di GILBERTO ONETO
L’attacco alle
libertà da parte dello Stato-Mafia avviene su tre fronti: contro le ricchezze
dei cittadini, contro le autonomie e contro la rappresentatività democratica.
1 – Gli espropri fiscali sono evidenti e quotidiani.
2 – Renzi vuole abolire la modifica del Titolo V fatta
dai suoi compagni tredici anni fa. Berlusconi si rimangia tutte le finte
concessioni della devolution e del federalismo fiscale. Le Province sono
smantellate. È pesantemente cominciato anche l’attacco alle Regioni,
considerate causa di ogni spreco e nequizia e ci si mettono tutti assieme:
destra, sinistra, giornali e televisioni, aggrappandosi a scandali e piccole e
grandi schifezze. Ma è piuttosto evidente che l’obiettivo è l’indebolimento
delle istituzioni e delle autonomie locali. Sotto attacco sono anche le
Regioni a statuto speciale ma neppure i Comuni possono stare tranquilli: si è
cominciato nel delegittimare quelli più piccoli ma piano piano si
erode l’idea stessa delle libertà municipali.
Renzi e De Mita
Renzi e De Mita
3 – Renzi e Berlusconi (finta sinistra e finta destra,
italianità vera) hanno “messo mano” alla legge elettorale inventandosi
sbarramenti a scala nazionale che nessun movimento autonomista o localista può
sperare di superare se non accettando avvilenti compromessi e – di fatto –
rinunciando ai propri progetti di cambiamento.
Insomma si sta profilando una pesante stagione centralista e
statalista, un ritorno alla grande dei prefetti e del prefettismo, che, in
verità, non è mai stato davvero scalfito. Mentre il resto del mondo sembra
avviarsi verso la rinascita di autonomie schiacciate per secoli, qui si fa
l’esatto contrario. Al nefasto accordo reazionario partecipano tutti: patrioti
di destra, e nazionalisti di sinistra (finalmente ricongiunti sotto i comuni
colori giacobini), finti liberali, malavitosi e faccendieri, e ci si mette
anche il mondo cattolico che in un lontano passato aveva cercato di resistere
all’alluvione della brodaglia massonica, mafiosa e patriottica. Sono tornati
tutti gli incubi democristiani, socialisti e comunisti.
Craxi e Berlusconi
Craxi e Berlusconi
La sciagurata comitiva è ringalluzzita dalla debolezza del
mondo autonomista e indipendentista, “sputtanato” dall’insipienza e dal
cadreghismo della Lega e sminuzzato in cento rivoli litigiosi,
micronazionalisti e microcefali.
Come dare torto alla tracotanza degli italianissimi?
Come cercare di trattenere i loro appetiti e la loro voglia
di rivalsa quando sono i nostri che hanno dato loro ogni possibilità di farlo?
Se l’autonomismo padano si è inzuppato di Calderoli, Cota,
Tosi, Belsiti, mardani e meridionali vari, perché gli italianissimi non
devono infierire sulle nostre comunità indifese?
Se i cespugli isterici passano il loro tempo a litigare, a
dividersi e a scindere il nulla, perché gli italianissimi non devono diventare
più arroganti e prepotenti?
Aumenteranno tasse e miseria, cresceranno i foresti e
diminuiranno i nostri già smilzi spazi di libertà.
La Padania diventerà una pozzanghera mediterranea perché
troppi padani si credono italiani, perché troppi padanisti sono stupidi, e
perché troppi indipendentisti credono di non essere padani e si inventano un
delirante campionario di appartenenze e di distinguo.
C’è però tanta gente che ha voglia di sentirsi di nuovo dire
parole di libertà e di indipendenza. C’è una prateria infinita che non può
essere percorsa da comunisti travestiti, vecchi democristiani col lifting,
finti liberali, leghisti tricoloruti e indipendentisti da pollaio.
La Lega si ripulisca e la smetta di cercare l’indipendenza
in giro per la Calabria o l’autonomia fra gli appalti truccati dell’Expò.
Gli altri partitini la smettano di litigare e di sezionare
capelli.
Gli indipendentisti diventino seri e tralascino romantiche
velleità e onirismi rivoluzionari da tastiera.
I padani si convincano finalmente che non ci sono
alternative all’indipendenza dall’Italia. Gridiamo “Arimortis!” e cerchiamo di
riprendere a marciare dove in troppi si sono messi a ballare.
La strada è quella della secessione e la sola arma che abbiamo
è il consenso della gente. C’è tanto da fare.
Fonte: Da L’Indipendenza del 31 Mar 2016
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