lunedì 13 ottobre 2014

LA SOCIETÀ AUTORITARIA DELL'HOMO EUROPEUS



L’illusione di cui molti, purtroppo, non hanno ancora preso coscienza.



di Cesare Sacchetti

In una pellicola di qualche tempo fa intitolata “L’uomo che fuggì dal futuro”( titolo originale THX1138) viene descritta una società autoritaria dove gli uomini sono ridotti a operai dediti alla catena di montaggio di automi, e il consumo di droghe è prescritto e imposto dalle oligarchie per mantenere i ritmi di lavoro costanti, in modo tale che gli uomini ridotti a funzione della catena di montaggio non diminuiscano il livello della produzione. Il protagonista impersonato da Robert Duvall vive con una compagna di stanza scelta dalla centrale di comando e le droghe che sono somministrate ad entrambi hanno l’effetto di sopprimere le emozioni e i sentimenti che potrebbero sbocciare tra i due. 

I protagonisti decidono di non utilizzare le droghe e tra loro nasce un sentimento che la gerarchia autoritaria decide presto di processare con un dibattimento telematizzato per poi separare definitivamente i due.
Questo modello di società etero-diretta secondo la quale l’uomo è un mero prodotto senza personalità privo delle facoltà emozionali e intellettive che gli consentono la realizzazione personale e affettiva assomiglia sempre di più in maniera quasi profetica alla società in cui l’Homo Europeus è stato progettato per vivere in ogni aspetto della sua vita quotidiana programmato fin dalla sua nascita. 

Se effettivamente gli stati non debbono più esistere, e l’estinzione delle lingue, dei costumi, delle tradizioni, delle frontiere, e dei diritti sociali sono stati scientemente messi in atto nell’ultimo quarantennio per dare vita a un conglomerato senza alcuna identità e legame dai popoli che lo compongono, nasce quindi un contesto dove l’uomo non è più cittadino, e non appare più in grado di determinare il suo svolgimento sociale ed economico, ma il suo percorso è già stato deciso in ogni sua parte.

La gerarchia sovranazionale, tramite le sue parti operative come la Commissione Europea, ha ormai in mano tutti gli strumenti per decidere sia della vita economica di uno Stato, attraverso il potere sanzionatorio sui limiti di deficit usato discrezionalmente solamente nei riguardi di chi ha meno peso specifico nell’UE, sia riguardo all’agricoltura e all’alimentazione dei popoli europei passando per l’imposizione forzata sull’uso degli OGM.

La raffinatezza, e forse una delle chiavi che hanno reso possibile la realizzazione di un tale progetto, è il non conoscere chi effettivamente detiene il potere decisionale, poiché persino quello che ufficialmente è il vero Governo esecutivo, la Commissione Europea, obbedisce a logiche di lobby e multinazionali che comandano le direttive ed i regolamenti più aderenti ai propri interessi e si ottiene così un sistema piramidale a compartimenti stagni, dove il livello più basso rappresenta la manodopera che deve eseguire senza forse nemmeno capire del tutto cosa stia facendo.

La cosiddetta casta è senz’altro uno dei livelli più bassi chiamati ad eseguire le direttive, e incarna il perfetto parafulmine destinato ad addossarsi le colpe dell’intero fallimento economico e sociale, sempre con lo stesso binomio debito pubblico/corruzione tanto caro anche a quella parte del giornalismo italiano che si dichiara antisistemica, così da poter garantire l’anonimato ai veri dominus dell’economia mondiale e dei processi decisionali, che si sono da tempo trasferiti ben lontani da Roma. 

L’aspetto su cui riflettere e che forse appare più sorprendente è come sia possibile, anche a discapito di una limitata conoscenza economica e giuridica, che una parte dei popoli europei abbia accettato e continui ad accettare questo stato di cose che sta cancellando giorno dopo giorno tutti i diritti sociali che erano stati conquistati in passato a caro prezzo?
Sembra impossibile non accorgersi della realtà quotidiana per chi la vive, eppure il pensiero delle masse sembra anestetizzato, non un moto di ribellione ardente e incisivo è ancora riuscito a scalfire l’edificio costruito dagli architetti dell’élite sovranazionale. Non è neppure di aiuto ricordare i dati economici che abbiamo spesso elencato in  passato e che non fanno altro che confermare l’enorme impoverimento che hanno sofferto gli europei. 

In una conferenza all’Università di Berkeley, Aldous Huxley fornisce quella che potrebbe essere la corretta chiave di lettura:
”Mi sembra che la natura della più recente rivoluzione sia precisamente questa: siamo sul punto di sviluppare una serie di tecniche che permetteranno all’oligarchia regnante che è sempre esistita e probabilmente continuerà ad esistere, di portare le persone ad adorare la loro condizione di servitù. Questo è lo scopo finale delle “rivoluzioni maligne” come potremmo chiamarle, e questo è un problema a cui mi sono interessato per anni e ho scritto anche un romanzo in proposito, Il mondo nuovo, dove racconto una società che utilizza tutti gli strumenti a disposizione per standardizzare la popolazione, per appianare le differenze umane più sconvenienti in modo da creare modelli di massa di esseri umani organizzati in un sistema scientifico programmato. Ho dovuto notare con incredibile sconcerto, che le previsioni che ho fatto in passato e immaginato nel mio romanzo, le quali sembravano essere puramente fantastiche, sono vere o si stanno per realizzare”. 

Se dunque questa società standardizzata descritta da Huxley spinge i suoi componenti paradossalmente a difendere la propria condizione di sottomissione, lo si deve anche e soprattutto all’uso di tecniche e strumenti che negli anni si sono fatti sempre più raffinati grazie anche a un massiccio uso della tecnologia.
L’esempio più recente viene dalle code che si creano per accaparrarsi gli Iphone 6, con gli oggetti tecnologici divenuti veri e propri feticci senza i quali le persone si sentono escluse.

Senza dimenticare i modelli di uomo e donna imposti dai mass media, basati sull’apparenza e sull’effimero, che grazie agli strumenti citati da Huxley posseduti dall’oligarchia come i mass media, la carta stampata, ed il cinema che permettono la programmazione scientifica dell’uomo sulla base di un modello funzionale alle elite, anestetizzato e privo di pensiero critico.
È questa la ragione per cui le differenze tra le diverse culture sono detestate e se ne ordina la distruzione. Si tratta di un’illusione di cui molti, purtroppo, non hanno ancora preso coscienza. 

Il protagonista del film che abbiamo citato sopra, riesce alla fine a fuggire dalla società programmata per accedere a una zona che non è controllata dall’oligarchia ed appare la vista di una magnifica alba.

Ci piacerebbe pensare che sia ancora possibile anche per gli uomini europei fuggire dall'illusione dell'Homo Europeus e vedere sorgere una nuova alba.



Fonte: srs di  di Cesare Sacchetti da  l’AntiPolitica del  6 ottobre 2014


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