I reperti venuti alla luce non sembrano sufficienti per bloccare l’opera, ma è presto per la decisione finale. Sabato manifestazione del comitato
Resti di antiche tombe, ossa umane e, per ora, nulla più. In piazza Corrubio si continua a scavare: lungi dall'essere conclusi, infatti, dureranno almeno un altro mese e mezzo i sondaggi archeologici nel terreno, così come previsto fin dall'inizio.
Lo scopo, condito dalla vivida speranza dei residenti e commercianti di San Zeno, è verificare se in quest'area si trovino reperti di rilevanza storica e dimensioni tali da sbarrare la strada al progetto del parcheggio interrato, approvato dall'amministrazione Zanotto. Perché non c'è altra via, ha spiegato più volte la giunta Tosi, per recedere dal contratto con la ditta Rettondini e fermare la realizzazione dell'opera senza pagare penali di milioni di euro.
Come hanno potuto constatare anche l'assessore alla mobilità Enrico Corsi e il presidente della prima circoscrizione Matteo Gelmetti, che ieri mattina hanno effettuato un sopralluogo, la prima fase degli scavi ha fatto affiorare, a circa un metro e mezzo di profondità, una decina di tombe "alla cappuccina", dotate cioè di un sottofondo e di una copertura in tegole di terracotta. Un metodo di sepoltura "povera" frequente in epoca romana e medievale.
Sepolcri e scheletri però, asportabili dal luogo di ritrovamento e in più spesso compromessi dalle tubature installate nel terreno, non sono giudicati sufficienti ad annullare la realizzazione del parcheggio. Si tratta, insomma, di reperti assai comuni, soprattutto in prossimità degli edifici sacri. Gli archeologi stanno pulendo e catalogando i vari pezzi, che in seguito verranno raccolti per essere studiati e datati.
Le speranze si attaccano alla seconda fase di scavo, che si porterà più avanti, verso l'aiuola alberata. Se l'antica cripta sotto la pasticceria San Zeno, si ipotizza, avesse avuto stanze adiacenti o cunicoli, potrebbe emergere qualcosa di più interessante.
«E poi qui sotto passava la via Postumia», rilanciano i residenti, che dai balconi, armati di binocolo, non perdono d'occhio l'avanzare degli scavi. Quello che non capiscono è perché non si oltrepassino i due metri di profondità: cosa che, a loro parere, limita le possibilità di ritrovamento. «Fondamentale è che quegli alberi non vengano abbattuti in nessun caso», dice Alberto Ferrarini (Pdl), presidente della commissione ecologia della prima circoscrizione, indicando gli spazi verdi della piazza. «Non vogliamo una seconda piazza Isolo con pietre e cemento, anzi, ci aspettiamo di ottenere l'allargamento dei giardini».
I sanzenati intanto organizzano la «controffensiva». Come annuncia Mao Valpiana, tra i fondatori del neonato comitato «Salviamo piazza Corrubio», si passerà alle vie legali per far emergere le contraddizioni nell'iter d'approvazione del parcheggio. «E l'opposizione popolare», aggiunge, «non mancherà di farsi sentire: scendendo in piazza, organizzando incontri, sit-in, una raccolta firme... per coinvolgere in questa causa non solo i residenti, i commercianti e i lavoratori di San Zeno, ma tutti i cittadini veronesi».
Si comincia sabato 10 pomeriggio, in piazza Corrubio. «Facciamo la festa al parcheggio»: musica, danze, buona cucina e un momento d'assemblea per ribadire il no all'opera.
Fonte: L’Arena di Verona di martedì 06 ottobre 2009, cornaca, pag. 7
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