Lo studioso Alexander
Hollmann dell’Università di Washington ha tradotto un’antica maledizione
scritta 1.700 anni fa sui lati di una sottile tavoletta di piombo: essa doveva
affliggere non un re o faraone, ma un semplice fruttivendolo nella città di
Antiochia.
Scritta in greco, la maledizione chiedeva a Iao (la forma greca per Yahweh, il Dio
dell’Antico Testamento) di tormentare un fruttivendolo di nome Babylas. La
tavoletta elenca anche il nome di sua madre Dionysia, “nota anche come
Hesykhia”.
“O Iao che scagli lampi e tuoni, colpisci, lega Babylas il fruttivendolo”,
recita l’inizio della maledizione. “Come colpisci il carro del Faraone, così
colpisci l’offensività (offensiveness) di Babylas“.
O Iao che scagli lampi e tuoni, come uccidi i primogeniti d’Egitto,
uccidi il suo [bestiame?] tanto quanto…” (La parte successiva
è perduta).
È inoltre possibile che il fruttivendolo fosse cristiano: “Esiste un vescovo di Antiochia molto
importante chiamato Babylas che è stato uno dei primi martiri”, ha detto
Hollmann.
L’uso di metafore prese del Vecchio Testamento aveva
inizialmente suggerito a Hollmann che chi scrisse la maledizione fosse ebreo.
Ma dopo aver studiato altri antichi incantesimi magici che utilizzano le
metafore, si è reso conto che la cosa potrebbe non essere così scontata: “Non
credo che ci sia necessariamente un collegamento con la comunità ebraica”, ha
detto. “La magia greca e romana a volte inseriva testi ebraici senza
comprenderli molto bene”.
Oltre all’utilizzo di Iao (Yahweh) e al riferimento alla
storia dell’Esodo, la tavoletta cita anche la storia dei primogeniti d’Egitto:
“O Iao che scagli lampi e tuoni, come uccidi i primogeniti d’Egitto,
uccidi il suo [bestiame?] tanto quanto…” (La parte successiva
è perduta).
“Potrebbe essere semplicemente che l’Antico Testamento è un
testo potente, e la magia ama utilizzare testi e nomi potenti”, ha spiegato
Hollmann. “Questo è ciò che fa funzionare la magia o fa credere alle persone
che funzioni”.
Il manufatto, che ora si trova al Princeton University Art
Museum, era stato scoperto negli anni ’30 ma finora non era stato completamente
tradotto. La traduzione dettagliata è stata pubblicata sulla rivista Zeitschrift
für Papyrologie und Epigraphik.
Fonte: da Il fatto Storico
del 21 gennaio 2012
Fonte: Live Scienze
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