Il mosaico colorato di epoca romana scoperto durante gli scavi all´Arco dei Gavi: era il pavimento di una domus gentilizia.
VERONA. PATRIMONIO ARCHEOLOGICO. Scoperto uno splendido mosaico colorato a figure geometriche: era il pavimento della domus romana venuta alla luce negli scavi per mettere in sicurezza il monumento. «Ritrovamento eccezionale, il primo in Veneto», dice la soprintendente Cavalieri Manasse. E ora? Potrebbe essere spostato al museo.
«È un ritrovamento eccezionale, il primo del genere avvenuto in Veneto». Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del Nucleo operativo della Sovrintendenza ai beni archeologici, trattiene a stento l´entusiasmo davanti al mosaico di quasi venti metri quadrati, raffigurante figure geometriche, emerso dallo scavo del fossato effettuato per difendere dai vandali l´arco dei gavi. E chissà se l´antica domus romana che sorgeva in riva all´Adige di cui il mosaico costituiva parte della pavimentazione, apparteneva a quella Gens gavia da cui il monumento prende il nome e che in origine si trovava sulla via Postumia. Al sopralluogo ha partecipato anche l´assessore ai lavori pubblici Vittorio Di Dio, promotore dell´opera di messa in sicurezza del monumento.
Il mosaico lungo 5,5 metri e largo 3,5, che si trovava sotto i due olmi il cui abbattimento aveva suscitato proteste e polemiche, risale alla prima metà del I secolo dopo Cristo. Mosaici di questo tipo, di questa qualità e di questa dimensione, risalenti alla stessa epoca», sottolinea, «in Veneto non ne erano mai stati trovati e ciò segnala il livello di ricchezza della famiglia patrizia che vi abitava, tutto ciò inoltre testimonia la presenza di abitazioni all´infuori delle mura». La qualità del mosaico è testimoniata dall´utilizzo di tessere molto piccole e dalla fattura raffinata e regolare. Tale mosaico verrà probabilmente asportato ed esposto altrove, poiché allestire un percorso museale come a Porta Leoni, sarebbe molto costoso. Si calcola che ci vorrebbe un investimento di almeno 300mila euro.
Oltre al mosaico sono state ritrovate parti di muri e di pavimentazione della casa romana e un frammento di affresco risalente al terzo secolo. «Il problema è la scarsità di risorse economiche. Togliere da lì il mosaico ed esporlo altrove», commenta la dirigente della Sovrintendenza, «è meno dispendioso che valorizzarlo sul posto, mentre gli altri reperti, finiti i rilievi archeologici, verranno di nuovo coperti. Un domani se ci saranno le risorse si potrà monumentalizzare l´area».
Mosaico e affresco, fa sapere Di Dio, «potrebbe essere esposti nell´adiacente museo di Castelvecchio. Quanto all´arco, monumento unico in Europa che non possiamo lasciare nel degrado, sarà protetto da una cancellata e da telecamere di sorveglianza».
L´architetto Luigi Calcagni è il responsabile della progettazione e direzione dei lavori, affidati all´impresa Geco Costruzioni: «Il ritrovamento è così importante da compensare i disagi per il prolungamento dei tempi del cantiere».
Fonte: srs di Enrico Santi da L’Arena di Verona di venerdì 16 marzo 2012 CRONACA, pagina 11
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