martedì 25 novembre 2014

DEMOCRAZIA? IL MONDO NON NE HA BISOGNO, SERVE PIÚ LIBERTÁ





Proponiamo in ANTEPRIMA la traduzione integrale in italiano dell’articolo, Making the World Democratic scritto nell’Agosto 2002 da Joseph Sobran, saggista ed opinionista politico americano per varie testate giornalistiche. (Traduzione di Luca Fusari)

Durante periodi turbolenti come quelli attuali, gli americani fanno appelli ferventi alla “democrazia” intesa come sinonimo di libertà. Il presidente Bush è desideroso di imporre la democrazia in Iraq e in altri Paesi i cui governi sono da lui disapprovati.

Woodrow Wilson voleva solamente «rendere il mondo sicuro per la democrazia», Bush vuole addirittura rendere tutto il mondo democratico. Tutti sembrano dare per scontato che la democrazia è la forma ideale di governo.

Perché? Cosa c’è di così grande nella regola della maggioranza? La maggioranza può essere tirannica come un unico dittatore, e le maggioranze hanno spesso privato le minoranze e le persone dei loro diritti, le hanno sfruttate, ridotte in schiavitù ed uccise. L’Atene democratica condannò Socrate.

La regola della maggioranza ha la sua utilità fino a quando essa non minaccia o viola i principi più fondamentali, un club di scacchi può eleggere il suo rappresentante, ma non può votare per cambiare le regole di base del gioco degli scacchi; altrimenti cessa di essere un club di scacchi.

La maggior parte dei grandi filosofi politici fin dai tempi di Platone hanno temuto la democrazia, temendo che i demagoghi avrebbero stimolato e sfruttato le passioni egoistiche della maggioranza. La recente miglior critica della democrazia è di Hans-Hermann Hoppe nel libro, Democrazia: Il dio che ha fallito.

Gli artefici della Costituzione degli Stati Uniti si diedero un gran da fare per creare un sistema repubblicano in cui il governo della maggioranza fosse temperato ed limitato da molti vincoli. Hanno pensato che la migliore garanzia di libertà fosse quella di specificare i poteri del governo e di limitarlo rigorosamente a tali competenze.

Tuttavia ora si parla come se l’America, la libertà, e la democrazia siano la stessa cosa. Si presume che il governo possa correttamente fare quasi tutto, purché lo faccia con il sostegno della maggioranza. In realtà non dobbiamo le nostre libertà alla democrazia.





Noi le dobbiamo ad antiche tradizioni giuridiche ereditate dal diritto anglosassone: l’habeas corpus, il diritto al giusto processo, la presunzione di innocenza, il diritto a un processo uguale per tutti, eccetera.

Gli estensori della Costituzione americana furono abbastanza saggi da preservare queste garanzie contro il potere dello Stato arbitrario. Ma la Costituzione, purtroppo, non ha fornito una tutela sufficiente. Le sue protezioni sono state indebolite dalla democrazia.

La Bill of Rights dice che nessuno può essere privato della sua proprietà «senza un giusto processo di legge». Ciò significa con una prova individuale in cui è dimostrato che il convenuto ha perso la sua proprietà a causa dei suoi stessi atti.

Ma la democrazia priva tutti noi della nostra proprietà attraverso la tassazione e la valuta inflazionata. Il cittadino medio dovrebbe commettere un grave reato per essere multato con quell’importo, ma invece è costretto a pagarlo al governo in tasse annuali. Egli è, in effetti, severamente punito senza processo solo perché vive in una democrazia.

Tuttavia gli viene detto che è una benedizione poter vivere in una democrazia. Perché? Perché lui può votare! E se viene messo in minoranza dalle persone che vogliono che il governo prenda i suoi soldi per darli a loro? Beh, peccato. Questi sono degli inconvenienti, e dopo tutto lui può usare il suo voto per difendersi contro altri elettori.

Questo gli viene insegnato essere la libertà. Ovviamente questo è un brutto scherzo. La votazione individuale conta all’interno di una giuria di un processo, perché può decidere il verdetto, in particolare quando è richiesto un verdetto unanime. Ma quando milioni di persone votano e la maggioranza è determinante, il valore del singolo voto è vicino allo zero.

Un economista ha calcolato che si hanno maggiori probabilità di essere investiti in strada recandosi alle urne piuttosto che il vostro voto faccia qualche differenza. Non c’è da stupirsi se la democrazia è stata definita come «due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare per pranzo».





Questo per quanto riguarda l’idea che il voto sia una libertà fondamentale o che protegga la libertà. Più democratico è divenuto il governo degli Stati Uniti e più è diventato grande e rapace. Gli agnelli continuano a perdere le elezioni.

Il principio della democrazia è già abbastanza grave di per sé. Ma in pratica la democrazia genera anche politici corrotti, intenti a guadagnare a breve termine per loro stessi.

La brevità della loro permanenza in carica dà a loro un incentivo a fare il diavolo a quattro. La corruzione, spesso in forme tecnicamente legali, è diffusa, e un numero sospetto di nostri “dipendenti pubblici” va in pensione guadagnando delle fortune che sembrano essere un po’ fuori linea con i loro stipendi.

No, il mondo non ha bisogno di altre democrazie. Ha bisogno di più libertà, una cosa molto diversa.



Fonte: visto su Movimento Libertario del  22novembre 2014



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