venerdì 25 marzo 2011

LUBECCA, COLONIA E DRESDA NELLA BUFERA DELLA GUERRA

Dresda

Dalla fine della seconda quella mondiale ai nostri giorni non è stata ricostruita con studi specifici ed analitici la devastazione e la distruzione della nazione tedesca ad opera dei bombardieri alleati, agli ordini del “Bomber Command” britannico. Le vittime furono circa 600.000 civili inermi.
Solo recentemente alcuni storici tedeschi hanno colmato questa lacuna con studi di alto valore scientifico.

La causa dell’inizio fu un errore di una formazione aerea tedesca, fuori rotta, che il 24 giugno sganciò sulla periferia di Londra un paio di bombe senza provocare gravi danni.
La risposta di Churchill fu immediata: 85 aerei bombardarono Berlino. Hitler in un violento discorso minacciò il Regno Unito: “ Se l’aviazione britannica duo o tre o quattromila chili di bombe, allora noi ne sganceremo in una notte 150.000, 180.000, 230.000,300.000, un milione di chili. Gli inglesi vogliono attaccare le nostre città in modo massiccio e noi raderemo al suolo le loro”.

Hitler fu di parola. Il 7 settembre 1940 una flotta di un migliaio di aerei, di cui 300 bombardieri, raggiunsero Londra con l’obbiettivo di colpire in un centro storico e gli approvvigionamenti di carburante. Nei giorni seguenti le città prese di mira furono quelle costiere, come Conventry. Da cui “ conventryzzare”, radere al suolo.
L’offensiva aerea non raggiunse gli scopi prefissi: minare il morale della popolazione inglese e indurre il governo britannico a scendere a trattative di resa separata.
In soccorso ai brinatici arrivò la decisione di Hitler di attaccare, nel giugno del 1941 , l’Unione Sovietica.

Mentre Hitler era impegnato nell’Unione Sovietica, gli alti comandi inglesi studiarono il modo di utilizzare l’aviazione, da arma di appoggio, delle forze di terra, uso “tattico” in arma strategica.

La nuova strategia prevedeva la distruzione con i bombardieri della capacità di offesa e della volontà di lotta dell’avversario, “ senza neppure scendere in campo”.
 A questo proposito, riesumarono una vecchia teoria del maresciallo dell’aria, H. Trenchard del 1928. Churchill sosteneva la necessità di minare il morale del popolo tedesco, facendo vacillare la sua fede nel regime nazista.  Sulla base di queste considerazioni, il “Bomber Command” modificò la strategia generale dei bombardamenti aerei: gli obbiettivi da colpire dovevano essere i civili inermi dei grandi centri storici. Era la strategia della “moral bombing”. Fu messa in esecuzione dal 21 febbraio 1942.

La prima vittima fu la città storica di Lubecca, priva di industria bellica e di difesa contraerea. 234 velivoli scaricarono sull’antico centro storico, costruito per lo più in legno, 400 tonnellate di bombe. Le vittime innocenti furono 320.

Il comandante del “Bomber Command”, A. Harris, presentò a Churchill il progetto dell’”Operazione Millenium”, che prevedeva la costruzione di 1000 bombardieri, 1350 bombe dirompenti, 46.000 bombe incendiarie e 6.500 avieri professionisti. Churchill, sia pure con qualche obiezione, concesse carta bianca al comandante Harris.

La prima città colpita fu Colonia, il 30 giugno 1942. Per distruggere il centro storico furono necessari più di 260 attacchi, con bombe dirompenti e incendiarie.

Il 28 agosto 1943 fu la volta di Amburgo. In una notte furono sganciate 10.000 tonnellate di bombe, che incenerirono la città. Le vittime furono 50.000.

Con il termine “conventryzzare” si sottolinea la distruzione tedesca di Conventry; con il termine “amburghizzare” si sottolinea l’incenerimento di Amburgo.
Nel 1944-45 i bombardamenti alleati raggiunsero il massimo d’intensità: decine di città rase al suolo. La media mensile delle vittime civili si poteva calcolare da 8.000 a 13.000.

I tedeschi tentarono una controffensiva con la V1 e la V2. Benché molto temute dagli inglesi, non riuscirono a competere con la forza micidiale delle tempeste di fuoco lanciate sulle città tedesche dagli alleati. Addirittura, dal gennaio al maggio 1945 venne l’ordine dal “Bomber Command” di “ distruggere di nuovo le città distrutte per annientare le industrie che vi erano risorte”.

Ancor oggi ci si chiede in sede storica, per quale motivo il 13 febbraio 1945 quando il destino finale della guerra era segnato, si decise di sganciare una duplice “ tempesta di fuoco”, sulla Firenze dell’Elba, Dresda: Un attacco a due ondate successive, a distanza di 90 minuti l’una dall’altra, con l’intenzione diabolica di colpire i civili usciti dai rifugi e rientrati a casa. Le vittime civili furono circa 100.000.

Secondo lo storico J. Friedrich, gli effetti dei bombardamenti sulle città tedesche, in alcuni casi, raggiunsero l’ordine di grandezza della bomba atomica.

Concludiamo con un interrogativo storicamente e politicamente doveroso. Perché gli aerei alleati non bombardarono le linee ferroviarie che conducevano ai campi di sterminio di Auschwitz- Birkenau?.   Le città si.   I campi della morte, no.

Fonte: da il Piave.it  del 22 gennaio 2007

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