Nella bassa veronese s’incrocia la storia: Uno storico topografo ferrarese individua un’antica e sconosciuta strada romana, mentre un archeologo parla di una via di oltre 3mila anni fa. Non è detto che i due percorsi siano sovrapposti. In ogni caso sono in corso ricerche con nuove
Una scoperta tira l’altra. Una strada dell'età del bronzo sarebbe stata individuata nelle Valli Grandi veronesi da un equipe dell'università di Padova nello stesso identico luogo dove solo pochi giorni fa un archeologo di Ferrara aveva ritenuto ci fosse una strada di epoca romana.
L'ipotetico tracciato, la cui presenza verrà verificata dagli studiosi della città del Santo nelle prossime settimane, è stato rilevato attraverso alcune foto aeree e satellitari e risalirebbe ad oltre 3mila anni fa.
La strada sarebbe dunque almeno di un millennio più antica di quanto immaginato da Nicola Cassone, il topografo storico ferrarese che aveva datato lo stesso avvistamento ai primi decenni dopo Cristo.
Cassone, osservando le immagini dall'alto delle Valli Grandi, aveva notato «una striscia larga una decina di metri e lunga alcuni chilometri di colore più chiaro rispetto al terreno, probabilmente a causa della ghiaia con la quale la strada è stata costruita in epoca romana». Quel riflesso chiaro però, come spiega Armando De Guio, il professore di metodologia e tecnica della ricerca archeologica al lavoro nelle Valli per l'ateneo patavino, «non corrisponde a pietra ma a terra battuta».
A trarre in inganno Cassone, che tra le altre cose collabora con i civici musei ferraresi, sarebbero state anche le fonti storiche. «Tacito racconta della guerra civile scoppiata nel 69 dopo Cristo tra Vitellio e Vespasiano e i rispettivi generali: Cecina, barricatosi ad Ostiglia, e Antonio Primo, fermatosi ad Este», spiega Cassone. «Gli eserciti si scontravano dunque nelle Valli grandi e Tacito racconta che Cecina, muovendo verso Este lungo la strada, si era fermato in un villaggio chiamato Forum Alieni. La strada percorsa potrebbe dunque essere quella individuata dalle foto satellitari».
De Guio, però, in anni di lavoro e studio ha verificato che ad oggi l'unica strada romana conosciuta nel territorio delle Valli grandi passa altrove, non distante dal territorio Villabartolomea. Fino a quando i due studiosi non avranno confrontato le rispettive foto aeree non sarà però possibile dire con assoluta certezza che il tracciato da loro individuato sia lo stesso. «Se quello di Cassone corrispondesse ad un'altra strada», spiega De Guio, «potrebbe rivelarsi un'interessante scoperta».
La breve ricerca dello studioso di Ferrara era cominciata dalla domanda di Aldo Marchesini, un residente di Trezzano sul Naviglio ma nativo di Sustinenza, che chiedeva alla redazione del programma televisivo «Ulisse» se fosse possibile, con i moderni strumenti di rilevazione, verificare la presenza dell'antica e mitologica città di Carpanea. La redazione aveva girato il quesito al suo consulente, Cassone appunto, che aveva individuato non tanto la città che il mito vuole risucchiata dalle acque del Tartaro, quanto l'ipotetica strada romana. «Credo sarebbe interessante verificarne con uno scavo scientifico la presenza», suggerisce. «Anche perché opere di valore storico in un territorio come quello delle Valli grandi potrebbero fare da volàno per lo sviluppo turistico». Un invito che non rimarrà inascoltato: l'equipe di De Guio ha già messo in programma per nuove fotografie aere e satellitari ed uno scavo.
Fonte: srs di Alberto Cogo da L’Arena di Verona di Mercoledì 15 ottobre 2008, provincia, pag. 33.
Foto aerea: Nicola Cassone.
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