giovedì 29 gennaio 2009

GRAZIE AI MIEI GENITORI, ANZI AI MIEI ANTENATI…..







Da Voi ho avuto la vita e tutti quei frammenti fatti di storie, di giochi d’infanzia, di personaggi raccontati, di cui immagino i volti, alcuni dei quali perfino ricordo appena i contorni….

Immagino il vociare per le scale di palazzi antichi, le strade, le salite, i prati ancora là, senza cemento, con i papaveri, le fontanelle, i giardini con la siepe profumata, i cancelli, i muretti……..

Frammenti di cui ho vissuto per racconti, ormai quasi leggende, personaggi da favola, ognuno con la propria stranezza, sembrava quasi di visitare un mondo a parte eppure mi sembra che ero già là anch’io, già presente a quelle birichinate ingenue, agli aneddoti di un paese in guerra, dal carrettino delle carrube al gioco…come si chiamava quel gioco, forse “nizza”?

Grazie a te nonno, avo mai conosciuto, circondato da un aura che ancora adesso incute rispetto, sempre è trapelata dai tuoi figli una severa bonarietà, un senso del dovere di altri tempi , un timore reverenziale di quel “babbo” di cui immagino avrei amato quegli occhi neri profondi, quello sguardo che chissà come si sarebbe posato su di me…. so che ci saremmo amati se avessimo potuto..

Grazie a tutti i miei antenati e alle loro scelte obbligate, dolorose, ai loro viaggi ed esili, alle incuranze di un tempo che non guardava tanto per il sottile, perché necessità superiori incombevano e i piccoli destini si intrecciavano con la grande storia, ma proprio quelle scelte ora mi fanno essere qui, in questo tempo e portatrice, dentro, di tutti questi frammenti, di tutte queste esistenze fatte di scelte impellenti, eppure per tanti tratti gioiose, di quella spensieratezza, di quella ingenuità che auspicherei, oggi, per noi, che proviene dal poco da spartire e dal tanto da sognare…

Grazie a queste due famiglie che si sono intrecciate e confuse dietro ai destini dei miei genitori e di cui ho vissuto la pienezza di un unico grande pazzo clan, un pò circense, rocambolesco e poetico, ma di cui mi strugge dentro una tenerezza infinita….

Grazie a coloro a cui non ho potuto mai dare voce piena, che non ho mai potuto conoscere, perché tanto indietro in un tempo che non ne ha potuto fissare i volti né i nomi. Ma so che sono sbriciolati dentro di me in tante schegge anonime e sparse, a cui non so dare provenienza né origine, ma è sicuramente vero che da tutti loro provengo, ed io loro onoro da lontano in questi scampoli di anno vecchio, questa fila di avi che immagino alle mie spalle, prima bambini e poi adulti e poi nei loro intrecci d’amore , di progenie e di morti…e che adesso forse vegliano, svegliandosi, dentro di me.

Grazie a quelli che non sono potuti nascere e coloro che appena nati ci hanno lasciato, vi amo tutti e a voi tutti riconosco un posto in questa tribù scombinata.
Non mi avete lasciato mai, ora lo so.
Per questo ora vi guardo tutti, una grande fotografia di gruppo, uno per uno.
Per sentirvi finalmente tutti miei, per sentirmi, amorevolmente, vostra.

Fonte:  srs di  Eva 

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