giovedì 16 ottobre 2014

LA LEGGE DEI "DIVERSI" IMPOSTA A TUTTI






LGBT (o GLBT) è un acronimo utilizzato per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender. Con il pretesto del rispetto dei sacrosanti diritti umani, passa di tutto e di più. Con la scusa ufficiale di evitare le discriminazioni lo Stato tricolore, o più precisamente il solito governo eterodiretto dall'estero, impone proprio a tutti, una pericolosa ideologia. E' una deriva che avrà gravi conseguenze se non sarà prontamente arrestata.

Gli insegnanti italiani saranno obbligati a seguire corsi di formazione e aggiornamento per migliorare, tra le altre, anche le competenze relative «all’educazione all’affettività, al rispetto delle diversità e delle pari opportunità di genere e al superamento degli stereotipi di genere». Lo ha stabilito il decreto 104/2013. Oggi un insegnante, che in classe voglia parlare di famiglia - intesa come società naturale composta da un uomo, una donna e dai loro figli – corre il rischio di essere accusato di non rispettare le diversità di genere, di riproporre degli stereotipi e quindi obbligato ad aggiornarsi al verbo dominante.
E' in atto un’offensiva in piena regola contro la famiglia. Non a caso, l’11 dicembre 2013 il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri ha pubblicato le "linee guida per un'informazione rispettosa delle persone LGBT, tali linee guida esprimono la totale adesione all'ideologia "gender", che, ben al di là di qualunque evidenza scientifica, teorizza la totale separazione del sesso dall'orientamento sessuale.

Il 2 gennaio 2014 è stata indirizzata alla presidenza del consiglio dei ministri l’interpellanza numero 2/00107, e nonostante tre solleciti, l'atto parlamentare non ha ancora ricevuto, dopo ben 9 mesi, una risposta dal primo ministro Matteo Renzi. Ecco uno stralcio:

«si chiede di sapere: se il Presidente del Consiglio dei ministri condivida quanto ha diffuso il Dipartimento che a lui fa capo, in particolare se concordi con il proposito di conformare ad un'ideologia, attraverso l'azione di un ente governativo, il modo di comunicare non solo di enti e istituzioni pubbliche, ma anche dei media e persino delle istituzioni ecclesiastiche; come giudichi la diffusione, a nome della Presidenza del Consiglio dei ministri, di un documento che antepone le ideologie di chi l'ha redatto alle leggi e alla Costituzione e che si configura come vera e propria propaganda e manuale di propaganda per determinate istanze e concezioni della famiglia e della società, del tutto in contrasto con altre, ampiamente presenti e forse maggioritarie nella nostra società; come giudichi il fatto che la "Strategia nazionale LGBT 2013-2015" della Presidenza del Consiglio dei ministri, da quanto si evince dal documento stesso, sia stata elaborata consultando unicamente associazioni "LGBT", peraltro in gran parte "schieratissime" con una certa parte politica, e non ad esempio le associazioni delle famiglie; se non ritenga opportuno disporre il ritiro delle "Linee guida per un'informazione rispettosa delle persone LGBT" lasciando che la propaganda di parte venga svolta dalle associazioni di parte».


riferimenti:






Fonte: visto su SU LA TESTA del  2 ottobre 2014




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