Et Voilà!! Garibaldi si confessa!!
"LA LETTERA DI GARIBALDI A COLLODI" NEL ROMANZO
"LE CONFESSIONI DI JOSEPH MARIE GARIBALDI'" DI FRANCESCO LUCA
BORGHESI
E' la "lettera scritta" da Giuseppe Garibaldi, o per meglio dire Joseph
Marie Garibaldi, che pochi giorni prima di morire inviò al professor Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come
Carlo Collodi.
E' tratta dal romanzo "Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì", di Francesco Luca
Borghesi. (2014)
Giuseppe Garibaldi, qualche giorno prima di morire, scrive
una lunga lettera allo scrittore Carlo Lorenzini, noto come Carlo Collodi,
l'autore di Pinocchio.
Si dichiara francese, a partire dal nome, Joseph Marie
Garibaldì (accento sulla i finale), e mostra rimorso verso tutte le ingiustizie
che vennero perpetrate nel nome di un'Italia che mai venne ad essere una
nazione unita.
Una storia non agiografica, che si discosta in modo deciso
dalle versioni ufficiali sull'Unità d'Italia e la Spedizione dei Mille.
Una interpretazione degli eventi che getta una luce nuova,
che costringe a riflettere su un revisionismo che, se non stridesse con gli
interessi attuali, sarebbe degno di esami e valutazioni oggettive. Il nostro, spogliatosi della veste d'eroe,
chiede giustizia alle vittime tramite Collodi, confessandosi ad uno dei
parlamentari del nuovo Stato unificato.
La giustizia potrà essere dunque una meticolosa
ricostruzione di ciò che fu e che non doveva essere. La storia chiede
giustizia.
«Illustrissimo professore
Carlo Lorenzini,
Scrivo con rispetto e gratitudine a Voi che decideste di
farmi cosa grata riportando le mie memorie al popolo di una penisola che mai
amai come avrei potuto, che mai difesi come avrebbe meritato.
Una penisola che non fu mai e mai sarà la mia patria.
Una penisola meravigliosa che io non solo non unificai, se
non unicamente al nome, ma che addirittura divisi, e, per mia colpa, divisa
sarà per sempre.
[...] codesto giorno, trentuno
maggio ottantadue del secolo milleottocento, sono a ricordare la mia vita
trascorsa, in attesa che venga definitivamente compiuto il mio destino [...]
forse non temo neppure: diciamo che attendo che presto sia fatta giustizia e
chi mai può sapere se dopo la morte vi sarà giustizia?!
Voi infatti penserete che io sia felicemente italiano: se
così fosse le sorprese non vi mancheranno.
Se vi aspettavate un patriota, troverete un avventuriero.
Se vi aspettavate un probo, troverete un dissoluto.
La spedizione dei mille fu realmente la più vile porcata che
il suolo della penisola possa aver mai vissuto e, a questo punto, spero che mai
sia costretta a rivedere.
La mia vita era rivolta alla ricerca di fama e ricchezza: mi
venne in mente di unificare l'Italia in quanto sarei potuto diventare potente e
ricco.
Cercai appoggi, soldi e falsi ideali su cui far leva e
trovai qualcuno che, dopo avermi usato, mi mise da parte.
Diciamo subito e senza giri di parole: il patriottismo in
Italia non è mai esistito.
Mi ricordano tutti come il patriota Giuseppe Garibaldi, ma
queste sono voci, magari leggende, ma certamente menzogne.
Mi chiamo Joseph
Marie Garibaldi e, contrariamente, a quanto pensano molti, sono e mi sento francese.
[...] l'Italia del
Nord depredò Italia del Sud con atti di ferocia tale che mai potrà essere
cancellata ed ancora accade mentre sto scrivendo...».
Sono passati 154
anni, accade ancora oggi...
L'autore
Francesco Luca Borghesi, classe 1969, originario di Marina di Ravenna da parte di padre, croato
da parte di madre. Scrittore prevalentemente comico ha vinto il premio “Massimo
Troisi” nel 2008 per il miglior racconto. Nel 2009 esce, edito da Comix, il
racconto “Un giorno – ventiquattrore”. Nel 2010 viene pubblicato il libro
umoristico e dissacrante “Comicamore”, edito da Cento Autori. Alla fine dello
stesso anno viene presentato a Roma, per le edizioni Liux il libro comico “Il
Professore”. Nel 2011 collabora al testo di Tito Buffolini per Rocco Barbaro
“Che fine ha fatto Pete Best?”. Nel 2012 pubblica “Didi, la storia di Marina”.
Collabora con alcune radio. Nel 2014 pubblica “Le confessioni di Joseph Marie Garibaldi”
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