lunedì 23 gennaio 2012

MONTE GRIGLIANO: LA SCOPERTA DELLE RELIQUIE DI SAN GIACOMO APOSTOLO (S.TI JACOBI MAIORIS APOSTOLI)

Ossuario di San Giacomo

Cap. II

LA SCOPERTA DELLE RELIQUIE DI S. GIACOMO APOSTOLO

Verso la fine del Trecento, sul Monte Grigliano, proprio fra le rovine di questa chiesa preesistente, avvenne un fatto prodigioso, riportato dai testi e dalle cronache veronesi degli storici più rappresentativi: il rinvenimento delle reliquie dell' Apostolo S. Giacomo.

La divergenza dei particolari fa supporre che parte di questa storia sia da considerare leggenda; è certo, tuttavia, che l'avvenimento è realmente accaduto ed è ammesso fra gli altri da: Maestro Marzagaia(1);  Raffaele Bagata(2),  Bonaventura Tondi(3), Ludovico Moscardo(4), Pier Zagara(5), Gerolamo Dalla Corte(6), Gian Battista Biancolini(7)', Carlo Cipolla(8), Luigi Simeoni(9) ...

Secondo le testimonianze fornite da questi storici, un contadino  di Lavagno di nome Filippo(10), zappando sul colle del Grigliano, fra le rovine dell'antica costruzione, scoperse un'urna contenente delle reliquie, attribuite all' Apostolo Giacomo(11).

E veniamo ai fatti della scoperta.

I vari storici concordano, generalmente, nella narrazione di questo avvenimento, anche se forniscono delle particolarità differenti nel contesto del racconto. Ecco alcune delle testimonianze più significative.

Il Maestro Marzagaia, che fu contemporaneo ai fatti narrati e che, probabilmente, alla fine del XIV secolo si trovava nella città di Verona, scrive: «Filippo da Lavagno il 10 maggio fu degno d'essere svegliato da una voce divina, che lo invitò a recarsi sopra il cocuzzolo di un colle (allude a quello del Grigliano) e quivi scavare perché c'erano le reliquie di S. Giacomo. Fece lo scavo e le trovò »(12).

Lo storico Bagata, a differenza del Marzagaia,  non fa alcun accenno alla divina visione di Filippo, infatti, afferma che: «S. Jacobi Maioris Apostoli corpus sive ossa ... in Monte Grigiano ... inventa... per Philippum rusticum Lavanei... dum foderet cum aliis rusticus in turris Ecclesie ... in arca marmorea ». Tuttavia, ci fornisce una descrizione più precisa del luogo e delle circostanze in cui avvenne la scoperta; egli scrive, in realtà, che tale rinvenimento ebbe luogo nella torre della chiesa, mentre Filippo scavava con altri contadini; ma non riferisce se la sua opera fu intenzionale o casuale(13).

Il Dalla Corte sottolinea, invece, l'aspetto fortuito della ricognizione e afferma: «zappando sul monte Grigliano ... scoperse a caso ... una bellissima e molto antica sepoltura »(14).

A conclusione di questa serie di testimonianze, possiamo citare anche ciò che scrive il Simeoni a questo proposito: «Verso il 1395 un muratore certo Filippo, disse che gli era apparso in sogno S. Giacomo Maggiore, indicandogli che in quel luogo erano sepolte le sue ossa; e nel sito indicato fu appunto scoperta una cassa con delle ossa ... »(15).

Anche intorno all'anno in cui avvenne questo fatto eccezionale, gli storici veronesi manifestano alcune divergenze di giudizio: Raffaele Bagata ritiene sia avvenuto nel 1395 (16) e tale ipotesi è condivisa, benché con un po' di incertezza, da Luigi Simeoni(17).

Giuseppe Trecca(18) e Virginio Bertolini(19), i quali, recentemente, hanno analizzato questo avvenimento, ritengono che l'anno più probabile sia questo e possiamo accettarlo per la sua maggiore veridicità, rispetto al 1396 (20).

Per definire più precisamente l'anno in cui avvenne l'asserita scoperta delle famose spoglie del Santo sul Monte Grigliano, prendiamo in considerazione due fatti significativi, legati alle contingenze di tale scoperta.

Il primo, riportato da un manoscritto della Cronaca Parisiana e  da un Anonimo del XVI secolo(21), si riferisce ad una contessa di nome Antonia, figlia di Barnabò Visconti, la quale l’8 maggio del 1395 venne a Verona, il 30 giugno si recò a visitare le reliquie di S. Giacomo sul Grigliano e il 2 luglio (l'Anonimo scrive 21),  parti per la Germania portando con sé un dito del Santo che aveva sottratto all'urna.

Proseguendo nella lettura delle citate cronache, si trova scritto che nell'anno 1396 fu scoperto il corpo di S. Giacomo.  Quindi mentre la venuta della contessa Visconti appartiene al 1395, il rinvenimento delle reliquie avviene, invece, nell'anno successivo. Ciò risulta quanto mai anacronistico e, come ritiene Carlo Cipolla, la scoperta del corpo ovviamente doveva essere già avvenuta al momento dell'arrivo della viscontea(22) e la data « deve essere anticipata al 1395 »(23).

Si può asserire, dunque, che la contessa sia giunta sul Grigliano a far visita alle sacre spoglie il 30 giugno di quell'anno, dopo aver sentito la notizia dell'avvenimento.

Il secondo fatto che può rivelarsi utile per la chiarificazione dell'anno della scoperta è il testamento di una certa Anna vedova di Ser Falconeto di S. Polo di Lavagno, la quale il 21 agosto 1395, trovandosi inferma ed in punto di morte dispose che il suo corpo fosse sepolto nel cimitero di S. Briccio (località poco distante dal Grigliano) e decise, tra l'altro, di donare alla Chiesa di S. Giacomo una pezza di terra arativa situata nel territorio di Lavagno(24).  Da ciò si deduce che in questa data la scoperta era già avvenuta, altrimenti il lascito di questa donna non avrebbe alcuna ragione plausibile.

Un altro documento importante per convalidare l'ipotesi che l'anno in questione sia il 1395, è un'iscrizione lapidaria, posta sull'urna delle reliquie dell'Apostolo che riporta la data: «M. CCC. XC. V. ».

Per quanto concerne il giorno in cui si presume sia avvenuto ciò, quasi tutti gli storici, ad eccezione del Marzagaia, sono concordi nel ritenere il 24 maggio la data preferibile. Il primo documento in ordine di tempo è la Chronica Veronensis di Paride da Cerea, il quale ammette che: «24 maij fuit repertum corpus Sancti Jacobi super monte Grigliani» (25), dello stesso parere è l'Anonimo della Cronica Civitatis Veronae(26) e Pier Zagara(27).  A sostegno di queste affermazioni si può citare ancora il Bagata, che pur ammettendo come data probabile il 22 maggio, sceglie il « die 24 »(28).

NOTE

1)  M°  MARZAGAIA, De Modernis Gestis, in: C. CIPOLLA, Antiche Cronache Veronesi, Venezia
1890, T. I°,  pagg. 26·27.

2) R. BAGATA, Antiqua Monumenta ... , pagg. 24-26.

3)  B. TONDI, L'Oliveto delucidato o La Cronaca Olivetana, Venezia 1686, pag. 176.

4)  L. MOSCARDO, Historia di Verona ... , pag. 252.

5)  P. ZAGATA, Cronica della città di Verona, Verona 1745, Vol. II, pag. 18.

6) G. DALLA CORTE, Dell'Istorie ... , pag. 322.

7)  G.B. BIANCOLINI, Chiese di Verona, Verona 1750, VoI. III, pag. 235.

8)  C. CIPOLLA, Le reliquie di S. Giacomo ... ff. 1-3.

9) L. SIMEONI, Verona-Guida ... , pagg. 452-453.

10) «De Mercegais », secondo un documento citato dal Lancellotti (S. LANCELLOTTI, Historiae Olivetanae, libri duo, Venezia 1623, pag. 335) - (la pag. è indicata erroneamente con 325).

11)  Il Bagata sostiene che all'interno della cassa vi fossero delle « literae ossa S. Jacobi Apostoli esse declarantes» (R. BAGATA, Antiqua Monumenta ... pag. 24);  il Tondi, invece, asserisce che una breve epigrafe fosse presente sul coperchio (B. TONDI, L'Oliveto delucidato ... ,  pago 176).
La convinzione che nell'urna sia stato rinvenuto il corpo di S. Giacomo Apostolo è condivisa da quasi tutti gli storici; il Moscardo sostiene che questo fosse stato ritrovato con altre sante reliquie (L. MOSCARDO, Historia... pag. 252) e il Dalla Corte afferma che, oltre al corpo di S. Giacomo, vi fossero anche le reliquie di S. Filippo (G. DALLA CORTE, DelI'Istorie ... , pag. 322), conservate in un vaso di vetro pieno di ceneri (G. CUPERUS, Acta Sanctorum, Antuerpiae 1729, Val. VI, Julii, pag. 21).
La tradizione, comunque, vuole che il Santo titolare del Monte Grigliano sia S. Giacomo, anche a ricordo dell'antica chiesa, qui edificata e a lui intitolata fin dal 1200 circa, come si è detto precedentemente.

12)  M°  MARZAGAIA,  De Modernis Gestis .. , pagg. 26·27.

13)  R. BAGATA, Antiqua Monumenta ... , pag. 24.

14) G. DALLA CORTE, Dell'Istorie ... , pag. 322.

15)  L. SIMEONI, Verona-Guida ... , pag. 452.

16)  R. BAGATA, Antiqua Monumenta ... , pag. 24.

17)  L. SIMEONI, Verona-Guida ... , pag. 452.

18)  G. TRECCA, Appunti..., pag. 16.

19)  V. BERTOLINI. Alcune note .... pag. 7.

20)  Concordano nel ritenere che la scoperta appartenga al 1396: Pier Zagata che riflette la Cronica Civitatis Veronae dell'Anonimo autore del ms. 2897, che vedremo tra breve; Gian Battista Biancolini fa propria l'affermazione del Zagata e così pure il Moscardo.

21)  P. DA CEREA, Chronica Veronensis, ms. 896, f. 22 r.  Biblioteca Civica di Verona.
ANONIMO,  Cronica Civitatis Veronae usque ad annum 1500, ms. 2897, f. 42 r. Biblioteca Civica di Verona.

22)  C. CIPOLLA, Le reliquie di S. Giacomo ... ff. 5·7.

23)  V. BERTOLlNI, Alcune note ... , pag. 5.

24)  Archivio di Stato di Verona, Fondo S. Maria in Organo, Busta 25, pergamena 2018.

25)  P. DA CEREA, ms, cit. f. 22 r.

26) ANONIMO, ms, cit. f. 42 r.

27)  P. ZAGATA, Cronica ... , pag. 18.

28)  R. BAGATA, Antiqua Monumenta ... , pag. 24.




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