venerdì 2 aprile 2010

Verona-Piazza Corrubbio: la necropoli «sarà (solo) nei libri di archeologia»


PARCHEGGIO E REPERTI. Dagli scavi è affiorato un eccezionale cimitero cristiano medievale
                       

Un enorme cimitero cristiano risalente all'alto Medioevo: il più significativo mai emerso a Verona. Ecco cosa c'è sotto piazza Corrubbio. Tombe di foggia diversa, sia a «cappuccina», ovvero con coperture di tegole, sia a cassone, cioè simili a bare di pietra: le ultime, queste, affiorate dal terreno. Almeno una novantina le sepolture rinvenute dagli archeologi in questi mesi di scavi: e molte di esse contengono i resti di più persone, talvolta anche una decina ciascuna. Potrebbero essercene ancora altrettante.
«Prezioso materiale di studio per approfondire la conoscenza della storia veronese», dicono gli esperti al lavoro.  Se si continua di questo passo, si prospetta una mole di reperti eccezionale: un evento che «entrerà nei libri di archeologia».


Ma questo non basta a fermare il parcheggio sotterraneo che nessuno, a San Zeno, vuole.
Le tombe, spiegano gli archeologi, sono facilmente smontabili e asportabili dal luogo di ritrovamento, anche perché povere: prive, cioè, di strutture massicce e corredi.
Secondo indiscrezioni, si sta già pensando di riservare un angolo dell'area del futuro parcheggio per esporre la ricostruzione di qualche sepolcro. E ora sembra che i tempi dei sondaggi nel suolo siano destinati a dilatarsi ulteriormente: il lavoro per togliere i reperti è molto rilevante.


Nel frattempo, il comitato «Salviamo piazza Corrubbio», guidato da Mao Valpiana, torna all'attacco con una nuova trovata «contro lo sfregio all'urbanistica del quartiere, alle attività commerciali messe in ginocchio, e alla natura, poiché i 15 alberi della piazza saranno tagliati».

Le facce di Piazza Corrubio

Ai balconi e alle finestre delle palazzine affacciate sul cantiere sono stati esposti oltre 50 ritratti di abitanti. E altri seguiranno nei prossimi giorni. Volti di cittadini dipinti a tempera su pezzi si stoffa colorata dall'artista sanzenate Loretta Viscuso, già promotrice della protesta contro il taglio delle robinie sulle Regaste. «Le vedete, non sono facce sorridenti», spiega lei, indicando le «tele» ai poggioli. «Sono lì per ricordare al Comune, alla Soprintendenza e alla ditta Rettondini che noi stiamo qui per controllare ciò che succede».


Valpiana rilancia le tre domande cruciali indirizzate in particolare al sindaco Tosi e all'assessore Corsi:
«Perché il Comune ha fatto retromarcia sul parcheggio di San Giorgio, mentre in piazza Corrubbio si insiste solo sulla questione della penale?».
Seconda: «Se la tramvia, a lavori già commissionati, si è potuta trasformare in filobus, perché anche il progetto di quest'opera non ha potuto essere modificato?».
Terza: «Perché non è stata trovata un'alternativa da proporre alla ditta».
(L.CO.)

Fonte: da L’Arena di Verona, di Sabato 20 Marzo 2010, CRONACA, pagina 10

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