domenica 25 aprile 2010

Ecco perché il 25 aprile nelle Venetie è solo la festa di San Marco Evangelista

 Leone di San Marco inserito nell'argine dell'Adige a Verona

La “resistenza” contro il nazifascismo ci fu, ma non nelle Venetie

Al nord del Po e specialmente nelle Venetie la storia della resistenza fu totalmente diversa da quella del sud, anzi, è un falso storico parlare di resistenza.

Nel 1944  Palmiro Togliatti (comunista), al tempo ministro della giustizia italiana, FINANZIAVA TITO per l’annessione  di Istria e Dalmatia, e  CI SONO LE RICEVUTE.

Questo era conforme al progetto già stabilito dal Congresso comunista del 1933, di sottomettere la Venezia Giulia ( Istria e Dalmatia) e il Veneto alla dittatura comunista e a Tito, naturalmente mascherando la faccenda con il “diritto di autodeterminazione” di quelle terre.

Come dimostrato dallo storico Marco Pirina, Togliatti e Tito pranzavano assieme in via Veneto a Roma, insieme ad altri che oggi vengono definiti “Padri della Patria” , e Tito riceveva l’equivalente di diversi milioni di Euro odierni al mese per realizzare il progetto.

Quando nel 1945 Tito arrivò a Trieste, Togliatti ordinò ai Partigiani di mettersi al suo servizio, e così fu, ma  furono mandati a spasso per la Slovenia fintanto che i Titini facevano l’epurazione di migliaia di persone gettate nelle foibe intorno a Trieste.

Il progetto fu quello di annettere tutte le Venetie fino al Garda con la motivazione che quei territori erano “legittimamente Sloveni” ed si disse che i veneti erano sloveni e dovevano avere una repubblica comunista confederata.

Per stabilire il confine orientale della nuova repubblica Italiana il governo italiano dette DELEGA IN BIANCO al Comandante della Brigata partigiana Garibaldi, certo Toffanin detto “Vanni”, morto solo nel 2007, noto  comunista che come tutta la sua Brigata  voleva realizzare non già la liberazione ma la dittatura comunista tanto da aver ucciso i comunisti moderati.

Insomma, il governo Italiano tentò, con la collaborazione attiva dei Comunisti Jugoslavi, non di liberare le Venetie, ma di SOTTOPORLA ALLA DITTATURA COMUNISTA DI TITO, cioè ad un altro Totalitarismo ed ad un altro stato.
Tutto questo è  DIMOSTRATO dai documenti usciti dagli archivi dei paese dell’est e a RITROVATI ANCHE A ROMA.

Il progetto in questi termini fallì perché gli americani (che si dice arrivarono a Trieste  prima di Tito) a cui il governo del 8 settembre voltò le spalle, arretrarono al di là del Po e cominciarono una massiccia opera di bombardamento aereo squarciando Padova, Treviso e altre città, radendo al suolo Latisana ecc, proprio per impedire questo progetto.

Perfino la ritirata (in rotta) dei tedeschi non racconta una storia di liberazione, perché ci furono solo alcuni episodi di ritorsione NaziFascista provocata dagli sporadici attentati dei partigiani che non avevano nemmeno una utilità militare (i tedeschi erano in rotta ) ma ebbero purtroppo gravi conseguenze sulle popolazioni
Tutto questo è  DIMOSTRATO dai documenti raccolti da vari storici della resistenza nel veneto e negli ex Paesi dell’Est..

Resa impossibile la creazione della Repubblica Socialista del Nord Italia, comunque il Governo Italiano operò per l’annessione e riuscì a non far votare al Referendum monarchia/repubblica  del 1946 gli Istriani, i Dalmati, gli italiani delle Isole, e ci riuscì, ma impedendo il voto anche a Udine, Pordenone, Belluno, Bolzano e centinaia di migliaia di altri cittadini avente diritto. Quindi si può dire che in maggioranza IL POPOLO VENETO non ha nemmeno votato per il referendum, rendendolo nullo.

Nella notte dello spoglio dei voti dopo un lungo silenzio nell’afflusso dei dati d’  improvviso comparvero 2 milioni di voti per la  repubblica, e tutta via lo scarto con la quale la repubblica “vinse” non è sufficiente a cancellare il fatto che a quasi 3 milioni di persone  (quasi tutti veneti) a cui  fu  IMPEDITO DI VOTARE, nullificando il risultato

Non stupisce dunque che Napolitano, Fini e Berlusconi quest’anno ribadiscano all’unisono la favola della resistenza, perché la realtà è ben diversa e massacra e sbugiarda la storia della resistenza.

Per quanto riguarda le Venetie, si può parlare non di resistenza ma solo di un colpo di Stato fallito, operato dai comunisti con la complicità di repubblicani, liberali e cattolici popolari come De Gasperi e del Governo Italiano.

Ma sono il primo a dire che la resistenza ci fu nel centro italia, ed è una storia  italiana, ma non può essere un valore condiviso della storia veneta.
Anche in questo aspetto la storia delle Venetie è ben diversa dal resto d’Italia e non ha nulla a che spartire.

E d’altra parte, poiché nel 1866 i risultati del plebiscito per l’unità all’italia furono pubblicati sulla gazzetta ufficiale ben 3 giorni prima dello svolgimento dello stesso. Che cosa volete che faccia un occupante abusivo di una terra sovrana se non cercare di coprire le conseguenze di quel colpo di Stato con una storia inventata, che così si cancella anche un secondo fallito colpo di Stato  e la millenaria storia del popolo originario?

Per i veneti da 15 secoli il 25 aprile è San Marco,  e sarà sempre di più così anche se coperta dallo Stato e dalla  Regione Veneto che si impegnano a cancellarla  e a sostituirla con una ricorrenza fasulla come quella della resistenza.

Il 25 aprile non è e non sarà mai una data condivisa, perché è un falso.


Fonte: L'Opinione di Loris Palmerini




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