Di un edificio lungo gli argini del progno si trova segnalazione nella carta del 1440 detta dell’Almagià, conservata in originale a Venezia e in copia alla Biblioteca Civica di Verona.
Alcuni autori parlano di un arco con edicola; la carta
dell’Almagià ci restituisce invece la chiara immagine di un piccolo edificio.
Il toponimo Altarol è attestato nel 1589. Di
una immagine dipinta sul muro soprastante un altare, parla il rapporto
del Vescovo Pisani, che attesta la presenza di una cappella o
oratorio. Accanto alla chiesa si trovava un cimitero recintato.
Madonna dell'Altarol, o meglio del Latarol
Madonna dell'Altarol, o meglio del Latarol
Nel 1700 il Vescovo Barbarigo ordina che vengano poste
inferriate alle finestre. Il Parroco di Poiano Don Salvagno, provvede al
restauro e all’ampliamento una decina d’anni dopo.
Presso l’oratorio, nella parte ampliata, troverà dimora
anche un eremita, tal Scandolari.
Nel tempo l’edificio ebbe a subire danni e incurie, tanto da
progettarne uno nuovo a fronte del vecchio, dall’altra parte della strada.
Altare
Nel 1882 su disegno di Don Donato Gottardi, si posò la prima pietra del nuovo edificio. Come ultimo atto venne staccato l’intonaco con l’affresco della Madonna col Bambino, collocato poi nella nuova chiesa. Era il 16 luglio del 1883.
Altare
Nel 1882 su disegno di Don Donato Gottardi, si posò la prima pietra del nuovo edificio. Come ultimo atto venne staccato l’intonaco con l’affresco della Madonna col Bambino, collocato poi nella nuova chiesa. Era il 16 luglio del 1883.
La chiesa dell'Altarol, foto 1959. (archivio Arturo Slemer e figli)
La devozione popolare fu confortata nel tempo da
continui miracoli; gli ex voto conservati in Sacrestia testimoniano l’affetto
degli abitanti della Valpantena per la Madonna dell’Altarol.
Anche Don Calabria ogni settimana si recava a pregare alla
chiesetta, arrivando a Poiano a piedi, attraverso la Castellana, l’antica
strada che sale a Castel S. Felice per scendere a Poiano.
La Madonna, proprio per la sua collocazione in un luogo di
transito (il guado sul progno), divenne nel tempo la protettrice dei viandanti
e oggi dei ciclisti e dei ciclo-escursionisti che qui si fermano per una sosta.
L’aspetto attuale della chiesetta dell’Altarol è dovuto agli
ultimi interventi di restauro.
L’interno è stato affrescato nel 1942 dall’artista Giuseppe
Resi (1904-1974) allievo del Miolato. La Madonna all’esterno, sopra
la porta d’ingresso, (restaurata recentemente da Claudio Montoli) è opera del
Miolato stesso.
Un restauro del 1883 ha messo in evidenza la data 1465
sul dipinto della Madonna col Bambino venerata sopra l’altare
Uno degli ex voto conservato nella chiesa fu dedicato dalla
famiglia Leonardi, a ricordo del rapimento della figlia Angiolina.
II rapimento avvenuto il 23 luglio 1675 della bella
Angiolina, figlia unica del ricco mercante Giangiacomo Leonardi ad opera
dei conti Provolo e Zenovello Giusti di Stelle, è entrato nella memoria storica
della gente della Valpantena grazie anche al romanzo storico del 1886 ad
opera dell’abate di Poiano, Pietro Caliari che dimorava nel Palazzetto
Rimini.
La leggenda narra che il conte Provolo di Santa Maria in Stelle, con l’aiuto del brigante Falasco, volle organizzare il rapimento di Angiolina di Poiano, figlia di messer Lonardi, ragazza di cui si era invaghito senza essere corrisposto. Un bel giorno, quindi, il conte Provolo, entrato con i briganti in casa di messer Lonardi, rapì la figlia Angiolina fuggendo poi verso Ferrara, lontano dalla Serenissima.
La leggenda narra che il conte Provolo di Santa Maria in Stelle, con l’aiuto del brigante Falasco, volle organizzare il rapimento di Angiolina di Poiano, figlia di messer Lonardi, ragazza di cui si era invaghito senza essere corrisposto. Un bel giorno, quindi, il conte Provolo, entrato con i briganti in casa di messer Lonardi, rapì la figlia Angiolina fuggendo poi verso Ferrara, lontano dalla Serenissima.
L’intento
del conte era di sposare la ragazza di nascosto e forzatamente. Si narra che
Angiolina fosse già segretamente fidanzata con il marchese Sagramoso, il
quale, venuto a conoscenza dell’accaduto, cominciò ad indagare seguendo le
tracce lasciate dalla banda. Con l’aiuto del Cardinal Legato (che governava
la città di Ferrara) scoprì dove si trovava Angiolina e la ragazza fu liberata.
Il conte Provolo fu arrestato. La banda dei briganti fuggì, ma Falasco venne
fermato ed impiccato sotto le mura di Verona mentre cercava di rientrare in
città per compiere un’altra sua bravata.
Una recente riedizione a cura della Comunità Parrocchiale di
Stelle ha recuperato per noi il ricordo della vicenda. Tanti ebbero modo di
ascoltare la storia del rapimento dalla voce degli anziani, che se ne
tramandavano il ricordo.
La Madonna nella nicchia sopra l’ingresso è del Miolato
mentre l’interno è stato decorato da Giuseppe Resi (1904-1974) allievo del
Miolato.
M.V.
Nella piccola sacrestia sono conservati gli ex voto che
raccontano con la pittura, fatti tragici accaduti sul nostro territorio, per i
quali si chiedeva l'intercessione della Madonna. Tra le tante tavolette dipinte
anche quella che Messer Leonardi dedicò per la liberazione della figlia
Angiola, rapita dai Conti Giusti di Stelle.
Fonte: Blog della memoria del 20 marzo 2011
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