Il discorso del politico
cosiddetto “populista” di “estrema destra” (strani termini per indicare un
baluardo della democrazia contro il fascismo globalista e il nazismo islamico)
chiarisce le priorità politiche e sociali del suo partito, il PVV, in vista
delle elezioni 2017.
GEERT WILDERS
Pim
Fortuyn, l’eroe di Rotterdam, l’uomo che ha dato una sveglia al nostro Paese,
una volta disse: “Non puntare a ciò che è possibile, ma a ciò che è
immaginabile”. Egli intendeva dire che per noi, gli olandesi, nulla è
impossibile.
Pim
Fortuyn aveva ragione. Niente è impossibile per noi. Siamo olandesi.
Guardate
il nostro Paese. Abbiamo creato da soli questa terra bella e unica. Siamo le
sole persone al mondo che vivono in un Paese in gran parte creato dai suoi
abitanti. Un grande risultato.
Non
solo abbiamo creato questo Paese, ma abbiamo anche esplorato il mondo. Abbiamo
solcato tutti i mari. Abbiamo fondato New York e scoperto l’Australia. Ma, a
volte, si direbbe che abbiamo dimenticato tutto. Dimenticato di cosa siamo
capaci. Di cosa siamo capaci quando uniamo i nostri sforzi. E forse questo è il
nostro problema. Dobbiamo avere il coraggio di tornare a pensare in grande.
Perché volere è potere.
Pim Fortuyn
E
sì, lo so. Ci sono parecchie cose che ci fanno arrabbiare. E ne abbiamo tutte
le ragioni. Questo governo ha distrutto il nostro Paese con la sua austerità e
ha consentito che fosse colonizzato dall’islam. Ma cominciamo a puntare
all’immaginabile. Cerchiamo di liberare la nostra terra.
Quattro
anni fa, Mark Rutte vinse le elezioni con una campagna basata su false
promesse, a suon di menzogne e falsità. Niente più soldi per i greci, mille
euro per ogni cittadino olandese, una rigorosa politica di immigrazione. E il
Partito Laburista era il suo nemico, come tutti ricordano. Di recente, Rutte ha
chiesto scusa, ma non si è comportato di conseguenza. Al contrario, dopo le
scuse ha continuato e sta continuando a distruggere e svendere il nostro Paese.
Magari governerà con i laburisti per altri quattro anni. Nessuno crede più a
ciò che dice. E vi domando: volete un premier come questo per i prossimi
quattro anni?
In
questo momento, state vivendo nel Paese di Mark Rutte. E per molti, questa
terra non è più piacevole. Basta uscire di casa e guardarsi intorno. È
probabile che incontriate dei teppisti davanti all’ingresso del vostro
supermercato. Che siate oggetto di sputi e o veniate derubati sul posto. Che le
vostre figlie, le vostre mogli e i vostri genitori vengano molestati e non
osino più uscire di casa la sera. Che stiate diventando stranieri nel vostro
stesso Paese. Tutto questo deve cambiare. Perché questo è il nostro Paese. E ve
lo stanno togliendo. E io ve lo restituirò.
Un
politico come me, che dice la verità su un problema enorme che tanti olandesi
devono affrontare quotidianamente – sì, sto parlando del terrore dell’islam e
del problema dei marocchini – viene trascinato in tribunale. Deve affrontare un
processo, mentre gli imam possono predicare tutto l’odio che vogliono e le alte
sfere della politica rimangono in silenzio. Si definiscono leader, ma non
guidano, ingannano.
Il
programma di Mark Rutte si riassume in una frase: inadempienza del proprio
dovere.
Il
mio programma per l’Olanda si chiama Liberazione. La liberazione inizia con
l’esporre i fatti.
Ed
eccoli, i fatti. Qui da noi, sei detenuti su dieci sono immigrati; e di tutti i
carcerati, più del 10 per cento sono di origine marocchina. Si ritiene che i
giovani marocchini commettano crimini con una frequenza quasi cinque volte
maggiore rispetto ai giovani autoctoni. I Paesi Bassi sono diventati una
continua diretta di Chi l’ha visto? Un politico che tace su questo è inutile.
Io mi rifiuto di tacere.
E
non tacerò sull’islam. Mai e poi mai. Perché il silenzio è pericoloso. Lo
scorso luglio è morto il Premio Nobel Elie Wiesel, sopravvissuto all’Olocausto.
Lo conobbi qualche anno fa a New York. Ha dato al mondo una saggia lezione:
“Quando qualcuno dice che ti vuole uccidere, credigli”. L’islam afferma che
vuole ucciderci. Il Corano non lascia alcun dubbio a riguardo.
Sette
musulmani olandesi su dieci credono che i precetti religiosi siano più
importanti delle leggi dello Stato. E più di un musulmano su dieci che vive qui
ritiene accettabile l’uso della violenza in nome dell’islam. Sono oltre 100.000
individui. Molti rifiutano di integrarsi e non mostrano alcun rispetto per le
autorità olandesi in zone come Maassluis o Poelenburg. Ci mostrano il dito
medio. Gli hooligan musulmani sfilano con le bandiere dello Stato Islamico per
le vie dell’Aja e occupano i ponti con le bandiere turche a Rotterdam. Questo è
il nostro Paese, ma a sventolare sono i loro vessilli.
Guardiamole,
quelle bandiere. E guardiamo la nostra. Sul nostro vessillo non campeggia
nessun versetto del Corano, nessuna mezzaluna, ma strisce rosse, bianche e blu.
Il rosso sta per la nostra identità, il bianco per la nostra libertà e il blu
per la verità. È giunto il momento che in ogni casa, in ogni strada, in ogni
comune sventoli la nostra bandiera. Ovunque. Con orgoglio. Perché questa è la
nostra terra, la nostra Olanda! E sta implorando di essere liberata.
Quando
sarò al potere, difenderò il nostro meraviglioso Paese. E questo sarà possibile
soltanto se ci de-islamizzeremo. Voglio farne il fulcro della mia politica.
Perché mi rifiuto di lasciare che questo nostro meraviglioso Paese perisca, e
mi batterò per la nostra cultura e la libertà del nostro popolo.
I
nostri valori non sono islamici, ma basati sulla civiltà giudaico-cristiana e
umanistica. Abbiamo il diritto e la libertà di scegliere come vogliamo vivere
la nostra vita, e di non rinunciare mai a questo diritto. Dodici anni fa, Theo
van Gogh venne assassinato. Ha dato la vita per la libertà che sta alla base
della nostra identità olandese. E questa identità deve difendere sé stessa. Non
dobbiamo permettere a chi vuole distruggere la nostra libertà di abusarne per
togliercela. Dobbiamo smetterla di fare gli ingenui e difenderci. Perché questo
è il nostro Paese.
Gli
olandesi sono pienamente consapevoli del fatto che, pur essendoci musulmani
moderati, non esiste un islam moderato. Due cittadini su tre affermano che la
cultura islamica non appartiene all’Olanda. Tre quarti ritengono che i politici
sottovalutino il problema del crescente numero di musulmani. Oltre tre quarti
degli olandesi non ritengono affatto che l’islam sia un arricchimento per il
Paese. Queste persone hanno ragione. Ma nessuno le ascolta. Solo io lo faccio.
Mark
Rutte ha parlato di ottimismo testardo, ma l’Olanda non ha bisogno di muli
sorridenti. Ha bisogno di eroi dotati di solido realismo. Non possiamo
permetterci di sottovalutare la gravità della minaccia. Perché la minaccia è
esistenziale: è in gioco la sopravvivenza del nostro Paese. I potenziali
terroristi sono già in mezzo a noi in gran numero e arrivano quotidianamente in
Europa, anche tra i flussi dei richiedenti asilo. Camminano liberamente qui.
Non fare nulla a riguardo, lasciando le nostre frontiere spalancate a decine di
migliaia di immigrati islamici in cerca di fortuna, provenienti dal Medio
Oriente e dall’Africa, è inadempienza al proprio dovere.
Dobbiamo
anche liberarci dagli eurofili di Bruxelles, che con la nostra identità, la
nostra sovranità e la nostra prosperità ci puliscono i pavimenti. Non abbiamo
più il controllo dei nostri confini, del nostro denaro, della nostra
democrazia. Se anche decidessimo con un referendum che non vogliamo qualcosa –
tipo l’accordo di associazione con l’Ucraina – ce lo farebbero ingoiare a
forza. Questo perché la volontà popolare è irrilevante per l’élite. Si stanno
prendendo gioco di noi.
Tutto
ciò che appartiene alla nostra cultura ci viene portato via. Anche Zwarte Piet (1)
non è più permesso. L’establishment vuole abolire la parola allochtoon,
straniero, ma è la popolazione autoctona che sta perdendo il proprio Paese. Mi
rifiuto di permettere che ciò accada. Questa è la nostra patria, la nostra
cultura, la nostra identità: l’Olanda, questo bellissimo Paese, questa grande
nazione, questo faro di libertà, che è nostro e rimarrà nostro! È ora di
fronteggiare la tirannia.
Oggi,
rivolgo un appello a tutti gli olandesi. A tutti coloro che godono delle nostre
libertà duramente conquistate, a tutti coloro che vogliono salvaguardare la
prosperità e il benessere per i loro figli e nipoti: dimostriamo al mondo che
siamo olandesi. Lottiamo – democraticamente e in modo non violento – contro i
poteri che stanno svendendo il nostro Paese. Il compito che ci attende è
immenso. Ma lo è anche il nostro coraggio di difenderci. Ci sono molte cose
buone da preservare e molte cose che devono essere ricostruite.
È
arrivato il momento di usare un linguaggio chiaro: il denaro olandese al popolo
olandese! Non un centesimo all’Africa, alla Turchia, alla Grecia o a Bruxelles,
non più. Se lo facessimo, tante cose diventerebbero possibili. Pensateci!
Saremmo in grado di ridurre le tasse per tutti, e così il potere d’acquisto
aumenterà in modo rilevante e l’economia potrà ricevere un forte impulso.
Potremo offrire ai nostri anziani una vecchiaia dignitosa. Saremo in grado di
ridurre l’età pensionabile di nuovo a 65 anni e le pensioni non dovranno essere
tagliate.
Voglio
anche mantenere aperte le nostre case di riposo e assumere migliaia di altri infermieri.
Nella mia Olanda, rimedieremo al terribile degrado della sanità sotto il
governo Rutte II, e ci saranno molti infermieri che si prenderanno cura dei
nostri anziani, con amore e rispetto, giorno e notte. Nella mia Olanda,
aboliremo le franchigie nell’assistenza sanitaria. È intollerabile che gli
olandesi evitino di curarsi perché non possono permetterselo, mentre gli
asilanti, che in media costano mille euro in più all’anno in spese sanitarie,
ottengono tutto gratis. Questa ingiustizia mi ripugna.
Potremo
spendere di più per la polizia e l’esercito, in modo da avere più risorse per
mantenere il nostro Paese libero e sicuro, proteggendo proprietà e confini.
Dobbiamo chiudere le frontiere ai richiedenti asilo e agli immigrati
provenienti dai Paesi islamici, non permettere più agli jihadisti di fare
ritorno dalla Siria, privare della cittadinanza ed espellere i criminali con
doppio passaporto. Dobbiamo liberare il nostro Paese.
Intendo
anche introdurre la democrazia diretta con referendum propositivi. Il nostro
sistema politico è ancora quello del XX secolo, governato dalle stesse élites
politiche arroganti, con le loro false promesse e scuse ipocrite. Se il
disastro creato da Mark Rutte ci ha insegnato una cosa, è questa: la gente
dovrebbe essere in grado di tirare il freno di emergenza, quando il potere
politico viola la volontà popolare. E non soltanto una volta ogni quattro anni.
Nei
decenni passati, milioni di olandesi hanno assistito con i propri occhi al
saccheggio del loro Paese. Non ci voleva un genio per capire che sarebbe finita
male. Il costante trasferimento di sovranità all’Unione Europea, l’euro che fa
più male che bene, lo spreco senza fine di denaro speso per i greci, i pericoli
dell’islam, le frontiere aperte e l’immigrazione di massa, la crescente
minaccia del terrorismo, lo tsunami dei richiedenti asilo, l’aumento delle
tasse e, infine, i tagli al sistema sanitario per le persone anziane e i
disabili, tutto ciò ha schiacciato la parte più debole della nostra società.
Purtroppo,
chi ha lanciato l’allarme ha dimostrato di avere ragione. Ma c’è una speranza.
Insieme possiamo occuparci di tutto ciò. Quando una nazione si sveglia e inizia
a muoversi, tutto è possibile. Non sto dicendo che il compito sarà facile. Ma
si può fare e deve essere fatto. Un Paese forte e sovrano, dove il duro lavoro
viene premiato e i deboli sono protetti, dove i terroristi non possono
attraversare il confine a Hazeldonk, (2) dove le donne possono camminare per
strada in minigonna senza essere molestate o aggredite sessualmente, dove le
cure sanitarie sono accessibili e le pensioni dignitose, dove tutti i cittadini
– tra cui ebrei, omosessuali, donne e critici dell’islam – sono al sicuro. Dove
il patriottismo non è un affronto ma un motivo di vanto. Dove l’islam è messo
alla porta.
Questo
splendido Paese, il nostro Paese, non è perduto. I migliori anni sono quelli
che devono ancora venire. Se faremo le scelte giuste. E diciamo addio a chi
distoglie lo sguardo dai problemi e svende l’Olanda.
È
giunto il momento della liberazione! Riprendiamoci il nostro Paese tutti
insieme. A partire dal 15 marzo 2017!
N
O T E
1)
Zwarte Piet, “Pietro il moro”, è un personaggio del folklore olandese e
fiammingo. Ha sembianze africane. [NdR]
2)
Il principale valico di frontiera tra Olanda e Belgio. [NdR]
Fonte: da rivista etnie, del 22 novembre 2016
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