Mimmo Srour
(di Clara Salpietro)
– “La Siria sta pagando un prezzo altissimo
per una partita che serve a stabilire nuovi equilibri mondiali e in
Italia la verità non viene detta, viene raccontata un’altra realtà”.
E’ quanto afferma Mimmo Srour, siriano, ingegnere, ex
assessore della Regione Abruzzo e della Provincia dell’Aquila,
ex sindaco di Sant’Eusanio Forconese, comune in provincia de L’Aquila.
Srour è nato a Nakib, in Siria, dove è rimasto
fino al momento di intraprendere gli studi universitari. Il suo vero nome è Mahmoud ma tutti lo chiamano “Mimmo”
fin da quando venne in Italia, nel 1969, per laurearsi in Ingegneria presso
l’Università dell’Aquila, città dove ha deciso di restare mettendo sù
famiglia.
Mimmo Srour conosce bene la Siria e anche in questi momenti
così delicati e complessi continua ad essere in contatto costante con persone,
che ricoprono vari incarichi, che vivono in Siria. L’aspetto che mette in
evidenza e che non riesce ad accettare riguarda l’informazione di parte che
viene portata avanti in Occidente.
“Un po’ di tempo fa alcuni giornalisti italiani, di
giornali anche blasonati, sono andati in Siria – afferma – e una
volta tornati nessun giornale gli ha dato la possibilità di scrivere e
raccontare quello che avevano visto. E’ stato imposto il silenzio su
quanto sta accadendo in Siria”.
Secondo lei cosa sta accadendo in Siria?
Io sono convinto che tutto è già stato scritto da parecchio
tempo. Chi è attento a quello che succede in Siria, queste cose le ha sentite e
lette tempo fa, da tanto si parla di Grande Medio Oriente, di disordine
creativo. Hanno promesso queste cose a tutto il bacino del Mediterraneo. Vi
sono in atto nuovi equilibri mondiali, in cui la Russia aspira ad un ruolo
diverso rispetto a quello che ha assunto negli ultimi anni, dopo il crollo del
muro di Berlino e dell’Unione sovietica. Dietro la Russia sembra che ci sia la
Cina, ma anche Brasile, India e Sudafrica, cioè i cinque Paesi che compongono
il BRICS. Credo che la Siria stia pagando questo prezzo e per questo si sta
combattendo una guerra. Il Times ha scritto che quelli che combattono in Siria
in realtà sono tutti mercenari, combattono dietro un compenso pagato dai Paesi
del Golfo. E’ vero che in Siria ci sono dei problemi, tra cui la corruzione,
però questo non c’entra niente con quanto sta accadendo, i Paesi del Golfo
hanno voluto approfittare della situazione difficile per arrivare ad un loro
obiettivo. Basta guardare la carta geografica e leggere cosa sta succedendo in
questi giorni in Pakistan, in Afghanistan dove sappiamo chi c’è, in Iran, in
Iraq e in Siria che diventa la porta verso il Mediterraneo. Il “cambio del
regime” in Siria è una parola d’ordine e solo le parole d’ordine si rispettano
in questo modo: con il silenzio. Nessuno dice, nemmeno per dovere
dell’informazione, cosa fa una parte e cosa sta facendo l’altra. Si stanno
verificando atti di puro terrorismo, come l’attentato che è successo a Damasco.
Non capisco perché se il ministro della Difesa e il viceministro sono colpevoli
allora li portiamo a processo, altrimenti li uccidiamo con le bombe. Oggi in
Siria non si può viaggiare da una città all’altra perché c’è il rischio di
essere sequestrati e in base alla carta d’identità pure uccisi. Ci sono
delinquenti di professione che hanno costituito le loro bande, fermano e
uccidono.
Da un lato c’è la Russia e dall’altro lato chi c’è?
C’è l’Arabia Saudita, il Qatar, tutti i Paesi del Golfo, e
la Turchia, Paesi che pagano. Poi c’è l’America e tutto l’Occidente tra cui
l’Inghilterra, la Francia, che sta cercando di riacquistare un ruolo da
protagonista ma sta facendo solo danni, che forniscono armi, strumenti, attrezzature,
tecnologie. Tutti abbiamo l’obbligo, il dovere di difendere la laicità della
Siria, la tolleranza della Siria. In Siria il 40% della popolazione sono
minoranze: Sunniti, Sciiti, Alawiti, Drusi, Cristiani Ortodossi, Cristiani di
rito Orientale e Occidentale e si trovano ben quattro etnie diverse: arabi,
curdi, armeni e drusi. Convivono insieme 19 confessioni religiose, questo era
un modello che andava salvato e salvaguardato. Non è possibile giustificare
quanto sta accadendo solo perché non fa comodo avere Assad, perché bisogna dare
vita al grande Medio Oriente. Una donna in minigonna fino a qualche tempo fa
poteva andare alle 3 di notte in una qualunque via di Damasco da sola e non le
sarebbe successo niente. Nel giro di 18 mesi siamo arrivati che nessuno può
uscire da casa.
Lei ha contatti con persone che si trovano in Siria?
Ho contatti continuamente e la gente è terrorizzata,
impaurita, la gente non capisce perché questo odio contro il popolo siriano, la
gente non riesce a comprenderlo. Addirittura noi che difendiamo le minoranze,
in Siria abbiamo abbandonato anche i cristiani. Bisogna ricordare a tutti che
il cristianesimo è nato in Siria seicento anni prima dell’Islam. La Siria non è
un paese qualsiasi, ha una storia alle spalle. Ha dato alla Chiesa cattolica
quattro Papi, ha dato imperatori all’Impero Romano. Io dico che quanto sta
accadendo non è comprensibile. Dove sta la primavera di cui parlano tutti?
Questo è un “inverno gelido”, non una “primavera”. Dove sta in Libia, in
Egitto? La primavera consiste nel consegnare la sponda Sud del Mediterraneo
all’Islam politico e in alcune occasioni integralista? Significa che non
abbiamo capito nulla. Io ho dedicato la vita per il dialogo nel bacino del
Mediterraneo, per creare non una frontiera, ma un ponte di dialogo e invece
stiamo lavorando per consegnare, malgrado la volontà popolare, la Siria alle
monarchie assolute. In Arabia Saudita una donna non può uscire di casa da sola,
deve essere accompagnata da un uomo, non può guidare la macchina, non c’è un
Parlamento, non si vota nemmeno per un condominio. Nel Qatar la stessa cosa.
Possono essere protagonisti di una “primavera democratica” questi Paesi che
sono monarchie assolute? A chi vogliono farlo credere.
Tempo fa è stato detto che l’Emiro del Qatar vuole
diventare il leader di un grande movimento islamico del Medio Oriente….
Appunto e noi dobbiamo aspettare un po’ di tempo per vedere
cosa succederà. Adesso c’è questo baratto, ma poi vedrete cosa succederà. Certo
che la Siria deve essere cambiata, tutto quello che vogliamo, ma non è questa
la strada, non si può perseguire la strada libanese dove uno uccide l’altro,
dove si uccide il vicino di casa con il quale prima erano stati condivisi
momenti belli. Non capisco nemmeno questo silenzio che è stato imposto, non si
dice cosa sta accadendo in Siria, questa Europa che non vale più niente, è
un’Europa che ha dimenticato il suo passato, lo sta barattando.
Assad è stato sempre descritto come una persona diversa
dal padre, molto più aperto. Qual è il suo commento?
Ma a chi vogliono far credere che questo ragazzo sia un
dittatore. La Siria è un paese che ha una Costituzione e un Parlamento da
almeno 60 anni. Assad è uno che accompagna i figli a scuola, ha studiato
all’estero, è un oculista, e in fondo non voleva neanche fare questo mestiere,
si è trovato al posto del padre probabilmente a causa della morte del fratello.
Veramente è incredibile quello che avviene e come sta accadendo, tutto quello
che sta accadendo in Siria è stato progettato e scritto anni fa dai
neoconservatori americani e adesso Obama lo sta mettendo in atto, credevamo che
lui era diverso e invece non lo è per niente. Se è vero che l’obiettivo sono le
riforme, ci sarà un modo per far sedere tutti attorno a un tavolo e discutere
del futuro della Siria. E’ necessario mettere le bombe? Le infrastrutture in
Siria sono state demolite, stanno riducendo il Paese all’età della pietra. Le
ferrovie non esistono più, tutti i ponti ferroviari sono stati fatti saltare.
Le centrali elettriche sono state distrutte e metà paese è stato ridotto al
buio. Distrutti anche gli oleodotti, c’è una carenza di gas e le famiglie non
possono cucinare e in inverno non potranno riscaldarsi. Ma perché tutto questo?
A cosa serve, se non a distruggere un paese.
Cosa dobbiamo aspettarci?
Il problema non è Assad. Se per un motivo qualsiasi Assad
venisse messo fuori, la Siria si divide, gli alawiti e i cristiani della costa
vanno per conto loro, i drusi della zona confinante con la Giordania se ne
vanno da soli, i curdi andranno da soli. Sarà guerra civile vera. Noi oggi
dobbiamo sperare nel buon senso di qualcuno, che è l’Occidente da una parte e
la Russia dall’altra, che rinuncino ai loro progetti e lascino stare il popolo
siriano a discutere del suo futuro. Solo con il dialogo e non con le armi si
può risolvere tutto. La Russia vuole la sua base a Tartus, vuole ostacolare
questo grande Medio Oriente perché nella parte sud della Russia ritorna la
cintura di ferro e la Russia non accetterà mai questo. Già non digerisce la stazioni
radar in Turchia e in Polonia. Sapendo tutto questo perché devono portarci
verso una guerra. E’ una pazzia quello che sta avvenendo. L’unica cosa che
possiamo fare è di costringere il regime e gli oppositori, che sono tanti e a
cui è difficile dare una identità, a ragionare del futuro della Siria. La Siria
è un paese di tolleranza e noi non possiamo buttarlo nella guerra civile come
si sta facendo.
Sul sito Siriatruth che è un sito dell’opposizione,
un’opposizione diversa dalle altre, laica, c’è scritto che chi ha messo la
bomba nel quartier generale della Sicurezza Nazionale siriana è il segretario
del presidente Assad, che non ha niente a che fare con l’opposizione ma è un
uomo dei servizi segreti americani. E dopo l’attentato si è rifugiato nella casa
dell’ambasciatore americano a Damasco. Questa è una notizia che arriva
dall’opposizione. Ma è possibile che se uno Stato o un governo non ci piace noi
lo buttiamo giù, ma non democraticamente. Se tutti fossero stati sinceri allora
dovevano far votare il popolo siriano, sotto controllo internazionale, e si
vedeva cosa voleva questo popolo. Se il popolo non votava per Assad, allora lo
si mandava via. Nessuno ha scritto la notizia che Assad ha anche cambiato
l’articolo 8 della costituzione così come gli era stato chiesto, nessuno ha
detto niente. Ultimamente in Siria sono nati 20 partiti nuovi anche di
opposizione ma nessuno lo dice, perché l’obiettivo sono gli equilibri
internazionali e la Siria fa parte di questo scacchiere, in nome di una
“primavera” che non c’è stata.
Cosa pensa del Piano di pace di Kofi Annan?
Si è capito subito che questo Piano non poteva avere un
seguito, perché quando la Lega Araba, e sappiamo chi è oggi la Lega Araba, ha
mandato i suoi osservatori questi hanno scritto qualcosa di diverso rispetto a
quello che avrebbero voluto leggere questi monarchi arabi e cosa è successo:
gli osservatori sono stati mandati a casa. Kofi Annan è più tosto e si sta
muovendo meglio, in quanto sta coinvolgendo la Russia in modo più forte,
certamente non è detto che ci riuscirà ma prima di mettere da parte il Piano
passerà un po’ di tempo.
Pensa che ci sarà un intervento militare?
Questo lo vogliono fare già da molto tempo, l’unica cosa che
lo impedisce è la forza missilistica siriana, in quanto la Siria si prepara da
sempre, e questo è un altro male, ad un’altra guerra con Israele. Di
conseguenza la Siria ha un esercito organizzato, è un Paese che non si può
paragonare alla Libia. Inoltre la preoccupazione dei Paesi occidentali è quella
di giustificare con l’opinione pubblica l’invio dei soldati in Siria.
L’opinione pubblica non sopporta i troppi morti come è successo in Iraq, allora
solo per questa paura stanno cercando di indebolire l’esercito siriano e poi
fanno l’attacco. Non hanno fatto l’attacco tempo fa perché in Siria c’è un
esercito organizzato e certamente sanno che ci vuole del tempo per indebolire e
rendere meno reattivo l’esercito siriano. In Iraq i Paesi occidentali hanno
fatto una guerra in base ad una bugia e chi ha mai chiesto conto su tutto
questo, sono morti un milione di iracheni e nessuno si è preoccupato, tanto
sono iracheni e possono morire. In Libia sono morte 40 mila persone e nessuno
ha detto niente.
Cosa dovrebbe fare il governo italiano?
Il governo italiano non è in grado di fare nulla, ogni tanto
gli dicono di fare qualche dichiarazione perché in tutta questa vicenda c’è il
gioco delle parti.
Qual è la sua speranza?
Spero che il popolo, non il governo, italiano non rimanga
inerme di fronte a tutto questo, ma pretenda di conoscere la verità e di
sentire tutte e due le campane e non una sola, di far passare notizie per
potersi formare un’opinione. Per farsi un’opinione bisogna leggere tutto e non
solo una parte. L’attentato a Damasco è stato riportato come un atto eroico e
mi sta bene che lo dicono, però devono dire anche il resto, non solo una parte.
Abbiamo il diritto come popolo italiano di formarci un’opinione, l’informazione
non può essere a senso unico. E’ impossibile che la televisiva siriana in arabo
“Addounia”, laica, viene oscurata in Europa, parlo di una Tv libera, e invece
trasmettono decine e decine di stazioni televisive salafite, che notte e giorno
incitano alla morte, all’assassinio. E’ possibile questo in una Europa che ha
conosciuto l’Illuminismo? Eppure avviene, avviene nel XXI secolo. Il
colonialismo del XIX e XX secolo era molto moderato, più dolce, rispetto a
quanto sta accadendo oggi.
Fonte: visto su NOTIZIARIO ON LINE del 20 luglio 2012
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