Il Secondo trattato
del grande Set è uno scritto apocrifo di matrice gnostica ritrovato nel settimo
dei codici di Nag Hammâdi. È noto in
particolare per contenere la teoria secondo la quale non fu crocifisso Gesù ma
Simone di Cirene, ripresa poi dall'Islam.
L’ORIGINE ED IL
CRISTO
La grandezza perfetta riposa nell'ineffabile luce, nella
verità della madre del tutto.
Io sono colui che è perfetto; poiché sono unito a tutta la
grandezza dello spirito - che è nostro compagno, e un compagno simile a lui non
esiste - dopo ch'io pronunciai una discorso a gloria del Padre nostro.
E voi tutti siete giunti a me a motivo di questo discorso. A
causa della sua bontà, la parola che è in lui ci ha dotato di un pensiero
intramontabile. La sua bontà è schiavitù, poiché «noi moriremo con Cristo»,
dotati di un intramontabile e incontaminato pensiero. Il segno dell’acqua é un
miracolo incomprensibile: di esso non si può parlare. Questa parola deve essere
pronunciata da noi. Io sono colui che è in voi, e voi siete in me come il Padre
è in me e in voi.
Col cuore puro dissi agli altri esseri celesti preesistenti:
-Convochiamo una chiesa! Visitiamo la Sua creazione! Mandiamo in essa qualcuno,
così come Dio visitò le ennoiai che si trovano nelle regioni inferiori.
Allorché pronunciai queste parole davanti all'intera folla della numerosa
chiesa della esultante grandezza, tutta la casa del Padre della verità se ne
rallegrò. È poiché sono uno di loro, della loro sfera, che diedi consiglio in
merito alle ennoiai emanate dallo spirito incontaminato, cioè in relazione alla
discesa sull'acqua, nelle regioni inferiori. Tutti ebbero un'unica ennoiai
quella che procede dall'Uno. Designarono me, perché io ero pronto.
LA CREAZIONE DEL
MONDO ED IL PECCATO DI SOPHIA
Venni per rivelare la gloria del padre ai miei compagni e
agli spinti miei compagni. Poiché quelli che si trovavano nel mondo erano stati
preparati per volere della nostra sorella Sofia -quella che è detta Prunikos a
motivo della sua ingenuità. Essa non era stata mandata per questo, né in
proposito aveva chiesto alcunché dal tutto, né dalla grandezza della chiesa
celeste, né dalla pienezza. Era venuta prima, per preparare dimore e luoghi per
il figlio della luce e suoi collaboratori che essa trasse dagli elementi
inferiori costruendo da essi dimore corporee; ma, essendo venuti all'esistenza
in una gloria vuota, finirono in distruzione nelle dimore nelle quali si
trovavano, dato che erano state preparate da Sofia. Essi erano pronti ad accogliere
la parola vivificante a proposito dell’Ineffabile Monade e della grandezza
della chiesa celeste di tutti coloro che sono perseveranti e di coloro che sono
in me.
L’incarnazione del Cristo
Entrai in una dimora corporea. Scacciai quello che era in
essa, e vi entrai io. Tutta la folla degli arconti ne fu sconvolta. Tutta la
materia degli arconti e così pure le forze generate della terra furono scosse
allorché videro la somiglianza dell'immagine (ilica): infatti, era mescolata.
Io sono colui che era in essa; non rassomigliavo a quello che c'era prima.
Quello, infatti, era un uomo mondano. Io invece, io sono dall'alto dei cieli. A
loro non nascosi neppure che sarei diventato un Cristo; ma non mi manifestai
loro con quell'amore che da me doveva sprigionarsi. Io manifestai che sono
straniero alle regioni inferiori.
IL TERRORE E LO
SMARRIMENTO DEGLI ARCONTI PER LA VENUTA
Grande apprensione, smarrimento e fuga prevalsero
nell'intero luogo cosmico; e così fu pure del piano degli arconti. Alcuni,
tuttavia, si convinsero allorché videro i miracoli da me compiuti; tutti coloro
che erano discesi in basso con quella generazione, fuggirono da colui che era
fuggito dal trono, e andarono verso la Sofia della speranza: prima, infatti,
lei aveva dato un segno, a nostro riguardo, e di tutti quelli che sono con me,
coloro cioè che sono della generazione di Adonaios. Altri, invece, fuggirono
perché dal cosmocrator e dai suoi era venuta su di me ogni genere di punizione;
si avverò una fuga del loro intelletto a proposito di ciò che dovevano decidere
a mio riguardo: pensavano, infatti, che Lei (Sofia) fosse l'intera grandezza, e
perciò adducevano una testimonianza falsa contro l'uomo e contro l'intera
grandezza della chiesa celeste.
Non era loro possibile conoscerla, cioè conoscere il Padre
della verità, l'uomo della grandezza. Ma costoro sono quelli che hanno rubato
quel nome «uomo» per contaminarlo con l'ignoranza per consumare con un vaso che
avevano preparato per la distruzione dell'Adamo che essi avevano creato per nascondere
allo stesso modo quelli che sono loro. Gli arconti, poi, appartenenti al luogo
di Jaldabaoth, manifestano il regno degli angeli planetari - seguito
dall'umanità - affinché noi si conosca l'uomo della verità. A loro infatti, era
apparso l’Adamo che avevano formato. Ma un moto di paura colpì tutta loro
(degli arconti) dimora: temevano che gli angeli, i quali li circondano si
ribellassero; infatti, senza quelli che lodano di continuo, essa (la dimora)
sarebbe andata in rovina e il loro arcangelo sarebbe rimasto svergognato.
IL DEMIURGO RICHIAMA
I SUOI E GLI ARCONTI DELIBERANO DI DISTRUGGERE IL CRISTO E DI BLOCCARE IL PIANO
SALVIFICO
Allora, dal cosmocrator, venne un grido rivolto agli angeli:
- Io sono Dio, e all'infuori di me non ve n'è alcun altro -. All’udire quel
borioso vanto, io feci una allegra risata. Ma egli aggiunse ancora: «Chi è
l’uomo? Tutto l'esercito dei suoi angeli, alla vista
di Adamo e della sua dimora, risero della sua (di Adamo) esiguità. E così la
loro (degli angeli) ennoia fu distolta dalla grandezza del cielo - cioè
dall'uomo della verità del quale avevano visto il nome - poiché era in una
piccola dimora. Sono essi che sono piccoli e insensati nel loro riso cioè nella
loro vuota ennoia. Egli (l'uomo) era là allo scopo di scalzarli.
Tutta la grandezza della paternità dello spirito riposava
nei suoi luoghi. E sono proprio io che ero presso di lui. Poiché io ho una
ennoia dall'unica e identica emanazione proveniente dagli eterni e dalle
inconoscibilità incontaminate e incommensurabili, deposi nel mondo la piccola
ennoia, suscitando tra loro inquietudine e incutendo paura a tutta la folla
degli angeli e al loro arconte. A motivo della mia ennoia, io passai attraverso
tutti, sebbene essi mi combattessero con fuoco e fiamme. Tutto ciò che mi
contrapposero non ebbe successo. Eccitazione e lotta sorsero attorno ai
serafini e ai cherubini che stanno ai lati di Adonaios, non appena iniziarono a
sciogliersi la loro gloria e la miscela e la loro dimora, fino al cosmocrator e
a colui che disse: -Togliamolo di mezzo -; altri dissero pure: -Il piano
salvifico certo non riuscirà -.
LA CROCIFISSIONE FU
UNA ILLUSIONE PER INGANNARE GLI ARCONTI
Adonaios, infatti, se ne restò tranquillo in quanto sperava
nella salvezza: egli mi conosce. Io ero nelle fauci dei leoni. Il loro piano su
di me, al quale essi miravano, era dissolvere il loro errore e la loro
insensatezza, io però non soccombetti a loro, come essi, invece, avevano
progettato. Io non provai alcuna sofferenza. Quelli che erano là mi
condannarono a morte, ma in realtà io non sono morto, bensì soltanto in
apparenza, altrimenti sarei stato svergognato da loro; essi, infatti, sono
parte di me stesso. Allontanai da me la vergogna; non ebbi paura di fronte a
ciò che mi accadde nelle loro mani. Ero in procinto di soccombere alla paura,
sarei divenuto schiavo della paura. È soltanto secondo la loro vista e il loro
pensiero che io ho sofferto, affinché non andasse perduta alcuna parola, a loro
riguardo. Questa mia morte che essi pensavano fosse avvenuta, avvenne su di
loro. Nel loro errore e nella loro cecità, inchiodarono sulla croce il loro
uomo; così lo consegnarono alla morte. I loro pensieri non mi vedevano: essi
erano sordi e ciechi. Facendo questo, essi condannarono se stessi. In verità,
costoro mi videro e punirono. Non io, ma il loro padre, fu colui che bevette il
fiele e l'aceto. Non io fui percosso con la canna. Era un altro colui che portò
la croce sulle sue spalle, cioè Simone. Era un altro colui sul cui capo fu
posta la corona di spine. Io, nelle altezze, mi divertivo di tutta l'apparente
ricchezza degli arconti, del seme del loro errore, della loro boriosa gloria.
Ridevo della loro ignoranza.
IL CRISTO NON VISTO
LIBERA I PRIGIONIERI
Ridussi a schiavitù tutte le loro potenze. Allorché io
discendevo, nessuno, infatti, mi vide. Poiché mutavo i miei aspetti esteriori,
cambiando da una forma a un'altra forma. Quando giunsi alle loro porte assunsi
le loro somiglianze. Le attraversai tranquillamente, guardai i luoghi, ma non
provai alcun timore né vergogna, perché ero incontaminato. Parlai con i
prigionieri, mi mescolai con essi attraverso coloro che sono miei, calpestai
quanto li tormentava, e spensi il fuoco e la fiamma. Tutto ciò lo feci di mia
volontà adempiendo il volere del Padre che è in alto.
IL SENSO MISTICO
DELLA NUOVA CAMERA NUZIALE
Il figlio della grandezza, che si trovava nella regione
inferiore, lo portammo lassù in quelle altezze ave io mi trovo da tutte le
eternità, in quelle altezze che nessuno ha visto né conosciuto, lassù ove ha
luogo lo sposalizio e la vestizione dell'abito nunziale, abito nuovo e non
vecchio, abito che non si logora. Quella infatti, ch'io ho manifestato è la
nuova e perfetta camera nunziale celeste a tre locali. Mistero incontaminato
che si realizza nello spirito dell'eòne che è senza fine, non frammentario, né
descrivibile: è, invece, indivisibile, universale e duraturo. Poiché l'anima
che viene dall'alto, non può parlare sotto il dominio dell'errore che
signoreggia quaggiù, né può sfuggire da questo eòne; ne sarà tratta soltanto
allorché sarà libera e, in questo mondo, avrà fatto uso della sua nobile
origine, stando davanti al Padre instancabilmente e senza paura, sempre unita all'intelletto,
affidata alla forza di un prototipo. Guarderanno a me da ogni parte, senza
odio. Poiché mi vedono, saranno visti; sono uniti a me, e vi è unione tra di
loro; da loro non fui umiliato, essi non furono umiliati da me; davanti a loro
non ebbi alcuna paura, essi non ebbero alcuna paura davanti a me. Passeranno
senza paura attraverso ogni porta e saranno perfetti nella terza gloria.
GLI ARCONTI
INCHIODANO UNA IMMAGINE ED IL CRISTO DECIDE LA LORO DISTRUZIONE
Il mondo non accolse la mia ascesa nell'altezza rivelata, il
mio terzo battesimo in una immagine manifesta. Quando essi fuggirono dalla
fiamma delle sette potenze, e tramontò il sole delle forze degli arconti,
furono avvolti nelle tenebre. E il mondo divenne povero allorché egli fu
trattenuto da una moltitudine di catene. Essi lo inchiodarono all'albero, lo
fissarono con quattro chiodi di bronzo. Con le sue mani, egli strappò il velo
del suo tempio. Un fremito assalì il caos della terra, poiché le anime che si
trovavano laggiù nel sonno erano state liberate; si erano alzate e camminavano
apertamente qua e là, dopo avere deposto nelle tombe morte lo zelo insensato e
l'ignoranza, ed essersi rivestite dell'uomo nuovo, avendo esse riconosciuto
quel perfetto, beato figlio dell'eterno e incomprensibile Padre e della luce
infinita, che sono io. Allorché io venni dai miei e li unii a me stesso, essi
si unirono a me senza bisogno di molte parole. La nostra ennoia era, infatti,
con la loro ennoia. Perciò compresero tutto quanto io dicevo. Noi, infatti, prendemmo
la decisione di eliminare gli arconti. In conformità di ciò, io eseguì il
volere del Padre, cioè io -il figlio del Padre -insieme al mio seguito.
NASCE UNA FALSA
CHIESA, CREATA DAGLI ARCONTI PER SCIMMIOTTARE QUELLA VERA, PERSEGUITA LA GNOSI
Lasciata la nostra dimora, siamo discesi in questo mondo: in
questo mondo abitavamo nei corpi. Eravamo odiati e perseguitati non soltanto da
coloro che sono ignoranti, ma coloro che ritengono di promuovere il nome di
Cristo, sebbene siano inconsapevolmente vuoti: simili a muti animali, non sanno
essi stessi chi sono. Perseguitavano, pieni di odio, anche coloro che erano
stati liberati da me: quando la porta sarà chiusa, costoro piangeranno con
inutili sospiri; infatti, questi non mi hanno conosciuto pienamente, e furono,
invece, servi di due e più padroni. Sì, voi sarete vittoriosi nella guerra,
nelle lotte e nelle divisioni causate da invidia e da rabbia. Sì, nella
integrità del nostro amore noi siamo innocenti, puri e buoni, poiché abbiamo il
ricordo del Padre in un mistero ineffabile.
LA FALSA CHIESA
DIFFONDE BUGIE E L’INSEGNAMENTO DI UN
MORTO PER DISTRUGGERE LA CHIESA DEI PERFETTI
Sì, era una cosa ridicola! Lo attesto io, era proprio una
cosa ridicola. Non riconoscendo che la gnosi è una inesprimibile unione - quale
si trova unicamente tra i figli della luce -, gli arconti crearono una scimmiottatura
di voi; diffusero l'insegnamento di un morto e le corrispondenti bugie, per
contraffare la libertà e la purezza della chiesa dei perfetti e ucciderla con
il loro insegnamento, per estendere la paura e la schiavitù, preoccupazioni
terrene e culti abbandonati: minorenni e ignoranti, non accettano la nobile
discendenza dalla verità, poiché odiano colui nel quale sono, e amano colui nel
quale non sono.
LA FALSA CHIESA COMBATTE
LA GNOSI E NON LA CONOSCE
Essi, infatti, non hanno afferrato la grandezza della gnosi,
che ha origine dall'alto, dalla fonte della verità, e non dalla schiavitù,
dall'invidia, dalla paura, e dall'amore verso la materia terrena. Perciò
costoro, senza paura e liberamente, si servono di ciò che appartiene a loro e
di ciò che a loro non appartiene; non bramano il potere, e una legge interiore
determina ciò che essi vorranno. Mentre quelli che non la possiedono sono
poveri. Si, sono poveri quelli che non l'hanno, e quelli che desiderano averla.
E costoro seducono quanti si trovano tra loro dandosi l'apparenza di coloro
che, in verità, possiedono la libertà, proprio come se noi fossimo condotti
sotto il giogo e nella necessità dell'osservanza della legge e ci trovassimo
sotto la paura di Dio.
IL SEME DELLA VERITÀ
NON HA BISOGNO DI CUSTODIA E COMPIE LA PAROLA PERCHÈ LA PAROLA É IN LORO
Mentre uno è nella schiavitù, l'altro sarà difeso da Dio e
guidato per mezzo di una valida costrizione e sotto minaccia, tutto il nobile
seme della paternità non ha bisogno di alcuna custodia in quanto esso stesso senza parola e senza costrizione difende ciò
che gli appartiene e unisce la sua volontà a quella dell'assoluta ennoia della
paternità; cosicché questa sarà perfetta nel santo e ineffabile mistero per
opera dell'acqua viva, affinché siate saggi l'un l'altro, non soltanto
nell'ascolto della parola, ma nell'esecuzione e nel compimento della parola! I
perfetti, infatti, devono disporsi in tal modo e unirsi a me in buona amicizia,
affinché non abbiano nulla in comune con qualsiasi inimicizia. Io ho compiuto
ogni cosa per opera di colui che è buono. Questa è l'unione con la verità,
affinché non sorga tra loro qualche avversario. Chiunque porta divisione - portando
divisione non insegna saggezza e non è un amico – è nemico di tutti loro. Ma
colui che vive, in armonia e amicizia di amore fraterno, in modo naturale e non
artificioso, completamente e non in modo parziale, costui è veramente nel
volere del padre, è l'amore universale e perfetto.
L’INGANNO DEI PADRI,
DEL LIBRO, DEI PROFETI, DI MOSÈ E DELLA SUA LEGGE, OPERA DEL DEMIURGO
Oggetto di scherno fu Adamo, creato dalla ebdomade quale
contraffazione del tipo di uomo: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e
ai miei fratelli; noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato.
Oggetto di scherno fu anche Abramo - e con lui Isacco e Giacobbe -, in quanto
dalla ebdomade - quale contraffazione -furono detti «i padri»: quasi, che egli
con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli; noi che siamo innocenti
davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu David in quanto, per
influsso della ebdomade, suo figlio fu detto «il figlio dell'uomo»: quasi che
egli con ciò fosse superiore a me e ai compagni della mia stirpe; noi che siamo
innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu Salomone,
in quanto egli - diventato vanesio per influsso dell'ebdomade - credette di
essere un Cristo: quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei
fratelli; noi che siamo innocenti davanti a lui e non abbiamo peccato. Oggetto
di scherno furono i dodici profeti. In quanto, per influsso dell'ebdomade essi
che sono contraffazioni, si presentarono, come imitazioni dei veri profeti:
quasi che egli con ciò fosse superiore a me e ai miei fratelli; noi che davanti
a lui siamo innocenti e non abbiamo peccato. Oggetto di scherno fu Mosè, servo fedele,
secondo un'empia testimonianza, il quale fu detto “amico di Dio”: né egli mi
conobbe né quanti furono prima di lui. Da Adamo fino a Mosè e Giovanni
Battista, nessuno ha conosciuto me né, i miei fratelli.
LA LEGGE MORTA DEL
DEMIURGO
Tutto ciò che essi avevano era una dottrina data dagli
angeli concernente prescrizioni sui cibi, e una dura schiavitù. Non hanno mai
conosciuto la verità, né mai la conosceranno. Un grave inganno pesa, infatti,
sul loro animo sicché non si trovano mai nella condizione di scoprire e
riconoscere l'intelligenza della libertà, fino a quando riconosceranno il vero
figlio dell'uomo. A motivo del Padre mio, io sono colui che il mondo non
riconobbe; e, per questo, esso (il mondo) insorse contro di me e contro i miei
fratelli. Ma noi davanti a lui siamo innocenti; non abbiamo peccato.
IL DEMIURGO, DIO
DELLA BIBBIA: L’ARROGANTE E LA DIFFERENZA CON IL VERO DIO: IL PADRE
Oggetto di scherno fu l'arconte, poiché disse: «Io sono Dio
e non v'è alcuno più grande di me. Io solo sono il Padre, il signore, e non v'è
alcun altro all'infuori di me. Io sono un dio geloso, colui che addossa i
peccati dei padri sui figli fino a tre e quattro generazioni». Quasi che egli
fosse più grande di me e dei miei fratelli. Ma noi siamo innocenti davanti a
lui e non abbiamo peccato. E così abbiamo superato la sua dottrina. Egli,
infatti, era intento a presuntuosa gloria. Non è in armonia col nostro Padre, e
così abbiamo neutralizzato la sua dottrina per mezzo della nostra amicizia:
egli infatti è gonfio di presuntuosa gloria, e non è in armonia col nostro
Padre. Sì, fu un oggetto di scherno, un giudizio e una falsa la profezia!
IL CRISTO, IL FIGLIO
DELL’UOMO NON RICONOSCIUTO
O voi non vedenti, voi non vedete la vostra cecità! Io,
infatti, sono colui che non fu riconosciuto, né mai è riconosciuto o compreso,
colui sul quale non si volle udire un messaggio sicuro. Perciò procedettero a
un giudizio illusorio, e contro di lui alzarono mani contaminate e omicide:
quasi a battere il vento. Gli insensati e i ciechi sono sempre ottusi, sempre
schiavi della legge e della paura terrena.
Io sono Cristo, il figlio dell'uomo, che da voi proviene,
che è tra voi. Per voi io sono oltraggiato, affinché voi stessi dimentichiate
ciò che separa. Non diventate femmine, affinché non partoriate malvagità
insieme ai suoi fratelli: invidia e divisione, collera e furore, paura e
dubbio, meschina e inutile brama. Ma per voi io sono un ineffabile mistero.
IL MATRIMINIO VERO E
MISTICO DEL CRISTO
Dunque, prima della fondazione del mondo, quando sui luoghi
dell'ogdoade si radunò la moltitudine della chiesa celeste, quando tennero
consiglio in merito a un matrimonio spirituale, cioè una unione, esso (il
matrimonio) fu compiuto così spiritualmente nei luoghi ineffabili per mezzo di
una parola viva; il matrimonio incontaminato fu consumato attraverso la
mediazione di Gesù il quale abita in tutti loro e li possiede, egli che dimora
in un efficace indiviso amore. Questo, che lo circonda, gli si manifesta come
una monade di tutti, come madre e padre. Egli (Gesù) è uno e si avvicina a
tutti, egli solo è irradiato di pieno splendore, emanato come vita dal Padre
dell'ineffabile e perfetta verità, e come la luce di quanti ivi si trovano;
egli è il fondamento della pace, amico per le persone buone vita eterna e gioia
incontaminata, grande accordo di vita e di fede per mezzo della manifestazione
della paternità e della maternità, della fratellanza e della sorellanza, e
della sapienza spirituale. Essi conseguirono una intelligenza vasta, che si estenderà
in esultante riunificazione, leale e fedele, all'ascolto di uno solo. Questo è
il mistero del conseguimento della paternità, della maternità, della spirituale
fratellanza e della sapienza. Questo è il matrimonio della verità; questa è
l'assunzione del riposo immortale per opera di uno spirito di verità in ogni
intelligenza; questo è il conseguimento della luce perfetta in un mistero
ineffabile. Ma ciò non è, e non si realizzerà in noi - in alcuna regione né in
alcun luogo - se vi è divisione o rottura della pace, ma è solo nell'unione e
nel reciproco amore che tutti sono perfetti in colui che è, dopo che esso
l'amore si realizzò, anche nei luoghi che sono al di sotto del cielo, per la
loro riconciliazione.
IL DESTINO DI
SALVEZZA PER QUELLI CHE RICONOSCONO IL CRISTO E LA VERA CHIESA
Coloro che mi hanno riconosciuto con cuore integro e
indiviso, e coloro che vissero a onore del Padre e della verità, una volta
separati dal mondo prendono dimora nell'uno per mezzo della parola viva. Io
sono nello spirito e nella verità della maternità; in quel luogo (cioè nel
mondo) mi trovavo tra coloro che sono sempre uniti in una amicizia da amici e
ignorano qualsiasi genere di inimicizia e cattiveria, bensì - avendomi
conosciuto per mezzo della parola - sono uniti in una pace che, nella sua
pienezza, si trova in ognuno e in tutti. Coloro che furono formati secondo la
mia immagine, riceveranno forma secondo la mia parola. In verità costoro
splenderanno nella luce eterna e nella reciproca amicizia nello spirito, dopo
che avranno riconosciuto, sotto ogni aspetto e con cuore indiviso, che uno solo
è colui che è e che tutti sono uno. Costoro saranno ammaestrati sull'uno, come
lo fu la chiesa celeste e quelli che dimorano in lei. Il Padre di tutti,
infatti, è incommensurabile e immutabile; è intelligenza e parola, senza
divisione, senza gelosia e senza fiamma. Egli è assolutamente uno, è presso
tutti come la totalità, in un'unica dottrina, poiché tutti esistono per opera
di un unico spirito. O voi non-vedenti, perché non avete riconosciuto il
mistero nella verità?
IL DESTINO DI
PERDIZIONE ED IGNORANZA DEGLI ARCONTI E DI COLORO CHE LI SERVONO SULLA TERRA
Ma gli arconti del seguito di Jaldabaoth disobbedirono a
causa dell'ennoia discesa a lui da sua sorella, Sofia. Essi si crearono una
unione con quanti si trovavano con essi nella miscela nuvolosa di fuoco, - che
era la loro gelosia -, con l'ausilio di altri da loro stessi prodotti per mezzo
delle loro creature, quasi che in tal modo avessero potuto estinguere la nobile
gioia della chiesa celeste. Essi perciò manifestarono una miscela di ignoranza
in una contraffazione di fuoco, di terra e di spirito micidiale: sono, infatti,
miseri e sprovveduti, senza conoscenza. Quando osavano agire così, ignoravano
che la luce si unisce soltanto alla luce, e le tenebre alle tenebre e l'impuro
al transitorio e l'eterno all'incontaminato.
EPILOGO
Questi insegnamenti ve li ho comunicati io Gesù Cristo, il
figlio dell'uomo, colui che troneggia nei cieli, o voi perfetti e voi
incorruttibili, a motivo del mistero perfetto, incorruttibile, e ineffabile, ve
li ho comunicati per ricordare che prima della creazione del mondo abbiamo
deciso che allorquando usciamo dai luoghi del mondo, ci facciamo riconoscere
con quei simboli dell'incorruzione provenienti dalla unione spirituale. Voi, il
Padre non lo conoscete, perché siete coperti dall'ombra della nuvola carnale. Io
solo sono l'amico di Sofia. Fin dall'inizio io ero nel seno del Padre, nel
luogo dei figli della verità e della grandezza. Entrate, dunque, nel riposo con
me, voi, miei amici spirituali ed eterni fratelli!
Fonte: da facebook
di Sabato Scala, del 5 ottobre 2016
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