Ossario di Miriam
Il contenitore funerario in calcare, definito come un
ossario, potrebbe rivelare quale fosse la patria di Caifa, il sommo sacerdote
coinvolto nella crocifissione di Gesù. L’autorità israeliana per le antichità, che
confiscò l’ossario da alcuni saccheggiatori tre anni fa, lo ha poi consegnato
al prof. Yuval Goren, del Dipartimento di Archeologia dell’Università di Tel
Aviv, che ha condotto il tentativo di autenticazione.
“Al di là di ogni ragionevole dubbio, si tratta di
un’iscrizione autentica”, ha affermato Goren, dopo aver condotto un esame
approfondito sul contenitore che, oltre all’iscrizione, presenta anche alcune
rosette decorative.
Le scoperte di Goren dimostrano che questa insolita
iscrizione getta luce su uno degli uomini dietro alla morte di Gesù.
L’iscrizione completa recita: “Miriam,
figlia di Yeshua figlio di Caiaphus, sacerdote di Maaziah da Beth Imri,”
citando quindi il defunto, con tre generazioni di parenti e una potenziale
posizione di riferimento.
La parola ‘Maaziah’
si riferisce a un clan che fu l’ultimo di 24 ordini di sommi sacerdoti durante
il periodo del Secondo Tempio, ha spiegato Goren. Sebbene ci siano alcuni
riferimenti al clan nelle fonti talmudiche che illustrano le loro vite dopo la
loro diffusione in Galilea nel 70 d.C., il riferimento a Beth Imri fornisce un’informazione nuova sulla posizione della
famiglia prima della migrazione.
Secondo i ricercatori, anche se è possibile che Beth Imri si
riferisca a un altro ordine sacerdotale, più probabilmente si riferisce a un
luogo geografico, forse il villaggio di origine della famiglia di Caifa.
Si pensa che l’ossario provenga da un luogo di sepoltura
nella Valle di Elah, a sud-ovest di
Gerusalemme, il luogo leggendario della battaglia tra Davide e Golia. Beth
Imri era probabilmente situato sulle
pendici del Monte Hebron. Non è la prima volta che un ossario fa notizia.
Un’iscrizione scoperta di recente afferma che un altro ossario contiene i resti
di Giacomo figlio di Giuseppe, fratello di Gesù. Questa rivelazione ha fatto
notizia nel 2002, per poi rivelarsi una bufala.
Goren è convinto che questa è vera – e ha la scienza dalla
sua parte.
“Quando una roccia
rimane depositata nel terreno per millenni, è influenzata dall’ambiente
circostante e a sua volta influenza l’ambiente circostante”, ha osservato. Processi come l’erosione causata dall’acqua
acida e l’accumulo di rivestimenti di calcare o silicio, l’attività biologica
come lo sviluppo di batteri, alghe, licheni, e la circostante attività della
flora e della fauna hanno portato al rivestimento della pietra. La maggior
parte di questi avvenimenti sono però impossibili da replicare in laboratorio.
La scoperta del prof. Goren è riportata nell’ Israel Exploration Journal.
Fonte: Archeo Storia, del 3 settembre 2011
Fonte: Discovery New, del 31 agosto 2011
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