Le liberalizzazioni? Non servono per rilanciare l'economia o i consumi. Anzi... Le recenti esperienze dell'ultimo quindicennio dimostrano l'esatto contrario. Ovvero che le liberalizzazioni fanno la felicità delle lobbies o dei grandi potentati economici che stanno dietro ai settori liberalizzati. E fanno male alle tasche dei cittadini e dei contribuenti, costretti a pagare persino quattro volte tanto rispetto all'andamento fisiologico dell'inflazione. Pertanto meglio evitarle, le liberalizzazioni.
La denuncia-provocazione è stata lanciata due settimane fa dalla Cgia di Mestre, il sindacato artigiano della Cgil per il Nord Est, attraverso un dettagliato studio che dimostra come le liberalizzazioni varate nell'ultimo ventennio hanno portato soltanto ad un'impennata dei prezzi, nettamente superiore alla crescita dell'inflazione, con una conseguente stangata occulta per i cittadini.
Un esempio? E' quello che la stessa Cgia bolla come il fallimento più clamoroso ovvero quello relativo alle assicurazioni sui mezzi di trasporto che, si legge nel report, dal 1994 ad oggi sono aumentate del + 184,1 %, contro un incremento dell'inflazione del +43,3%. In pratica un incremento superiore di oltre quattro volte rispetto al galoppare dell'inflazione.
Un altro esempio? Sempre nel periodo di riferimento compreso tra il 1994 ed il 2011 i costi dei servizi bancari/finanziari (costo dei conti correnti, dei bancomat, commissioni varie e via dicendo) sono aumentati mediamente del + l 09 ,2%, mentre l'incremento dell'inflazione è stato pari al +43,3%, dunque un incremento due volte e mezzo maggiorato rispetto a quello dell'inflazione.
Stesso discorso anche per i trasporti ferroviari che hanno fatto' registrare un aumento dei prezzi molto consistente: tra il 2000 ed il 2011, sono aumentati del +53,2%, contro un aumento del costo della vita pari al +27,1 %.
Se per i servizi postali l'aumento del costo delle tariffe è stato del +30,6%, pressoché pari all'incremento dell'inflazione avvenuto tra il 1999 ed il 2011 (+30,3%). per l'energia elettrica la variazione delle tariffe ha subito un aumento più contenuto (+1,8%) rispetto alla crescita dell'inflazione (che tra il 2007 ed i 20 Il è stata del +8,4%). S
olo per i medicinali e i servizi telefonici le liberalizzazioni hanno portato dei vantaggi economici ai consumatori. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011 le tariffe sono diminuite del . 15,7%, mentre l'inflazione è aumentata del 32,5%.
Insomma, liberalizzazione-flop! Da qui la enuncia-provocazione del segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: "Vuoi vedere che se il Paese rischia il collasso è colpa delle mancate liberalizzazioni dei taxi, dei farmaci di fascia C o delle edicole? In queste ore stiamo assistendo ad un vero e proprio attacco contro queste categorie, ma è possibile che non ci sia nessuno che alzi un dito e chieda conto alle assicurazioni, alle banche, alle ferrovie o alle societa' del gas o delle autostrade sul fatto che le liberalizzazioni che ci sono state in questi ultimi 20 anni hanno prodotto aumenti esponenziali di prezzi e tariffe, recando vantaggi solo ai grandi potentati economici che stanno dietro a questi settori? Visto che le liberalizzazioni avvenute in passato nella stragrande maggioranza dei casi hanno dado luogo ad vera e propria impennata dei prezzi o delle tariffe, forse è un bene - ha continuato Bortolussi - per i consumatori che i taxi rimangano contingentati e i medicinali di fascia C con ricetta medica continuino ad essere venduti solo nelle farmacie comunali.
Fonte: da la Padania di sabato 7 gennaio 2012
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