di Roberto Gava
Effetti del vaccino
MPR in una ragazza di 30 anni
Quando un adulto mi chiede se può essere vaccinato, gli
rispondo che, se sta bene, se si nutre in modo sano e non sta passando in quel
periodo stress pesanti, può anche vaccinarsi... se si è informato dei
"pro" e dei "contro" ed è convinto che sia utile per lui vaccinarsi.
Purtroppo non è sempre questa la risposta che dovremmo dare,
perché credo sia bene richiedere anche per l'adulto qualche esame che verifichi
il buon funzionamento del sistema immunitario (tipizzazione linfocitaria,
omocisteina, vitamina D, ecc.), l'assenza di indici di flogosi (VES, PCR,
elettroforesi proteica, ecc.), adeguati assunzione e assorbimento intestinale
delle sostanze nutrizionali essenziali per l'organismo (specie vitamine,
minerali, acidi grassi polinsaturi), oltre ad una approfondita raccolta della
storia psico-fisica personale e familiare della persona.
Un esempio inoppugnabile che tutto questo sarebbe essenziale
mi è giunto in questi giorni dalla lettera che mi ha scritto una giovane
donna di trent'anni che prima del vaccino aveva una vita molto intensa sia
dal punto di vista lavorativo che sportivo, andava in montagna ad alta quota
senza alcun problema e bastava guardarla per immaginare che fosse, oltre che
bella, anche piena di energia, vigore e giovinezza ... però poi un giorno
accetta di vaccinarsi, e tutto il suo bellissimo mondo improvvisamente crolla.
Ecco la sua lettera:
"Caro Dottore, mi sono vaccinata con MPR Priorix
esattamente 2 anni fa, quel maledetto 11 settembre 2013. Da piccola avevo avuto
la parotite ed ero già stata vaccinata per il morbillo. Lavoro nel campo delle
adozioni internazionali, quindi sono in contatto quotidiano con bambini
stranieri provenienti da zone e soprattutto condizioni non eccellenti.
Pertanto, sono stata definita un 'soggetto a rischio'. Io ero molto reticente
all'idea di vaccinarmi, ma il 'sistema' mi ha fatto sentire sbagliata ad essere
così timorosa nei confronti del vaccino. Così, avvertendo la pressione della
responsabilità di rischiare di contrarre la rosolia in gravidanza, ho deciso di
vaccinarmi.
20 giorni esatti dopo la vaccinazione, ho avuto una
decina di giorni di forti dolori articolari diagnosticati
successivamente come artrite reumatoide: mi si era gonfiato terribilmente un
ginocchio, poi a seguire, in modo migrante, polsi, dita e gomiti. I dolori sono
passati da soli, non ho preso medicine, ma ho avvisato il medico, il quale mi
ha subito detto che era stato il vaccino e ho contattato il Centro Vaccinale
dell'Asl. Di primo impatto, il dottore con cui ho parlato ha detto che non era
detto che fosse il vaccino, ma che comunque ci saremmo sentite. Ed in effetti,
per le due settimane successive mi ha chiamata spesso per sapere come
progrediva la mia condizione.
I dolori articolari non sono durati molto ma, man mano
che si attenuavano, è subentrata una stanchezza folle, pazzesca,
disumana, definita poi dai medici come 'intensa astenia'. Io sono sempre stata
una ragazza molto sportiva e attiva: 15 giorni prima del vaccino ero in
montagna a 3000 metri con lo zaino in spalla a far rifugi. Un mese dopo il
vaccino, non ero in grado di rigirarmi da sola nel letto senza che mi sembrasse
di collassare, perché la sensazione che avevo era proprio quella che sarei
potuta collassare da un momento all'altro. Il cuore pulsava pesante e lento
dentro la testa, nel petto e negli arti. Ogni singola azione comportava uno
sforzo insostenibile: masticare, tenere la forchetta, parlare. Ho perso molto
peso, 6 chili in tutto, e il mio aspetto era decisamente indicativo: occhi
segnati, pelle brutta, movimenti lenti. Se provavo a mettermi in moto (stendere
una lavatrice, passare l'aspirapolvere), dopo poco crollavo in una di quelle
che io chiamo 'crisi di stanchezza': sensazione di mancamento di forze
completo, mancanza d'aria, cuore pulsante, un freddo tremendo a tutto il corpo
senza riuscire a riscaldarmi neanche sotto tre coperte, tremore interno,
stomaco chiuso. In ufficio, non avevo abbastanza aria nei polmoni e forze per
parlare a lungo al telefono, facevo fatica a scrivere perché mi stancavo il braccio
e dovevo chiedere che mi portassero le cose perché non ce la facevo ad
alzarmi.
I primi accertamenti medici indicano che è tutto
a posto. I vari medici concordano nel dire che è solo questione di tempo e che
non c'è alcuna terapia medica da intraprendere.
Nel frattempo scopro per puro caso l'esistenza di un
centro di consulenza pre-vaccinale e sorveglianza degli eventi avversi alla
vaccinazione. Contatto prima di Natale 2013 i medici e loro mi convocano
immediatamente. La descrivono subito come una reazione avversa. Inizio una
serie infinita di esami, propongono una cura a base di antinfiammatori (che non
ho fatto). Gli esami sono sempre tutti ok. Redigono una relazione che io invio
alla Dott.ssa dell'Asl che avevo contattato in prima battuta, la quale fa
ufficiale segnalazione di sospetta reazione avversa all'AIFA.
A febbraio 2014 inizio un ciclo di agopuntura, che
mi ha ridato la vita. Il medico mi dice alla fine dei sei mesi di terapia che
la mia energia era quasi a zero e che 'mi ha presa per i capelli'. La stessa
cosa mi dice la farmacista del paese, omeopata e molto brava, di cui ho seguito
i consigli sin dall'inizio a livello di alimentazione e di prima
disintossicazione del fegato e intestino (io soffrivo di colite). A maggio 2014
mi scopro intollerante al glutine e inizio la dieta, che mi ha aiutato molto.
Dopo mesi di esami, medici e ipotesi, insieme a spese, decido di mettermi
tranquilla e aspettare che passi da solo, come continuavano a consigliare i
medici.
I miglioramenti rispetto all'anno precedente sono
stati notevoli, ho molta più autonomia, ma non sono ancora tornata come prima.
La costante è sempre questa mancanza d'aria e questa estrema facilità ad
affaticarmi, che non mi permette mai di far programmi perché non so mai come
starò di lì a tot giorni. Le vacanze estive, trascorse in montagna, hanno
sottolineato ancora di più i miei limiti: se l'estate del 2013 ero con lo zaino
in spalla a far rifugi, nell'estate successiva una semplice camminata in piano
di mezz'ora era più che sufficiente per stancarmi. Le salite e il falso piano
non riuscivo a sostenerle. Non si tratta di semplice 'stanchezza', ma è proprio
il corpo che va in tilt e non si muove: sensazione mai provata prima.
Nei mesi dell'autunno 2014 ho acquistato un buon
equilibrio di energie: la fame d'aria era minore di intensità e non
costante. Finalmente riuscivo a parlare senza problemi e, senza intercalare
troppi 'sospironi', riuscivo a farmi delle risate di pancia, a sbadigliare
senza dover tirar su l'aria a scatti. Tuttavia, da agosto a dicembre mi sono
ammalata spesso (due febbri molto alte, due raffreddori molto forti, mal di
gola, tosse, gastroenterite, congiuntivite). Riuscivo però ad affrontare la
giornata di lavoro molto più serenamente e arrivare a sera più tranquillamente,
pur facendo più cose. I fuori programma restano comunque molto difficili (gite
con gli amici, uscite serali, attività sportiva). A 30 anni, non è vita.
Mi pare significativo porre l'accento anche sul fatto che
questo mio stato fluttuava molto con il ciclo mestruale: il sollievo è marcato
quando ho le mestruazioni. Inoltre, ogni volta che mi sono ammalata, questa
sensazione di mancanza d'aria e di affaticamento, paradossalmente,
scomparivano.
Da dicembre 2014, un nuovo peggioramento del
precario equilibrio raggiunto, apparentemente senza motivo: il ciclo mestruale
sballa totalmente e io sono ancora più affaticata. Convocata dai medici
del Centro di Sorveglianza, torno a fine dicembre 2014 a fare una nuova visita:
i medici ora paventano nuove ipotesi, tra cui la sindrome da stanchezza
cronica. Altri esami e il consiglio di andare da un pneumologo per questa
dispnea che mi attanaglia tutti i giorni. La spirometria è nella norma. Alla
visita pneumologica, trovo un medico che mi ascolta e decide di approfondire i
sintomi inviandomi in un altro ospedale a fare un test cardio-polmonare sotto
sforzo. Il referto recita: <>. Il medico alla fine
dell'esame mi informa che sono situazioni che possono verificarsi dopo delle
importanti infezioni e che possono durare mesi come anni, che non siamo ai
livelli della stanchezza cronica, ma che potrebbe diventarlo. Consiglia
allenamento blando e assunzione di vitamina D e B.
Dopo questo esame, il mondo medico 'tradizionale' si
rimette in moto: i medici del Centro di Sorveglianza suggeriscono ulteriori
esami, tra cui quelli per la sclerosi multipla e di uno screening più
dettagliato del sistema immunitario. Il pneumologo mi spiega che questa
diagnosi giustifica perfettamente i miei sintomi di affaticabilità e
mancanza d'aria. Parla immediatamente di una possibile disfunzione
mitocondriale. Mi mette in contatto con un neurologo esperto in patologie
neuro-muscolari, il quale, dopo aver analizzato la documentazione medica,
decide di approfondire con una biopsia muscolare e ulteriori esami del sangue.
Nel frattempo, ho avuto la fortuna di poter essere presa
in cura da un medico, anche omeopata, che conosce queste problematiche
post-vaccinali. Mentre l'iter medico va avanti con i suoi tempi, io ho iniziato
la sua cura: integratori, punture di TAD, alimentazione e protocollo di
antidotazione delle vaccinazioni. Gli esami che mi ha prescritto lui
evidenziano che tutti i miei anticorpi per le malattie infettive hanno valori
molto alti (ironia della sorte, la copertura più bassa è quella per la rosolia!!!).
Parla anche lui di possibile disfunzione a livello
mitocondriale. I primi mesi di cure hanno dato dei buoni risultati: sto molto
meglio a livello di stanchezza, il mio tono muscolare sta riprendendo
consistenza e il ciclo mestruale si è regolarizzato. Sto riprendendo anche peso
finalmente.
Inutile dire che tutto ciò ha stravolto la mia vita.
Ovviamente, non ho ancora provato ad intraprendere la gravidanza tanto
desiderata. Si lotta ogni giorno con le unghie e con i denti per combattere e
trovare una soluzione per uscirne a testa alta ... e tutto questo per un
vaccino!".
Fonte: srs di Robero Gava, informasalus.it/it
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