Il sole 24 ore del 18 giugno
http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-06-17/ecco-conti-equitalia-perdite-220034.shtml ha pubblicato una notizia che già da qualche
tempo circolava negli ambienti ben informati:
Equitalia ha i bilanci in rosso. La società che dà lavoro a 8100
dipendenti ha speso nel 2012 in sole paghe, 506 milioni di euro per un costo
medio per ogni addetto di 62.500
euro/anno, altri 450 milioni se ne sono andati per i servizi.
Quindi per far funzionare Equitalia ci sono voluti nel 2.012. 956 milioni di
euro.
Dal 2010 a tutto il 2012 Equitalia ha accumulato perdite per
40 milioni di euro; solo nel 2012 ha chiuso con un lieve avanzo di 8 milioni.
Al di là della ricerca dei motivi che hanno portato l’ente
esattore in perdita c’è da chiedersi quale sia il vantaggio per lo Stato
italiano tenere in vita simile carrozzone.
Il comune cittadino potrebbe pensare che quanto recuperato
da Equitalia venga immesso in circolo per la gestione della cosa pubblica e
abbassare così il livello delle esigenze di cassa: ma non è così perché abbiamo
visto che l’incassato non copre nemmeno le spese. In pratica lo Stato, creditore nei confronti
dei cittadini, da lavoro a 8100 dipendenti per recuperare quei crediti che
vengono però assorbiti oltre misura dalla stessa struttura esattoriale.
Il più classico
esempio di parassitismo italiano.
Lo Stato, in parole povere ne perde.
Allora perché lo fa? E’ logico chiedersi.
Lo fa semplicemente
per rafforzare la sua autorità seminando terrore nelle coscienze dei cittadini,
con cartelle esattoriali, fermi amministrativi, ipoteche, vendite all’asta … così
come tutti i regimi illiberali fondano
la loro autorità sul terrore.
La Pubblica Amministrazione in un Paese democratico dovrebbe
chiamare a se i cittadini debitori, valutare le loro effettive difficoltà e in
base a questo stabilire modi e tempi per un rientro concordato dei debiti, non
sottovalutando la possibilità di un loro abbattimento percentuale o di sanatorie nei casi più disperati, proprio
perché lo Stato non può comportarsi come un semplice cittadino creditore nei
confronti di un altro. Lo Stato deve
aiutare i cittadini, andare incontro alle loro esigenze, capire quando le tasse
richieste non sono giustificate dalla
bassa qualità e limitata quantità dei servizi erogati, infondere fiducia
e non criminalizzare interi settori della società produttiva ma essere
inflessibile con chi evade consapevolmente: solo in questa maniera si
guadagnerà il rispetto dei cittadini che riconosceranno anche la sua autorità.
Il rispetto reciproco tra istituzioni e cittadino, se è
frutto naturale della fiducia, costituisce l’essenza primaria della democrazia mentre il rispetto
indotto dalla paura alimenterà, inevitabilmente, il sentimento della vendetta.
Equitalia ha il solo
scopo di creare sudditanza attraverso il terrore e la paura.
Va chiusa subito, prima che il cittadino mescoli la
disperazione cogente con il senso di vendetta perchè, a questo punto, ci
penserà lui.
Daniele Quaglia
Fonte: srs di Daniele Quaglia, visto su L.I.F.E. del 19
giugno 2013
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