martedì 7 settembre 2010

Verona Park Corrubio. Manca il sovrintendente e slitta il via libera per l’inizio dei lavori



L’appello dei residenti: fate preso. Cittadini esausti «Il quartiere sta cambiando volto». Delusi anche i cinesi.

VERONA - Fumata nera per il parcheggio di  piazza Corrubbio.  Ieri doveva essere il giorno decisivo in cui la Sovrintendenza avrebbe dovuto concedere alla ditta Rettondini il via libera per Partire con gli Scavi e la realizzazione dell'opera contestata da molti residenti. Tuttavià la decisione è stata rimandata «Nessun disguido - spiega l'assessore al Commercio Enrico Corsi -  ma all'incontro non ha potuto essere presente il sovrintendente Andrea Alberti, perciò abbiamo aggiornato la riunione alla settimana prossimi!». II funzionario della Sovrintendenza ai Beni Arhitettonici  l'architetto Gianna Gaudini, e il direttore  Giuliana Cavalieri Menasse, hanno comunque partecipato al tavolo. «Il  Confronto è   stato utile - prosegue l'assessore - perché sono emersi alcuni dettagli che possono essere meglio definiti entro questa settimana. Sono fiducioso che alla prossima riunione arriverà il nulla ostas».
Dopo lo stop al cantiere, che è rimasto completamente fermo in agosto a causa delle ferie, Corsi ha inviato la settimana scorsa una  lettera di Sollecito sia alla Sovrintendenza sia alla ditta, per sbloccare una situazione che ha portato i residenti all'esasperazione. «Cosa Vuole che le dica - commenta laconico Pierluigi, titolare dell’immobiliare San Zeno – è un anno che vanno avanti a scavare con il  pennellino. A questo punto spero che i lavori partano e che finiscano in fretti!».

I disagi sono molti: «Ci vorrebbe un vigile per fare la multa ai ciclisti che non smontano dalla bici nell'area di cantiere. Ci vorrebbero le telecamere, perché la sera succede di tutto». Ci vorrebbe il ritorno alla normalità: «Arriva la puzza delle fognature, la polvere degli scavi. Le barriere di plexiglass fanno da cassa di risonanza, per cui sentiamo i discorsi di chi sta al bar. Non c'è niente di buono».
La gravità della situazione è resa evidente dal numero sempre crescente di negozi che abbassano le serrande. Dopo un anno di cantiere, quella che era una zona turistica, è diventata un’area disagiata «La settimana scorsa - protesta la signora Mara della merceria - è entrato un malintenzionato col borsone che ha iniziato a rovistare nei cassetti. Gli ho gridato che poteva anche aprire la cassa e svuotarla Perché tanto non c'era niente dentro. Io però ho paura e adesso che arriva l'inverno ho deciso di aprire solo la mattina, la sera mi sento abbandonata».

Di sicuro chi sta fuggendo sono i baristi italiani.  Luca dello Snack Bar Centrale è uno dei Pochi rimasti: «Il Du de Spade, el Canton e l'ex Totem sono già stati comprati dai cinesi, ma so che ci sono altri esercizi in trattativa». Lui stesso non ha molta voglia di tenere duro: « Sto solo aspettando che mi facciano l’offerta giusta e mollo anch’io».
Ancje i cinesi non sono molto sofdifbatti : «E’ da un anno che è tutto fermo – sbotta la titolare del Du de Spade – avevano detto che i lavori sarebbero durati due anni, ma ho gia capito che ne avremmo almeno per quattro o cinque».


Fonte srs di Davide Pyriochos, da il Corriere della Sera edizione “Verona” di giovedì 2 settembre 2010.

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