Chris-Hedges
Una nazione che distrugge il proprio sistema educativo,
degrada la sua informazione pubblica, sbudella le proprie librerie pubbliche e
trasforma le proprie frequenze in veicoli di svago ripetitivo a buon mercato,
diventa cieca, sorda e muta. Apprezza i punteggi nei test più
del pensiero critico e dell’istruzione. Celebra l’addestramento meccanico al
lavoro e la singola, amorale abilità nel far soldi. Sforna prodotti umani rachitici,
privi della capacità e del vocabolario per contrastare gli assiomi e le
strutture dello stato e delle imprese. Li incanala in un sistema
castale di gestori di droni e di sistemi. Trasforma uno stato
democratico in un sistema feudale di padroni e servi delle imprese.
Gli insegnanti, con i loro sindacati sotto attacco, stanno
diventando altrettanto sostituibili che i dipendenti a paga minima di Burger
King. Disprezziamo gli insegnanti veri – quelli con la capacità di
ispirare i bambini a pensare, quelli che aiutano i giovani a scoprire i propri
doni e potenziali – e li sostituiamo con istruttori che insegnano in
funzione di test stupidi e standardizzati. Questi istruttori
obbediscono. Insegnano ai bambini a obbedire. E questo è il punto. Il
programma ‘No Child Left Behind’, sul modello del “Miracolo
Texano”, è una truffa. Non ha funzionato meglio del nostro sistema
finanziario deregolamentato. Ma quando si esclude il dibattito, queste
idee morte si autoperpetuano.Il superamento di test a scelta multipla [bubble
test] celebra e premia una forma peculiare di intelligenza
analitica.
Questo tipo di intelligenza è apprezzato dai gestori e dalle
imprese del settore finanziario.
Non vogliono dipendenti che pongano domande scomode o
verifichino le strutture e gli assiomi esistenti. Vogliono che essi servano il
sistema. Questi testi producono uomini e donne che sanno
leggere e far di conto quanto basta per occupare posti di lavoro relativi a
funzioni e servizi elementari. I test elevano quelli che hanno i mezzi
finanziari per prepararsi ad essi. Premiano quelli che rispettano le
regole, memorizzano le formule e mostrano deferenza all’autorità. I
ribelli, gli artisti, i pensatori indipendenti, gli eccentrici e gli
iconoclasti – quelli che marciano al suono del proprio tamburo – sono
eliminati.
“Immagina” ha detto un insegnante di scuola
pubblica di New York che ha chiesto di non fare il suo nome, “ di andare
ogni giorno al lavoro sapendo che molto di quello che fai è una truffa, sapendo
che non stai in alcun modo preparando gli studenti alla vita in un mondo sempre
più brutale, sapendo che se non continui, secondo copione, con i tuoi corsi di
preparazione ai test, e anzi se non migliori al riguardo, resterai senza
lavoro. Fino a pochissimo tempo fa, il preside di una scuola era qualcosa
di simile a un direttore d’orchestra: una persona che aveva una profonda
esperienza e conoscenza della parte e della collocazione di ogni membro e di
ogni strumento. Negli ultimi dieci anni ho assistito all’emergere sia
dell’Accademia della Leadership del [sindaco] Mike Bloomberg sia dell’Accademia
dei Sovrintendenti di Eli Broad, entrambe create esclusivamente per produrre
all’istante presidi e sovrintendenti che si modellano sugli amministratori
delegati delle imprese. Come è possibile che una cosa del genere sia
legale? Come vengono riconosciute tali accademie? Di leader di che qualità ha
bisogno una “accademia della leadership”? Che tipo di società consente a
persone simili di amministrare le scuole dei suoi bambini? I testi di alto
livello possono essere inutili da punto di vista pedagogico ma sono un
meccanismo brillante per minare il sistema scolastico, instillando paura e
creando una giustificazione perché se ne impossessino le imprese. C’è
qualcosa di grottesco nel fatto che la riforma dell’istruzione sia diretta non
da educatori bensì da finanzieri e speculatori e miliardari.”
Gli insegnanti, sotto attacco da ogni direzione, stanno
abbandonando la professione. Anche prima del blitzkrieg della
“riforma” stavamo perdendo metà di tutti gli insegnanti nell’arco di cinque
anni da quando avevano iniziato a lavorare, e si trattava di persone che
avevano speso anni e molte migliaia di dollari per diventare insegnanti. Come
può aspettarsi il paese di trattenere professionisti dignitosi e addestrati di
fronte all’ostilità delle condizioni attuali? Sospetto che i gestori di fondi
speculativi che stanno dietro il nostro sistema delle scuole parificate – il
cui interesse principale non è certo l’istruzione – siano felicissimi di
sostituire gli insegnanti veri con istruttori non sindacalizzati e scarsamente
addestrati.
Insegnare sul serio significa instillare i valori e il
sapere che promuovono il bene comune e proteggono una società dalla follia
dell’amnesia della storia. L’ideologia utilitaristica industriale
abbracciata dal sistema dei test standardizzati e delle ‘accademie della
leadership’ non ha tempo per le sottigliezze e le ambiguità morali intrinseche
a un’educazione alle arti liberali. L’industrialismo ruota intorno al
culto dell’io. E’ incentrato sull’arricchimento e il profitto personale come
solo fine dell’esistenza umana. E quelli che non si adeguano sono messi da
parte.
“E’ estremamente avvilente rendersi conto che si sta in
realtà mentendo a questi bambini insinuando che questa dieta di letture
industriali e di test standardizzati li stia preparando a qualcosa,” ha
detto questo insegnante, che temeva di subire rappresaglie dagli amministratori
scolastici se questi avessero saputo che stava parlando fuori dai denti. “E’
ancor più avvilente sapere che la tua sussistenza dipende sempre più dal
sostenere questa bugia. Ti devi chiedere come mai gli amministratori dei
fondi speculativi siano così improvvisamente interessati all’istruzione dei
poveri delle città? Lo scopo principale della follia dei test non è di
valutare gli studenti, bensì di valutare gli insegnanti.”
“Non posso dirlo con certezza – non con la certezza di un
Bill Gates o di un Mike Bloomberg che pontificano con certezza assoluta in un
campo del quale non sanno assolutamente nulla – ma sospetto sempre più
che uno degli obiettivi principali della campagna per la riforma sia di rendere
il lavoro dell’insegnante così degradante e offensivo che gli insegnanti
dignitosi e davvero istruiti semplicemente se ne andranno fin quando mantengono
ancora un po’ di rispetto per sé stessi,” ha aggiunto. “In
meno di un decennio siamo stati spogliati dell’autonomia e siamo sempre più
microgestiti. Agli studenti è stato dare il potere di licenziarci per il
fallimento nei loro test. Gli insegnanti sono stati assimilati a porci al
truogolo e incolpati del collasso economico degli Stati Uniti. A New York
ai presidi è stato dato ogni incentivo, sia finanziario sia in termini di
controllo, perché sostituiscano gli insegnanti esperti con reclute di 22 anni
fuori ruolo. Costano meno. Non sanno niente. Sono malleabili e vulnerabili alla
revoca.”
La demonizzazione degli insegnanti è un’altra finta della
propaganda, un modo, da parte dell’industria, di sviare l’attenzione dal furto
di circa 17 miliardi di dollari di stipendi, salari e risparmi a danno dei
lavoratori statunitensi e da un panorama in cui un lavoratore su sei è
disoccupato. Gli speculatori di Wall Street hanno saccheggiato il Tesoro
statunitense. Hanno frustrato ogni tipo di regolamentazione. Hanno evitato
incriminazioni penali. Stanno svuotando i servizi sociali fondamentali. E ora
stanno pretendendo di amministrare le nostre scuole e università.
“Non solo i riformatori hanno rimosso la povertà come
fattore; hanno anche rimosso le attitudini e le motivazioni degli studenti come
fattori,” ha detto questo insegnante, che è membro di un sindacato
insegnanti. “Sembrano credere che gli studenti siano qualcosa di simile alle
piante cui basti dar acqua ed esporle al sole del tuo insegnamento e tutto
fiorisce. Questa è una fantasia che insulta sia lo studente sia
l’insegnante. I riformatori sono venuti fuori con una varietà di piani
insidiosi promossi come passi per professionalizzare il lavoro degli
insegnanti. Siccome sono tutti uomini d’affari che non sanno nulla del settore,
è superfluo dire che ciò non si fa dando agli insegnanti autonomia e rispetto.
Usano remunerazioni basate sul merito in cui gli insegnanti degli studenti che
fanno bene nei test a risposta multipla ricevono più soldi e gli insegnanti i
cui studenti non fanno così bene nei test a risposta multipla, ricevono meno
soldi. Naturalmente l’unico modo in cui ciò potrebbe essere concepito come equo
sarebbe se in ogni classe si avesse un gruppo identico di studenti; una cosa
impossibile. Lo scopo vero della remunerazione in base al merito
consiste nel dividere gli insegnanti gli uni dagli altri spingendoli alla
caccia agli studenti più brillanti e più motivati e a istituzionalizzare
ulteriormente l’idea idiota dei test standardizzati. C’è sicuramente
un’intelligenza diabolica all’opera in tutto ciò.”
“Se si può dire che l’amministrazione Bloomber sia
riuscita in qualcosa,” ha detto, “ha avuto successo nel trasformare
le scuole in fabbriche di stress in cui gli insegnanti scorrazzano a
chiedersi se è possibile compiacere i propri presidi, se la propria scuola sarà
ancora aperta l’anno prossimo, se il sindacato sarà ancora lì a offrire un
qualche genere di protezione, se avranno ancora un posto di lavoro l’anno
prossimo. Non è così che si gestisce un sistema scolastico. Così lo si
distrugge. I riformatori e i loro compari nei media hanno creato un mondo
manicheo di insegnanti cattivi e di insegnanti efficienti. In questo universo
alternativo non ci sono altri fattori. Ovvero, tutti gli altri fattori –
povertà, genitori degeneri, malattie mentali e denutrizione – sono tutte scuse
del Cattivo Insegnante che possono essere superate dal duro lavoro
dell’Insegnante Efficiente.”
I davvero istruiti diventano consci. Diventano consapevoli
di sé stessi. Non mentono a sé stessi. Non fanno finta che la
truffa sia una cosa morale o che l’avidità della imprese sia una cosa
buona. Non affermano che le esigenze del mercato possano giustificare
moralmente la fame dei bambini o la negazione dell’assistenza medica ai malati.
Non cacciano di casa 6 milioni di famiglie come costo della conduzione degli
affari. Il pensiero è un dialogo con il proprio io interiore.
Quelli che pensano pongono domande, domande che coloro che detengono l’autorità
non vogliono siano poste. Ricordano chi siamo, da dove veniamo e
dove dovremmo andare. Restano eternamente scettici e diffidenti nei confronti
del potere. E sanno che questa indipendenza morale è l’unica protezione dal
male radicale che deriva dall’incoscienza collettiva. Questa capacità di
pensare è baluardo contro ogni autorità centralizzata che cerchi di imporre
un’obbedienza stupida. C’è un’enorme differenza, come comprese Socrate,
tra l’insegnare alle persone cosa pensare e l’insegnar loro come pensare. Quelli
che sono dotati di una coscienza morale rifiutano di commettere delitti, anche
quelli sanzionato dallo stato-impresa, perché alla fine non vogliono vivere con
dei criminali, sé stessi. “E’ meglio essere in conflitto con il
mondo intero […] che essere in conflitto con me stesso,” disse
Socrate.
Quelli che sono in grado di porre le domande giuste sono
armati della capacità di fare una scelta morale, di difendere il bene contro le
pressioni esterne. Ed è per questo che il filosofo Immanuel Kant pone
i doveri che abbiamo verso noi stessi prima dei doveri che abbiamo verso gli
altri. Il riferimento, per Kant, non è l’idea biblica dell’amore per sé
stessi – ama il tuo prossimo come te stesso, fai agli altri quello che vorresti
che essi facessero a te – ma il rispetto di sé. Quel che ci dà valore e
significato come esseri umani è la capacità di sollevarci ed opporci
all’ingiustizia e alla vasta indifferenza morale dell’universo. Una volta
morta la giustizia, come sapeva Kant, la vita perde ogni significato.
Quelli che obbediscono docilmente alle leggi e alle norme imposte dall’esterno
– comprese le leggi religiose – non sono esseri umani morali. L’adempimento
di una legge imposta è moralmente neutro. I davvero istruiti
mettono le loro volontà al servizio di un’istanza di giustizia, empatia e
ragione più elevate. Socrate ha sostenuto la stessa tesi quando ha detto che è
meglio patire il male che farlo.
“Il male più grande che sia stato perpetrato,” ha
scritto Hannah Arendt, “è il male commesso dai nessuno, ovvero dagli
esseri umani che rifiutano di essere persone.” Come ha
puntualizzato la Arendt, dobbiamo aver fiducia soltanto in coloro che hanno
questa consapevolezza di sé stessi. Questa consapevolezza di sé stessi viene
solo dalla coscienza. Viene dalla capacità di guardare la crimine che viene
commesso e dire “Io non posso”. Dobbiamo temere, ha
ammonito la Arendt, quelli il cui sistema morale è costruito sulla struttura
inconsistente dell’obbedienza cieca. Dobbiamo temere quelli che
non sono in grado di pensare. Le civiltà prive di coscienza si trasformano in
deserti autoritari.
“I malvagi peggiori sono quelli che non ricordano perché
non hanno mai prestato attenzione alla questione e, senza ricordo, niente può
trattenerli,” scrive la Arendt. “Per gli esseri umani,
pensare al passato significa muoversi nella dimensione della profondità,
gettando radici e così rendendosi stabili, in modo da non essere spazzati via
da qualsiasi cosa possa accadere, lo Zeitgeist [lo spirito del
tempo], o la Storia o la semplice tentazione. Il male più grande non è
profondo, non ha radici, e poiché non ha radici non ha limiti, può arrivare a
estremi impensabili e spazzare il mondo intero.”
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