NOTIZIE STORICHE DELLA IMMAGINE DEL CRISTO CHE SI VENERA NELLA
CHIESA DI S. GIORGIO IN BRAIDA
Questa narrazione è tratta da un antiche originali
testimonianze risalenti alla fine del 1800. Ora l’immagine di Cristo si trova
nella chiesa di San Giorgio. I prodigi compiuti dal Cristo Crucifero sono
ricordati da 140 tavolette, dovute alla devozione popolare Le stesse sono state
recentemente restaurate e collocate in opportune bacheche. Per numero di pezzi
la collezione di S. Giorgio è seconda solo a quella della Madonna della Corona.
"Alla infinita Sapienza e bontà di Dio piacque fin dal principio del mondo manifestarsi all’uomo per mezzo dei miracoli, affinché lo avesse con più viva fede a riconoscere e confessare per suo Creatore. Ora siccome tra i prodigi da Dio operati nella sua Chiesa, ve n’ha un gran numero che si attiene al culto delle sante Immagini, ragion vuole che dove alcuna di coteste Immagini sia per tal modo venuta in grande venerazione, non se ne lasci perire col tempo la memoria, ma se ne tramandino alla posterità. Tale si è la miracolosa Immagine del CRISTO, di cui s’intende ora a tessere un succinto ragguaglio.
Il Cristo prima del restauro in una fotografia del marzo 2012
Nella storia di Verona si legge che verso l’anno 1445, un soldato della Repubblica Veneta dipinse sulle mura della città sopra l’intonaco di un baluardo, di facciata alla Chiesa di S. Giorgio in Braida, l’immagine di Gesù Cristo in atto di portar la sua croce. La santa Effigie è tutta a color verde, giacché a condurla non altro che semplice erba ebbe alla mano quel pio soldato, avvezzo a trattare la spada forse più che il pennello. Or questi, com’ebbe condotto a termine il suo lavoro, prese ad onorare il Divin Salvatore.
Il Cristo "restaurato" in una fotografia del dicembre 2016
"Alla infinita Sapienza e bontà di Dio piacque fin dal principio del mondo manifestarsi all’uomo per mezzo dei miracoli, affinché lo avesse con più viva fede a riconoscere e confessare per suo Creatore. Ora siccome tra i prodigi da Dio operati nella sua Chiesa, ve n’ha un gran numero che si attiene al culto delle sante Immagini, ragion vuole che dove alcuna di coteste Immagini sia per tal modo venuta in grande venerazione, non se ne lasci perire col tempo la memoria, ma se ne tramandino alla posterità. Tale si è la miracolosa Immagine del CRISTO, di cui s’intende ora a tessere un succinto ragguaglio.
Il Cristo prima del restauro in una fotografia del marzo 2012
Nella storia di Verona si legge che verso l’anno 1445, un soldato della Repubblica Veneta dipinse sulle mura della città sopra l’intonaco di un baluardo, di facciata alla Chiesa di S. Giorgio in Braida, l’immagine di Gesù Cristo in atto di portar la sua croce. La santa Effigie è tutta a color verde, giacché a condurla non altro che semplice erba ebbe alla mano quel pio soldato, avvezzo a trattare la spada forse più che il pennello. Or questi, com’ebbe condotto a termine il suo lavoro, prese ad onorare il Divin Salvatore.
Il Cristo "restaurato" in una fotografia del dicembre 2016
Continuossi in questa divota pratica fino a tanto che
infermandosi fu raccolto all’Ospitale della Misericordia. Quivi l’infermo, ragionava sovente del suo
Gesù da sè dipinto sul baluardo di S. Giorgio e narrava i celestiali favori da
Lui ricevuti: sicché mise quella santa Effige in grandissima estimazione.
Finalmente consumato dagli anni più che dalle malattie il buon vecchio chiuse
quivi in pace i suoi giorni.
Ad esempio di quel
pio soldato alcune donnicciuole del vicinato si recavano anch’esse sul terminar
del giorno in quel solitario luogo ad orare. Ora avvenne, che ad una di coteste
donne cadesse malato un suo tenero figlioletto e poichè per nessun rimedio
umano potea recuperarlo, piena di fede e colle lagrime agli occhi si prostrò
dinanzi a questa Santa Immagine e fece a Gesù la sua orazione; e Gesù
rimandolla consolata della grazia perché ritornata a casa trovò il suo
figliolino rifatto, allegro, e quasi istantaneamente guarito.
Si sparse per la città la notizia del prodigioso
risanamento e tosto crebbe il concorso, la divozione e la fede dei
supplichevoli; e Gesù onorato in quella sua Immagine incominciò a dispensare
largamente nuove grazie e ad operar meraviglie.
Non molto dopo con elemosine raccolte dalla pietà dei
divoti si potè chiudere il baluardo in forma di cappellina a volta massiccia e
adornarlo di dentro di lampade, che di notte ardevano dinanzi alla prodigiosa
immagine.
L'oratorio del Cristo in una fotografia del febbraio 2016
L'oratorio del Cristo in una fotografia del febbraio 2016
Dal 1445 al 1583 tante furono le grazie ed i miracoli ottenuti, che le pareti d’intorno erano tutte coperte a ribocco di tavolette votive ossia quadretti dipinti ed appesi a perpetua memoria dei ricevuti favori e quasi tutti per essere stati liberati da malattie incurabili e mortali. Intorno a questo tempo i fedeli cominciarono ad accorrere a schiere dai vicini paesi e ad onorare con divote processioni, con voti ed offerte la sacra Immagine di Gesù portante la Croce e ciò per implorare or la pioggia ed ora la serenità.
Dall’anno 1668, S. Giorgio in Braida fu
convertito in Parrocchia In sull’entrare del nostro secolo, disceso Napoleone
dalle Alpi e impadronitosi dell’alta Italia, permise Iddio, a punizione dei
nostri peccati, che fossero soppressi i Conventi, gli oratori e molte Chiese:
l’oratorio del CRISTO, dove la sacra Effige era stata incorporata, venne
anch’essa in poter del demanio il quale ne fece mercato, come soleva di tutti i
beni tolti alla Chiesa, rilasciandolo al maggior offerente. Ciò avvenne l’anno
1810 e diciotto anni dopo, cioè nel 1828, fu interamente atterrato e distrutto.
Ma la miracolosa
Immagine del CRISTO rimase, come per miracolo, intatta anzi sempre ben
conservata e custodita.
Correva l’anno 1836 quando per la costruzione dei nuovi
forti in Verona dominata dagli Austriaci doveansi demolire alcune vecchie mura
della città, nonchè il baluardo di San Giorgio. Sotto quei rottami adunque, tra
quelle macerie dovea anche restare avvolta e sepolta l’antica e miracolosa
Immagine. Ma Gesù benedetto non lo permise e fu salva. Adunque si chiese
primieramente il permesso di trasportarla nel Santuario e il Maggiore del Genio
militare vi acconsentì di buon grado.
Quindi fu commessa l’impresa ad un vecchio capo-mastro
veronese. Quel muro era un ammasso irregolare di minuti rottami mescolati con
assai grosse pietre legate da un cemento si gracile, che sgretolava tutto da sè
per modo che levando un sasso, precipitavano gli altri. Bello era vedere
la moltitudine del popolo, che attonito e silenzioso stava a mirare il felice
procedimento dell’opera.
Finalmente, era la santa Immagine al suono di tutte le
campane, condotta come in trionfo dentro il grandioso Tempio di San Giorgio,
preceduta e seguita con festa dal divoto popolo. Quivi esposta nel mezzo alla
pubblica venerazione, rimasevi per lo spazio di circa sei anni, cioè fino a
tanto che nel 1842 al 26 Ottobre fu di là trasportata nel luogo dove al
presente si trova e questo è quel medesimo Oratorio dove anticamente era stata
posta.
Quella croce che Gesù reca sulle spalle e con tanto amore
porta, c’invita alla pazienza; quella destra sollevata a benedirci ci conforta
a speranza.
L'oratorio del Cristo in una fotografia del dicembre 2016
L'oratorio del Cristo in una fotografia del dicembre 2016
Il Santuario è sempre aperto, non solamente nei dì
festivi, ma in ogni altro giorno, così la mattina come la sera. Vi si accede
per una porta laterale all’altare di S. Giuseppe. Grazie alle offerte generose
dei parrocchiani il predetto Santuario, correndo l’anno 1886, fu tutto
rimesso a nuovo.
(La storia del Cristo è una libera versione dello scritto di
un ignoto; editore G.Zannoni 1895)
Fonte: da BORGOTRENTO VERONA del 2 luglio 2010
Link: http://www.borgotrentoverona.org/index.php?module=pnWebLog&func=viewpost&post_id=103&catfilter=28
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