domenica 19 ottobre 2014

LA LIBERTÀ DI MANIFESTARE VALGA PER TUTTI


Sentinelle della pace




Una ragazza e un sacerdote sono finite in ospedale, dopo essere state aggredite nonostante avessero cercato riparo in un bar. Riparo da cosa? Da un gruppo di scalmanati che contestavano la manifestazione cui hanno deciso di partecipare, evidentemente scegliendo le maniere forti. E’ accaduto a Rovereto, in provincia di Trento.

Insulti e botte a Bologna, corredati da scontri tra Forza Nuova e centri sociali. Lanci di uova, spintoni e contumelie a Torino. Scontri ad Aosta. Altrove le manifestazioni non sono neppure iniziate causa intimidazioni.

Non stiamo parlando degli anni di piombo e delle violente contrapposizioni politiche degli anni ’70, ma delle “Sentinelle in piedi”, un movimento cattolico che ha organizzato una manifestazione di protesta contro il ddl Scalfarotto.  O, secondo i detrattori, contro i diritti dei gay.

Non entriamo nel merito della polemica, perché quando accadono episodi di questo tipo ogni valutazione sulle vittime deve passare in secondo piano. E in questo caso le vittime sono le Sentinelle in piedi, cui è stato impedito il diritto di manifestare serenamente.
Le accuse di presunta omofobia, incrementate da una feroce campagna stampa che trova il suo esempio più fulgido in un implacabile articolo del giornale on line “La Nuova Società”, fondato dall’ex sindaco di Torino Diego Novelli, si sono concretizzate in violente contro-manifestazioni che avevano come obiettivo non certo l’ironia o la dialettica pacifica ma perlopiù lo scontro fisico. La gogna è continuata pure a iniziativa terminata, con la condivisione virale della foto di un manifestante immortalato mentre era intento a leggere il libro “Sposati e sii sottomessa” durante la veglia. Maschilisti e omofobi, perbacco.



Eppure, le “Sentinelle in piedi”, il cui intento era semplicemente quello di limitarsi a leggere un libro in piedi, non erano assolutamente attrezzate e preparate allo scontro. Né lo volevano, in nessuna delle oltre cento piazze in cui hanno organizzato l’iniziativa.

L’Italia si è come al solito divisa tra pro e contro: da una parte i favorevoli all’iniziativa delle Sentinelle, dall’altra i difensori dei diritti dei gay. Scontate le accuse reciproche di intolleranza e violenza.

Non avendo letto su giornali come La Nuova Società alcuna presa di distanza dalle violenze, ma in compenso si trovano articoli che tessono le lodi delle contromanifestazioni che “conquistano le piazze” (già, ma come?), ci sentiamo di far suonare il campanello d’allarme: la libertà di manifestare è messa in serio pericolo.

Se ne è accorta l’Arcigay, che ha voluto stigmatizzare gli episodi di Bologna, pur parlando di “alcuni irresponsabili” come autori, quando in realtà l’intento stesso di voler “disturbare pacificamente” la manifestazione era alquanto anomalo e anti-democratico, oltre che a rischio di degenerazioni che sono poi avvenute.

Non se ne sono invece accorti molti difensori dei diritti civili, che evidentemente non annoverano tra le “libertà individuali” da difendere anche quella di manifestare pacificamente. Una libertà da garantire anche a chi ha torto. Perché riguarda tutti, non solo talune minoranze. E sarebbe un Paese anomalo quello in cui possano manifestare in libertà solo centri sociali, studenti, sindacati, immigrati, ma non organizzazioni cattoliche, comitati di cittadini che chiedono sicurezza nei quartieri, partiti di destra, estrema destra o centro-destra regolarmente intimiditi dai “padroni delle piazze”.

Stupisce che persino un’opinionista come Selvaggia Lucarelli abbia deciso di tessere di fatto le lodi alla violenza, scrivendo sul suo profilo facebook:
I calci in culo alle giovani sentinelle che manifestavano contro i diritti dei gay e contro “chi cerca di distruggere l’uomo e la civiltà” (parole loro eh) a Bologna, sono l’unica iniziativa dei centri sociali che ho trovato utile e piena di buonsenso da qualche decennio. Andate sul sito delle sentinelle. C’è da rabbrividire. Loro non sono un’associazione, sono UN METODO. Loro fanno le veglie per tutelare la libertà d’espressione. La loro però, quella di esprimere il dissenso nei confronti del mondo gay, ma non quella degli omosessuali di esprimere la loro identità. Di vivere la loro vita. Di vedersi riconosciuti i propri diritti. Loro sono preoccupati all’idea che il reato di omofobia li faccia finire tutti in carcere se solo dicono ai figli che una famiglia è formata da una mamma e un papà. Come no. Magari pure se dicono “Malgioglio si veste alla cazzo”. Il tutto, mascherato da manifestazione civile e discreta, descritta nel loro sito come una manifestazione in cui tutti stanno “ritti, silenti e fermi” (linguaggio dal sapore vagamente fascista). Certo. Inaugurano una nuova moda. Mascherarsi da pacifisti perbene e tolleranti per negare i diritti basilari agli omosessuali. Per seminare idee omofobe e razziste, col vestitino della cresima e il libricino delle preghiere in mano. Perché loro sono sentinelle in piedi, i gay zitti e seduti. Perché loro mica li vogliono deportare, i gay, però ecco, evitassero di farsi notare“.

Forse le Sentinelle in Piedi (giovani, poi, le avrà viste solo lei) sono davvero “pacifisti mascherati”, come sostiene la Lucarelli, ma sono sempre meglio dei “pacifisti” dei centri sociali che dispensano botte per impedire le altrui manifestazioni.

Ci sarebbe da chiedersi se i centri sociali o il variegato mondo dell’associazionismo di sinistra ritengano di avere titoli per impedire manifestazioni con metodi violenti, anziché limitarsi a non aderire oppure rispondere con intelligenza o con ironia. Invece no. Centri sociali e associazionismo di sinistra sono maestri nel valorizzare i loro “nemici”, facendoli apparire dei giganti.

E opinionisti come Selvaggia Lucarelli talvolta hanno la memoria corta. Ad esempio si dimenticano di essere state accusate di omofobia per opinioni espresse con toni un po’ troppo coloriti su facebook.

I violenti che oggi la Lucarelli difende avrebbero volentieri tirato uova o strattonato pure lei quando, meno di un anno fa, ha scritto su facebook: “Ho le palle piene dei gay che in tv dicono come ci dobbiamo vestire, truccare e atteggiare noi donne“.



Fonte: visto su Qelsi  Quotidiani del 8 ottobre 2014



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