domenica 5 aprile 2009

Preghiera per Iside



(Apuleio, Metamorfosi XI, 2)

  

O Regina del cielo,

tu feconda Cerere,

prima creatrice delle messi,


che, nella gioia di aver ritrovato
tua figlia, 

eliminasti l'antica usanza
di nutrirsi di ghiande come le fiere, 

rivelando agli uomini un cibo più mite, 

ora dimori nella terra di Eleusi

 

tu Venere celeste,

che agli inizi del mondo congiungesti

la diversità dei sessi

facendo sorgere l'Amore

e propagando l'eterna progenie

del genere umano,

ora sei onorata nel tempio di Pafo

che il mare circonda;

 

tu [Diana] sorella di Febo,

che, alleviando con le tue cure il parto alle donne incinte,

hai fatto nascere tanti popoli,

ora sei venerata nel tempio illustre

di Efeso;

 

tu Proserpina,


che la notte con le tue urla spaventose


e col tuo triforme aspetto


freni l'impeto degli spettri


e sbarri le porte del mondo sotterraneo,


errando qua e là per le selve,


accogli propizia
le varie cerimonie di culto;

 

tu [Luna] che con la tua femminile luce rischiari ovunque le mura delle città

e col tuo rugiadoso splendore

alimenti la rigogliosa semente

e con le tue solitarie peregrinazioni spandi il tuo incerto chiarore;

 

con qualsiasi nome, con qualsiasi rito,

sotto qualunque aspetto

è lecito invocarti:

 concedimi il tuo aiuto
nell'ora delle estreme tribolazioni, 

rinsalda la mia afflitta fortuna,


e dopo tante disgrazie che ho sofferto dammi pace e riposo.

 

Fonte: Apuleio, Metamorfosi XI, 2; /

 

 

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