Le malattie autoimmuni interessano il 5-7% della
popolazione umana. Sono dovute ad una risposta "abnorme" del sistema
immunitario, il quale dirige le proprie potenzialità offensive contro tessuti
propri dell'organismo anziché contro gli agenti infettivi esterni (virus,
batteri, miceti, protozoi etc…). Ne derivano gravi danni tessutali con
conseguente sviluppo di malattie diverse a seconda dell'organo e tessuto
colpito: la Tiroidite Autoimmune di Hashimoto, il Morbo di Basedow,
l'Artrite Reumatoide, il Diabete Mellito Insulino-dipendente, la Celiachia,
la Rettocolite Ulcerosa, il Morbo di Chron, la Vitiligine,
la Psoriasi etc.
Nella maggior parte dei casi le terapie a disposizione riescono
solo a rallentare l'evoluzione della malattia senza riuscire ad ottenere una
guarigione.
La somministrazione cronica dei farmaci immunosoppressori comporta
inoltre spesso gravi effetti collaterali che contribuiscono a deteriorare la
qualità di vita del malato. Nella tiroidite di Hashimoto, che porta
all'ipotiroidismo, o nel caso di interessamento pancreatico, che provoca il
diabete, la terapia è sostitutiva e consiste nel somministrare gli ormoni
naturali mancanti: tiroxina e insulina.
Attraverso un'alimentazione corretta è possibile modificare il
decorso della malattia, ridurre l'intensità ed il numero dei disturbi fisici ad
essa correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di
riacutizzazione e migliorare la prognosi.
La dieta vegetariana ha dimostrato chiari effetti
positivi sulla sintomatologia in pazienti affetti da artrite reumatoide, ma
anche in corso di tiroidite autoimmune ed altre patologie autoimmunitarie.
Le indicazioni alimentari in corso di patologie
autoimmunitarie consistono nel basare la propria dieta su cibi di origine
vegetale (cereali, legumi, verdura, frutta, semi, noci), preferire preparazioni
semplici, scegliere alimenti non conservati o troppo elaborati, consumare in
abbondanza cibi ricchi di vitamine ed acidi grassi polinsaturi (buoni).
Più in particolare è consigliabile:
1. limitare il più possibile l'assunzione di acidi
grassi saturi animali e di acido arachidonico (precursori di
prostaglandine infiammatorie): latte, formaggi, burro, uova, carne, salumi
(eliminarli completamente nelle fasi di riacutizzazione);
2. ridurre il consumo di acidi grassi della serie omega
6 (promuovono la sintesi di acido arachidonico): olio di soia,
olio di girasole, olio di mais, olio di sesamo, olio di semi vari, margarina,
maionese, semi di girasole;
3. incrementare l'uso di cibi ricchi di acidi grassi polinsaturi
della serie omega 3 (riducono la sintesi di molecole infiammatorie e
svolgono una potente attività antinfiammatoria): olio di lino (che deve essere
usato solo a crudo), semi di lino, noci, rosmarino ed origano secco, semi di
zucca, fagioli di soia, portulaca, mandorle e nocciole, pesce azzurro (sardine,
sgombri etc);
4. assumere giornalmente alimenti ad alto contenuto di
vitamine antiossidanti A, C, E (contrastano l'attività dei radicali liberi
che stimolano la produzione di molecole infiammatorie e regolano il trofismo,
la differenziazione e la crescita degli epiteli e cellulare in genere).
La Vitamina A
è contenuta in: prezzemolo secco, carote, peperoncino rosso, basilico, zucca
gialla, radiccio verde, pomodori e pomodorini.
La Vitamina C
in: peperoncini piccanti, ribes nero, ortica, prezzemolo, peperoni, arance,
mandarini, mandaranci e limoni, kiwi, mango.
La Vitamina E
si trova in: nocciole, mandorle, germe di grano, olio extra vergine d'oliva,
pinoli, salvia e rosmarino secchi.
Anche la melatonina, di cui è particolarmente ricco
il mais, ha azione antiossidante, oltre alla nota azione regolatrice del sonno;
5. utilizzare lo zenzero (fresco o secco in polvere):
è una pianta orientale il cui rizoma essiccato è impiegato come spezia e nella
preparazione di liquori e bibite (in particolare del Ginger ale) come aromatizzante.
Ha proprietà stimolanti la digestione (stomachino), stimolanti la circolazione
periferica, antinfiammatorie ed antiossidanti, e si ritiene tradizionalmente
contribuisca alla conservazione ed all'esaltazione dei sapori delle pietanze
cui è solitamente associato. Il rizoma possiede una evidente azione antinausea,
antiemetica (contro il vomito), antipiretica e antiinfiammatoria;
6. preferire il consumo di cereali integrali in chicco (riso,
avena, orzo, miglio, amaranto, quinoa, grano saraceno, mais) per il loro
contenuto in acidi grassi polinsaturi (omega 3);
7. ridurre l'utilizzo di alimenti ricchi di glutine (grano,
farro, kamut, seitan) per l’azione immunogenica della gliadina;
8. eliminare il più possibile prodotti contenenti
zuccheri semplici (biscotti, torte, bibite zuccherate, miele, gelati,
prodotti di pasticceria in genere) e imparare a cucinare dolci alternativi
sostituendo latte, uova, burro e zucchero con: latti vegetali (di riso, soia,
avena, mandorla), creme di nocciola, di mandorla, frutta secca, uva passa e
succo di mela;
9. raggiungere e mantenere un peso corretto (BMI
compreso fra 18.5 e 24.9); eccessi alimentari stimolano la produzione di
radicali liberi e promuovono l'infiammazione dei tessuti;
10. se possibile, svolgere un'attività fisica moderata e
regolare (passeggiate, nuoto, bicicletta) che consente di preservare il
trofismo muscolare, mantenere la mobilità articolare e migliorare il tono
dell'umore.
E' utile inoltre assumere alcune spezie ed alimenti contenenti
molecole dotate di attività antinfiammatoria come:
Il the verde che contiene polifenoli (catechine) con
vantate proprietà antinvecchiamento e anti cancro. Tutti i tipi di té contegono
polifenoli; nel té verde però, l'ossidazione delle catechine è minima, così da
lasciare inalterate le proprietà antiossidanti, mentre la fermentazione
necessaria alla produzione degli altri tipi di té riduce il contenuto di
catechine perdendo specialmente quelle più fortemente bioattive: le
epigallocatechine-gallato (EGCG).
Le EGCG sono indicate dagli esperti come le più importanti
per la prevenzione dei tumori. Esse hanno anche dimostrato di avere un potere
antiossidante 20 volte più forte della vitamina e nel proteggere i lipidi del
cervello, che sono molto sensibili agli stress ossidativi.
Il peperoncino piccante che contiene la capsaicina
che è uno degli alcaloidi responsabili della maggior parte della
"piccantezza" dei peperoncini. Vanta innumerevoli effetti benefici
sulla salute: ha effetto termogenico (aumenta il metabolismo basale), è utile
nei dismetabolismi glicidici (diabete), ha azione decongestionante delle
mucose, soprattutto nasale, ha azione antinfiammatoria e antitumorale. Alcune
creme a base di capsaicina vengono usate per i dolori articolari e nei traumi
per l’effetto antidolorifico e antinfiammatorio.
Il pepe nero, che figura tra i rimedi della medicina
ayurvedica è una delle tre spezie che compongono il "Trikatu" (le
altre sono zafferano e pepe lungo) utilizzato per favorire la digestione e
stimolare il metabolismo.
Effettivamente la piperina, l'alcaloide contenuto nel pepe,
rende la spezia stimolante, tonica e stomachica e, stimolando la secrezione di
succhi gastrici, facilita il processo digestivo e agevola l'assorbimento dei
nutrienti traendo il massimo beneficio dal cibo ingerito. Sconsigliato in caso
di gastrite, ulcera o emorroidi perché irrita le mucose.
Un effetto del pepe nero è anche quello di stimolare la
termogenesi, per questo è considerato un ottimo coadiuvante nelle diete
dimagrantii e per combattere l'obesità.
Questa spezia sarebbe preziosa anche per combattere la
depressione: sembra infatti che la piperina stimoli la produzione di endorfine
nel cervello e agisca come un antidepressivo naturale.
Il curry, che è ricco di curcuma (zafferano delle indie),
è una pianta tropicale, della stessa famiglia dello zenzero, con proprietà
antinfiammatorie, anti cancro, anticoagulanti e digestive.
La buccia di uva rossa che contiene il resveratrolo e
i polifenoli (a cui è attribuita una probabile azione antitumorale,
antiinfiammatoria e di fludificazione del sangue, che può limitare l'insorgenza
di placche trombotiche ed eventi ischemici in generale.
L'Avemar, che deriva dal germe di grano secco
fermentato, è un integratore ricco di antiossidanti naturali, basato su
particolari sostanze nutritive contenute nel germe di grano fermentato, tra le
quali sono importanti i biochinoni.
Il melograno il cui succo è ricco di acido ellagico
con spiccate azioni anti tumorali soprattutto indicato per i carcinomi della vescica,
e antinfiammatorie e antiossidanti. (Oasit K è un integratore a base di
ac.ellagico, usato nella prevenzzione del carcinoma vescicale).
Il selenio è particolarmente indicato per le
tiroiditi autoimmuni, in particolare per la tiroidite di Hashimoto: è un
oligonutriente fondamentale per l'uomo e determinante per il funzionamento
della ghiandola tiroidea, in quanto l'enzima che catalizza la conversione della
T4 in T3, la 5' desiodasi appunto, è un seleno-enzima.
Inoltre è un costituente fondamentale della glutatione
perossidasi, un altro seleno-enzima, che ha azione antiradicalica nei confronti
degli idroperossidi, sostanze tossiche per il metabolismo cellulare.
E'
dimostrata una sua azione immunomodulante e antinfiammatoria con sensibile
riduzione del titolo autoanticorpale con abbassamento dei livelli degli
anticorpi antitireoperossidasi (AbTPO) e antitireoglobulina (AbTg) responsabili
della tiroidite di Hashimoto.
Sec. gli studi di Gartner e Turker, il trattamento con
L-seleniomertionina (che è la forma con maggiore biodisponibilità, alla dose di
200 mcg die per 3 mesi, ha ridotto l'attività infiammatoria nei pazienti
affetti da Tiroidite autoimmune, in particolar modo in quelli con attività
maggiore.
Il selenio, quindi, per la sua azione antiossidante e
antiradicalica, si comporta come una sostanza ad azione antinfiammatoria. Ne
consegue che ogni situazione patologica o parafisiologica che comporta un
aumento dello stress ossidativo e/o della flogosi, può trarre beneficio dalla
somministrazione di selenio.
In uno studio randomizzato in doppio cieco, su un gruppo di
pazienti con artrite reumatoide, la supplementazione di 200 mcg di selenio per
3 mesi, ha significativamente ridotto il dolore e migliorato la funzionalità
articolare.
In un altro studio, con un numero ridotto di pazienti con
pancreatite acuta, la somministrazione endovenosa di selenite di sodio ed altri
antiossidanti ha ridotto la mortalità dell'89% in confronto ai controlli non
trattati.
Anche nell'asma, la somministrazione di selenio alla dose di
100 mcg/die, ha dimostrato di avere effetti benefici sul broncospasmo.
Gli alimenti ricchi
di selenio sono: le noci del Brasile, i reni di maiale, il tonno in
scatola, le patate al selenio, i cereali, i pesci e frutti di mare, soprattutto
le ostriche, le uova, il lievito di birra, i broccoli, i cavoli, i cetrioli, i
ravanelli, l'aglio e le cipolle.
I migliori integratori sono quelli che contengono il selenio
organificato nell'aminoacido metionina al posto dello zolfo (L-selenomethionine
200 mcg) perché dotato di maggiore biodisponibilità.
Da questa disamina se ne deve dedurre che un regime
dietetico basato sui consigli prima indicati può sicuramente migliorare lo
stato di salute generale ed incidere positivamente sulla reattività immunologica
e antiflogistica dell'organismo migliorando il decorso di alcune malattie
autoimmunitarie ed agevolando la remissione delle fasi di riacutizzazione.
Fonte: dr.
Vincenzo Piazza
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