giovedì 17 giugno 2010

Domino dancing

Una a una, come di un grandioso domino, cascano le tessere di un gioco cui molti sfugge il senso. Dopo Grecia e Spagna anche l’italietta marocchina è chiamata a versare lacrime e sangue in nome del “risanamento”, del “ce lo chiede l'Europa”, della “moneta unica” al salvataggio della quale tutto può essere sacrificabile.

Ineluttabile la “correzione”, se ci pensate, perché a fronte di un calo netto del PIL del 5% nel 2009 solo uno sciocco avrebbe potuto  ritenere un 2010 esente da conseguenze.
E’ arrivata anche da noi la “manovra” imposta dai poteri economici transnazionali.
Leggiamo di tagli, accorpamenti, spacchettamenti, soppressioni di enti, trasferimenti di competenze.

Ciò che però non vediamo è la RIDUZIONE DEL NUMERO DEI DIPENDENTI PUBBLICI soprattutto nelle regioni del centro sud dove sono in forte esubero.
Non sentiamo di abolizione in massa delle auto blu perché non saprebbero che farne delle CENTINAIA DÌ MIGLIAIA di autisti di auto blu.
Né di diminuzione certa di spese per il quirinale, camera, senato, riduzione del numero dei ministeriali, dipendenti authority, dirigenti statali, il cui numero in alcuni casi è molte volte il necessario. E si dice di “loro autonomia” nel ridurre i costi.

La decurtazione degli stipendi dei parlamentari dopo che Calderoli aveva annunciato una sforbiciata del 5% arriva a ben il 10% (che bravi!). Solo che non ci hanno detto che riguarda solamente la parte eccedente gli 80mila euro. Il che in termini assoluti equivale a meno da quanto ipotizzato dal ministro leghista.

La casta fa “ammuina”?
Molto peggio, si è ammutinata!

Mentre la nave affonda con noi a bordo, essa cerca di accollarci pure il costo della crisi.
Impossibile eliminare le province poiché, per realizzare VERAMENTE i risparmi miliardari auspicati dai sostenitori dell’abolizione, significherebbe mandare a casa, credo, 80mila dipendenti provinciali in tutta la penisola.
Secondo voi fattibile?

IDENTICISSIMO discorso per gli “enti inutili” che da decenni si tenta “inutilmente” di sopprimere. Ridicolo “abolirli” se poi il loro personale continua a percepire stipendio sotto altra amministrazione o in differente entità statuale.

La ”lotta ai falsi invalidi” si concluderà colla sospensione dell’emolumento ai VERI DISABILI della Padania tramite la REVISIONE DEL PUNTEGGIO oltre al fattore reddito. Oltretutto la manovra prevede l’aumento all’80% (dal 75%) del punteggio minimo per avere l’assegno di invalidità.
Da Roma in giù, dove le commissioni mediche sono di manica larghissima, nulla cambierà. Le pensioni sospese verranno ripristinate in qualche mese con l’80% del punteggio o trasformate in altro sussidio, “reddito d’ingresso”, “LSU” o di qualsiasi altro nome.
Dopodiché le merde romane dell’informazione tipo Rai e Repubblica-Espresso annunceranno trionfalmente scodinzolanti  “Scovati più falsi invalidi al Nord”.

Un condono edilizio presentato con lo pseudonimo di  “sanatoria per case fantasma”.
Immancabile, tradizionale ormai, il taglio dei trasferimenti agli enti locali per ben 13 MILIARDI di euro, senza alcuna discriminazione tra enti virtuosi e spreconi.

Anzi, dopo lo scherzo incredibilmente stupido del “patto di stabilità” che ha punito SOLAMENTE i comuni virtuosi premiando quelli alla bancarotta, viene imbastita una riduzione bestiale delle risorse. Il che significa un’ABNORME innalzamento della pressione fiscale locale. Altro che “non metteremo le mani nelle tasche degli italiani”.

Ineffabile la regione siciliana continua ad erogare le pensioni-baby, dopo 25 anni ai suoi dipendenti, ripristinate lo scorso anno da una sentenza di una suprema corte a Roma. Laggiù non vogliono sentir parlare di federalismo ma se è per tenersi dei privilegi divengono fieri autonomisti.

Nemmeno corrisponde al vero che “non toccheremo le pensioni”.
La riduzione e slittamento delle “finestre” d’uscita comporterà un allungamento del periodo lavorativo (come subito auspicato dall’ignobile burattino alla presidenza della camera)
A pagare ancora una volta i lavoratori che hanno avuto l’infausto merito di lavorare legalmente, onestamente versando contributi.

La manovra non risolverà nulla.
Poiché non include riduzione di un centesimo dalla pressione fiscale sulle PMI che dovrebbero creare sviluppo, non abbassa di un millimetro la pila di adempimenti necessari per aprire un impresa. Neppure tranquillizza le angosce dei giovani precari impossibilitati a programmarsi una vita con luridi mille euro mensili perennemente provvisori.

Lotta all’”evasione fiscale”?
Sappiate che le piccole e medie imprese del centro nord per sopravvivere devono passare notevolmente al nero, o trasferire le produzioni all’estero, per accontentare clienti meno numerosi e ancora meno inclini a spendere.
Un cane che si morde la coda.
La gente senza lavoro non consuma quindi le fabbriche non producono tendendo a non assumere.

A dispetto del sempiterno incremento della popolazione residente, per via dell’immigrazione, c’è da aspettarsi un drastico decremento dei consumi partendo dai voluttuari. Chi non ha i soldi per mangiare NON ha tempo di comprare il “nuovo” di automobili, televisori, scooter, freezer, fotocamere.  So di gente che ha rinunciato ad acquistare un’auto usata a prezzo stracciato perché non “ci stava dentro” con bollo e assicurazione.
In italia la tassazione colpisce soprattutto LAVORO e CONSUMI.
Esattamente le voci di entrata che stanno franando senza rimedio.

Che “capitolo” manca a questa finanziaria?
Gli oltre CENTO MILIARDI d’imponibile sottratti al fisco dalle mafie meridionali che NON verranno toccati da questa o da altra “manovra”.
Perciò tale “maquillage” finanziario dei conti pubblici non basterà.
A settembre aspettiamoci un’altra legge finanziaria probabilmente ancora più brutale, odiosa, iniqua di questa.

A proposito di autunno, e a costo di passare definitivamente per misogino, non riesco a passare sotto silenzio l’allucinante proposta del duo comico Gelmini - Brambilla sul rinvio dell’apertura dell’anno scolastico a ottobre.  Già le maestre “eroine” devono contrarre copiosamente il programma per tenere dietro agli immigrati paracadutati nelle classi in base all’età senza tenere in conto della loro preparazione pregressa.  Addirittura clandestini, senza sapere bene come si chiamino,  le condizioni di salute e senza che conoscano minimamente la lingua.  E la “manovra” congela l’organico degli insegnanti di sostegno. Ridurre i giorni di scuola sarebbe una sciagura per la didattica.

Il turismo non c’entra.
L’obiettivo è lo svilimento della scuola pubblica per ridurla al livello di quella dei nostri padroni. Come si fa negli Stati Uniti in cui certe scuole statali hanno adottato la “settimana corta” (quattro giorni) per mancanza di fondi.
Anche la questione delle “risorse” dei precari a settembre è farlocca. Poiché le “risorse” ci sono sempre per seguire gli USA nelle folli guerre in medio oriente..

L’Europa intera con il suo modello sociale è sotto attacco.
La Grecia è fallita tecnicamente, manca solo l’“imprimatur” dei soliti noti BCE, FMI, EU ecc. La Spagna è alla seconda manovra consecutiva e di oggi la notizia che quattro banche si sono fuse “d’emergenza” per evitare il crac.

Tutte queste trame paiono una mostruosa congiura.
Noi europei siamo tessere inermi in un gioco bislacco di poteri intangibili.
Alla stregua di Ciechi di Bruegel camminiamo come automi verso la catastrofe finanziaria, pronti a cadere nell’abisso guidati dai pifferai della politica.
Provate a immaginare chi siano i conduttori di questa giostra.

Fonte: srs di FMB di  mercoledì 26 maggio 2010: 
Link: blog-fmb.blogspot.com

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