domenica 11 marzo 2012

FISCO. SBAGLIA E VUOLE PAGARE, MA EQUITALIA NON FA SCONTI: L'ANZIANO NON VERSA 2.900 EURO PER ERRORE. ORA SONO DIVENTATI 63 MILA. «VOLEVO SALDARE TUTTO, MA HANNO DETTO DI NO»

L'ingresso di una sede di Equitalia

L'INCUBO DI TUTTI I CONTRIBUENTI.  Il pensionato: «Non volevamo evadere. Avevo chiesto di estinguere la pendenza senza pagare gli interessi»

Un errore da 2.900 euro nella denuncia della vendita di un terreno, che si è trasformato in una cartella esattoriale prima da 29mila e poi da 51mila euro (più altri 12mila di interessi), per un totale di 63mila euro.  L'incubo di tutti i contribuenti, che in questo caso ha per protagonista un pensionato veronese di 76 anni, assieme alla moglie.
Ma c'è di più. Ora l'anziano, che ha iniziato a pagare il suo debito a rate, vorrebbe versare l'intera somma a Equitalia in un'unica soluzione per evitare di sborsare gli interessi fino al 2014. Ma Equitalia ha risposto picche: l'anziano dovrà, quindi, continuare a pagare, mese dopo mese, l'intero ammontare della pendenza.
Tutto ha avuto inizio quando a circolare erano ancora le vecchie lire: il pensionato, Guido Gaule, e la moglie avevano venduto un terreno edificabile in provincia di Vicenza, del valore di circa 30 milioni di lire. «Ci eravamo rivolti a un commercialista: non avevamo alcuna intenzione di evadere il fisco», spiega Gaule. «Ma nella denuncia è stato fatto un errore di 2.900 euro e, infatti, poco dopo ci è arrivata una prima segnalazione dall'Agenzia delle Entrate». A quel punto, il commercialista si è rivolto agli uffici di Soave: la questione sembrava risolta e, invece, l'anziano si è visto recapitare una cartella esattoriale da 29mila euro prima e poi, il 27 novembre 2009, da 51mila euro. «L'11 novembre abbiamo presentato ricorso contro la prima cartella, ma la commissione tributaria il 29 aprile 2010 si è pronunciata in senso negativo», prosegue l'anziano. A quel punto, la coppia di veronesi si è dovuta arrendere e ha presentato istanza di rateizzazione. Una «salassata», inclusi gli interessi, da 63mila euro complessivi.
Nel frattempo, però, è intervenuta l'assicurazione dello studio di commercialisti che si era occupato della pratica, che ha risarcito il pensionato per una cifra intorno ai 46mila euro. «Abbiamo chiesto, dunque, a Equitalia di poter saldare l'intero ammontare della pendenza in un'unica soluzione, in modo da evitare di pagare almeno gli interessi», conclude Gaule. «Ci è stato risposto che ciò non è possibile, dal momento che la pratica è già stata iscritta al ruolo. Io vorrei liberarmi di questo peso il più in fretta possibile, ma pare che ormai non si possa più fare nulla».

Fonte: srs di  Manuela Trevisani, da L’Arena di Verona di domenica 04 marzo 2012 CRONACA, pagina 15


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