Bosco Chiesanuova: Chiesa di Santa Margherita (1375)
Altopiano della Lessinia. Piccolo rifugio di anime oranti e di viandanti di passaggio nella notte dei tempi. Nel buio dei secoli si perdono le scarse notizie di questo tempietto alla base dell’impennata collinare che porta a Bosco Chiesanuova, ma la storia di Santa Margherita corre di pari passo con quella del paese di Bosco, portando con sé tradizioni, fatti accaduti e leggende.
Con il centenario della Chiesa parrocchiale di Bosco Chiesanuova emergono accenni sulla vita della comunità locale, che ha vissuto il passaggio dal suo primitivo e angusto tempio a quello grande e maestoso che, si erge imponente in, appunto, Piazza della Chiesa. Occorre r tornare all’anno 1375, quando il vescovo Pietro della Scala eresse, sotto l’invocazione di S. Tommaso, la Chiesa Nuova nella Frizzolana, nucleo storico dell’attuale Bosco. Mentre Valdiporro era già diventato Comune, Bosco lo divenne quindici anni più tardi per concessione di Gian Galeazzo Visconti. Paradossalmente Frizzolana fu frazione di Valdiporro, mentre ora è Valdiporro ad essere frazione di Bosco.
Secondo un documento del 1433 possiamo riconoscere i nuclei abitati facenti parte del del “Vicariatus monteneorum teuthoricorum” (un primissimo antenato dell’attuale Comunità Montana, ndr). Lo scenario era molto diverso da quello di oggi: troviamo Vellum (Velo Veronese), Roverendum Valli (Roverè Veronese), Vallis Porri (Val di Porro), Camposilvanus (Camposilvano), Azzerinus (Azzerino, ora frazione di Velo) e Frizzolana «cum sui pertinentiis» vale a dire con le contrade.
Le più antiche contrade della Frizzolana sorsero in prossimità di una sorgente d’acqua a in piccole valli al riparo delle intemperie. Proprio in località Laghetto, ancora oggi così nominata, venne costruita la Chiesetta di S. Margherita, della quale tuttavia mancano notizie complete.
Il noto studioso Anselmo Sauro, dai cui scritti attingiamo queste annotazioni, nel suo libro “Le origini della popolazione dei 13 comuni veronesi” (Bosco Chiesanuova, Ed. 1988) offre anche notizie sui sacerdoti che guidarono questa alpestre comunità cristiana, «i cui abitanti» scrive «conservarono la loro parlata tedesca e avevano bisogno di sacerdoti che conoscessero la loro lingua».
Dal 1375 al 1578 furono quindi fatti venire dall’Austria e dalla Germania diversi sacerdoti. Di qualcuno di questi si conosce anche il nome: Padre Cristoforo era di Ulm (Germania), mentre Paolo Appl era di Salisburgo (Austria). Successivamente i parroci di Chiesanuova furono tutti oriundi dei XIII comuni e poi dei comuni della Provincia di Verona, mano a mano che anche la «parlata tedesca» venne persa.
«In occasione delle celebrazioni del 1854 con la proclamazione del Dogma dell’Immacolata» documenta il Sauro «apparve evidente che il tempio di allora fosse incapace di costruirne uno più ampio ed imponente, quello attuale».
Il crescente interesse per il culto non tardò a manifestatasi e svilupparsi sia nella nuova maestosa Chiesa, come anche nella Chiesetta di Santa Margherita, in tempi recenti sempre di più frequentata soprattutto nei mesi estivi e in altre occasioni di festa, con interventi anche di sacerdoti ospiti della Parrocchia. Il capitello ove poi avvenne l’erezione della piccola chiesa era a sua volta dedicato a Santa Margherita che fu, guarda caso, una delle Sante più amate dalle popolazioni tedesche.
Fonte: srs di Gino Franceschini, da Pantheon di luglio 2011
La Chiesa di Santa Margherita. E' situata all'inizio
del paese e risale probabilmente alla fine del XIV secolo; sembra che in essa
possa riconoscersi la "Ecclesia
Nova", concessa agli abitanti di Vallepurri, attuale Valdiporro, per
consentire il distacco dalla parrocchia di Roverè, posta al di là del Vajo di
Squaranto, che fino al ‘700 vantò il diritto di venire in processione a Santa
Margherita per riscuotere un tributo. La festa di Santa Margherita si celebra
ancora oggi il 20 luglio.
La chiesa è di fattura semplice con soffitto a capriate
all'interno e un presbiterio a crociera sottolineato da nervature in
"rosso ammonitico", pietra locale. Molto interessante l'altare,
formato da un blocco unico di pietra scolpita in bassorilievo, con una croce
con i bracci che si allargano in un fiore, motivo che si ritroverà per secoli
nelle varie croci in pietra e ferro della Lessinia. Dietro l'altare c'è un quadro
di Santa Margherita, Santa particolarmente venerata dai Cimbri. La campana di
bronzo della chiesa è custodita all'interno del Museo Civico; su di essa c’è
un'iscrizione in latino distribuita su due fasce: "Mentem sanctam
spontaneam (obtulit) honorum Deo (dedit) et patriae liberationem
(imperavit)" (offrì mente santa e spontanea, diede onore a Dio e ottenne
la liberazione della patria). Il soggetto è Sant'Agata, martirizzata sotto
l'imperatore Decio e diventata poi patrona dei campanari. Nella fascia inferiore
sono presenti la data MCDXXV (1425) e dei motivi decorativi: i fiori di cardo,
tipici dei lanaioli, l'agnello pasquale e il levriero simbolo di fedeltà. Tali
motivi richiamano anche la principale attività praticata allora nell'alta
Lessinia: la pastorizia e la produzione della lana.
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