperti analisti dell'Economist resta quel fotomontaggio, a raccontare una realtà sotto gli occhi di tutti, quella di uno Stato con il terzo debito pubblico mondiale, di un debito di oltre 1980 miliardi di euro (con relativi interessi...), di uno Stato a due velocità, con un Nord che lavora, produce e viene sempre più spremuto, e che comunque tiene botta nonostante una crisi internazionale senza precedenti, una crisi che sta facendo sbuffare anche la locomotiva tedesca, oltre a quella francese, e un Centro-Sud, che si alimenta del fiume di denaro che scende dalle sette regioni locomotiva, costrette da sole a tirarsi dietro tutti gli altri vagoni, con le loro sacche di assistenzialismo, di sprechi, e di malagestione. Più chiaro di così.
Fonte: liberamente tratto da THE ECONIMIST del 29 aprile 2010
Nessun commento:
Posta un commento